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La Pinacoteca di Brera è una galleria nazionale d'arte antica e moderna, collocata nell'omonimo palazzo, uno dei complessi più vasti di Milano con oltre 24 000 metri quadri di superficie. Il museo espone una delle più celebri raccolte in Italia di pittura, specializzata in pittura veneta e lombarda, con importanti pezzi di altre scuole. Inoltre, grazie a donazioni, propone un percorso espositivo che spazia dalla preistoria all'arte contemporanea, con capolavori di artisti del XX secolo. Un tratto caratteristico di Brera, che lo differenzia da altri musei italiani, è la presenza di grandi capolavori di diverse scuole: lombarda, toscana e dell’Italia Centrale, veneta oltre che di dipinti importanti di scuola fiamminga. Questo deriva dall’impostazione data al museo fin dall’epoca napoleonica, quando fu concepito come luogo rappresentativo di tutta l’arte italiana di ogni epoca e di ogni regione, accogliendo opere prelevate da chiese e conventi (parte dei quali soppressi), nell’ottica illuministica e “rivoluzionaria” (che condivide con il Louvre) di mettere a disposizione del pubblico quadri fino allora difficilmente accessibili. Nell’ottobre 2018 si è concluso il riallestimento di tutte le 38 sale, promosso dal direttore James Bradburne, nominato nel 2015.
Palazzo Vecchio si trova in piazza della Signoria a Firenze ed è la sede del Comune. Rappresenta la migliore sintesi dell'architettura civile trecentesca cittadina ed è uno dei palazzi civici più conosciuti nel mondo. Chiamato in origine "Palazzo dei Priori", e poi successivamente venne identificato nel XV secolo come "Palazzo della Signoria", dal nome dell'organismo principale della Repubblica di Firenze; nel 1540 divenne Palazzo Ducale, quando il duca Cosimo I de' Medici ne fece la sua residenza; infine il nome Vecchio lo assunse dopo il 1565 quando la corte del Duca Cosimo si spostò nel "nuovo" Palazzo Pitti. Non sono presenti porte o aperture per la sicurezza di chi amministrava il potere. Ci si poteva accedere solamente dal cortile Dal 1865 al 1871 fu sede del Parlamento del Regno d'Italia, mentre oggi ospita il Sindaco di Firenze e vari uffici comunali. Vi si trova inoltre un museo, che permette di visitare le magnifiche sale dove lavorarono, fra gli altri, Agnolo Bronzino, Ghirlandaio, Giorgio Vasari, e dove sono esposte opere di Michelangelo Buonarroti, Donatello, Verrocchio. L'edificio si è gradualmente ingrandito verso est, arrivando ad occupare un isolato intero e allungando l'iniziale parallelepipedo trecentesco fino a quadruplicarne le dimensioni, con una pianta che ricorda un trapezio del quale la facciata è solo il lato più corto. Sulla facciata principale a bugnato, la Torre di Arnolfo è uno degli emblemi della città.
L'Opificio delle pietre dure ha sede a Firenze in Via degli Alfani, 78 ed è un istituto centrale dipendente dalla Direzione generale educazione e ricerca del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. La attività operativa e di ricerca dell'Opificio si esplica nel campo del restauro, della manutenzione delle opere d'arte e dell'insegnamento del restauro. Il diploma che rilascia l'Opificio è equiparato al diploma di laurea magistrale. L'Opificio è, assieme all'Istituto superiore per la conservazione ed il restauro e all'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, uno degli istituti più importanti e rinomati nel campo del restauro, non solo al livello nazionale, ma anche internazionale.
Il Museo Nazionale del Bargello è un museo di Firenze, dedicato alla scultura, facente parte insieme alle Cappelle Medicee, Orsanmichele, Palazzo Davanzati e Casa Martelli, dei Musei del Bargello. La sua collezione di statue rinascimentali è considerata tra le più notevoli a livello mondiale: annovera infatti capolavori di Michelangelo, Donatello, Ghiberti, Cellini, Giambologna, Ammannati ed altri importanti scultori, oltre a una grande raccolta di arti applicate, organizzate principalmente per tipologia. Il nome deriva dal palazzo del Bargello, detto anche palazzo del Popolo. Nel 2016 è stato il trentasettesimo museo più visitato d'Italia con 213.598 visitatori, in calo rispetto al 2015.
Il Museo di San Marco è un museo statale italiano; ha sede nella parte monumentale di un antico convento domenicano sito in piazza San Marco a Firenze. La fama del museo, la cui architettura è un capolavoro rinascimentale, si deve soprattutto alla presenza di opere di Beato Angelico, presenti in tanti ambienti del convento. Un'ala è dedicata alla scuola di San Marco (Fra' Bartolomeo, Mariotto Albertinelli e i loro allievi), che pure vissero a lavorarono qui, mentre un'altra ospita il lapidario e i resti di edifici demoliti nel periodo del Risanamento di Firenze capitale. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Toscana, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.
La didattica (dal greco διδάσκω, cioè "insegnare"), indica la teoria e la pratica dell'insegnamento. Si può dividere in didattica generale, che riguarda i criteri e le caratteristiche generali della pratica educativa, e in didattica speciale che riguarda invece i singoli insegnamenti o le diverse caratteristiche (età, capacità specifiche, ambiente) dei soggetti dell'apprendimento.
Il Museo del Prado è una delle pinacoteche più importanti del mondo e si trova a Madrid in Spagna. Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Beato Angelico, Andrea Mantegna, Raffaello Sanzio, Hieronymus Bosch, Rogier van der Weyden, Bruegel il Vecchio, El Greco, Pieter Paul Rubens, Tiziano, Diego Velázquez, Francisco Goya.
La Galleria Palatina è un museo ospitato in Palazzo Pitti a Firenze, facente parte, insieme al Giardino dei Boboli, delle Gallerie degli Uffizi. Ospitata all'interno del complesso architettonico, si trova al piano nobile, articolandosi in 28 sale che si estendono nell'ala laterale settentrionale posteriore del complesso architettonico e nella parte laterale settentrionale e nella parte centrale posteriore del corpo di fabbrica principale del palazzo. Si tratta della "quadreria" dei Granduchi di Toscana: l'allestimento infatti rispetta il gusto dei secoli passati, con i dipinti collocati su più file, selezionati per criteri decorativi, e non per periodo e scuole. Cronologicamente, a parte qualche eccezione, i dipinti coprono soprattutto i secoli XVI e XVII, facendone uno dei musei più importanti in Italia nel suo genere, nonché una tappa obbligata per la conoscenza della storia del collezionismo europeo. Nel 2013 il circuito museale di Palazzo Pitti, che oltre alla Galleria Palatina, comprende anche la Galleria d'arte moderna, gli Appartamenti monumentali, il Tesoro dei Granduchi e il Museo della Moda e del Costume è stato il tredicesimo sito statale italiano più visitato, con 386.993 visitatori e un introito lordo totale di 1.983.028,75 Euro. Nel 2016 il circuito museale ha fatto registrare 400.626 visitatori.
Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro (Vicchio, 1395 circa – Roma, 18 febbraio 1455), detto il Beato Angelico o Fra' Angelico, fu un pittore italiano. Fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l'emozionante religiosità di tutte le sue opere che per le sue personali doti di umanità e umiltà. Fu Giorgio Vasari, ne Le vite ad aggiungere al suo nome l'aggettivo "Angelico", usato in precedenza da fra Domenico da Corella e da Cristoforo Landino. Frate domenicano, cercò di saldare i nuovi principi rinascimentali, come la costruzione prospettica e l'attenzione alla figura umana, con i vecchi valori medievali, quali la funzione didattica dell'arte e il valore mistico della luce.
Le Gallerie nazionali d'arte antica sono un'istituzione museale di Roma articolata in due distinte sedi espositive, una a Palazzo Barberini e l'altra a Palazzo Corsini. Il palazzo Barberini fu progettato per papa Urbano VIII da Carlo Maderno (1556–1629) sulla precedente collocazione di Villa Sforza. Il soffitto del salone centrale fu decorato da Pietro da Cortona con il panegirico Allegoria della Divina Provvidenza e del potere Barberini per glorificare la famiglia Barberini. Il palazzo Corsini, noto in precedenza come palazzo Riario, è un edificio del XV secolo risistemato nel XVIII secolo dall'architetto Ferdinando Fuga per il cardinale Neri Maria Corsini. La collezione della galleria comprende lavori di Bernini, Caravaggio, van Dyck, Holbein, Beato Angelico, Lippi, Lotto, Preti, Poussin, El Greco, Raffaello, Tiepolo, Tintoretto, Rubens, Murillo, Ribera e Tiziano.
La cattedrale metropolitana di Santa Maria del Fiore, conosciuta comunemente come duomo di Firenze, è la principale chiesa fiorentina, simbolo della città ed uno dei più famosi d'Italia; quando fu completata, nel Quattrocento, era la più grande chiesa al mondo, mentre oggi è ritenuta la terza in Europa dopo San Pietro a Roma e il Duomo di Milano. Essa sorge sulle fondamenta dell'antica cattedrale di Firenze, la chiesa di Santa Reparata, in un punto della città che ha ospitato edifici di culto sin dall'epoca romana. La costruzione del Duomo, ordinata dalla Signoria fiorentina, inizia nel 1296 e termina dal punto di vista strutturale soltanto nel 1436. I lavori iniziali furono affidati all'architetto Arnolfo di Cambio per poi essere interrotti e ripresi numerose volte nel corso dei decenni (da Giotto, Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini). Al completamento della cupola del Brunelleschi seguì la consacrazione da parte di papa Eugenio IV il 24 marzo del 1436. La dedica a Santa Maria del Fiore avvenne in corso d'opera, nel 1412. La pianta del Duomo è composta da un corpo di basilica a tre navate saldato ad un'enorme rotonda triconca che sorregge l'immensa cupola del Brunelleschi, la più grande cupola in muratura mai costruita. Al suo interno è visibile la più grande superficie mai decorata ad affresco: 3600 m², eseguiti tra il 1572-1579 da Giorgio Vasari e Federico Zuccari. Alla base della lanterna in marmo, è presente una terrazza panoramica sulla città posta a 91 metri da terra. La facciata del Duomo in marmi policromi è di epoca moderna, risale infatti al 1887 ad opera di Emilio de Fabris ed è un importante esempio di stile neogotico in Italia. È la cattedrale dell'Arcidiocesi di Firenze e può contenere fino a trentamila persone. Ha la dignità di basilica minore.
La Galleria degli Uffizi è un museo statale di Firenze, che fa parte del complesso museale denominato Gallerie degli Uffizi e comprendente, oltre alla suddetta galleria, il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti e il Giardino dei Boboli, che insieme costituiscono per quantità e qualità delle opere raccolte uno dei più importanti musei del mondo. Vi si trovano la più cospicua collezione esistente di Raffaello e Botticelli, oltre a nuclei fondamentali di opere di Giotto, Tiziano, Pontormo, Bronzino, Andrea del Sarto, Caravaggio, Dürer, Rubens ed altri ancora. Mentre a Palazzo Pitti si concentrano le opere pittoriche del Cinquecento e del Barocco (spaziando da Giorgione a Tiziano, da Ribera a Van Dyck), ma anche dell'Ottocento e Novecento italiano, il corridoio Vasariano ospitava fino al 2018 parte della Collezione di Autoritratti (oltre 1.700), che prossimamente sarà ospitata nella Galleria delle Statue e delle Pitture. Il museo ospita una raccolta di opere d'arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo. Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione mostra opere dal XII al XVIII secolo, con la migliore collezione al mondo di opere del Rinascimento fiorentino. Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e soprattutto quella dei disegni e delle stampe che, conservata nel Gabinetto omonimo, è una delle più cospicue ed importanti al mondo. Nel 2019 ha registrato 2.361.732 visitatori (dati Mibact).
Maestro d'arte, anche abbreviato in M°, è il titolo professionale magistrale dato alla persona che, in seguito allo specifico conseguimento del diploma di formazione artistica, è abilitata all’esercizio di arti o mestieri e al relativo insegnamento. Pertanto viene definito maestro d'arte chi conosce pienamente una disciplina artistica professionale, così da possederla integralmente per poterla anche insegnare agli altri.Il diploma di maestro d'arte, chiamato anche licenza, è un titolo professionale avente valore legale in Italia, rilasciato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, per il tramite di un istituto d'arte, che attesta il superamento dell'esame di Stato, con l'indicazione dello specifico settore artistico seguito dallo studente in una delle seguenti "sezioni": arte della fotografia; arte della grafica pubblicitaria e fotografia; arte pubblicitaria; arti grafiche; arte della stampa; arte della ceramica; arte delle pietre dure; arte del legno; arte dei metalli; arte dei metalli e dell'oreficeria; arte del vetro; arte della porcellana; arte del corallo; arte del tessuto; arte del merletto e ricamo; arte del mosaico; arte dell'arredamento; arte del mobile; disegnatori di architetture e arredamento; disegnatori d'architettura; rilegatoria e restauro del libro; tecnologia ceramica; moda e costume; oreficeria; decorazione pittorica; decorazione plastica; scenotecnica; fotografia artistica; disegno animato; Recitazione.Le peculiarità dei settori artistici eterogenei del maestro d'arte risiedono nella vicenda costitutiva degli istituti di formazione artistica che, nati ufficialmente nel 1923 a livello regionale, come regie scuole d'arte (primo grado di istruzione artistica), regie scuole artistico-industriali (secondo grado di istruzione artistica) e regi istituti d'arte (terzo grado di istruzione artistica), avevano un’offerta formativa fortemente influenzata dal rapporto territoriale tra arte e mestiere. In Italia l'Ordinamento della formazione artistica, collocato sotto la speciale Direzione Generale per l’Istruzione Artistica del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, costituiva un unico sistema integrato di promozione dell’arte e dell’istruzione artistica, che si estendeva nell’ambito delle arti visive, musicali, coreutiche e recitative.Il diploma di maestro d'arte abilita all'esercizio dell'attività professionale e consente l'accesso alle carriere del personale tecnico, educativo e formativo dei servizi di formazione e educazione.Nel lavoro, il maestro d'arte è chi opera nelle diverse arti applicate volte alla realizzazione di opere di consumo e industriale, ivi compreso l'artigianato artistico, e che, a capo di un laboratorio professionale, trasmette il suo insegnamento agli apprendisti; nell'ambito di tale relazione educativa di apprendistato professionale, il Codice Civile Italiano attribuisce specificamente ai maestri d'arte, così come a tutti coloro che insegnano, la responsabilità del danno cagionato a persone o beni dagli apprendisti, limitatamente al tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.In particolare, nelle attività economiche professionali dell'artigianato artistico, la figura professionale del maestro d'arte costituisce un ponte ideale fra la formazione professionale e il mondo del lavoro, infatti il professionista, nell'ambito della formazione nelle arti presso gli istituti d'arte, acquisisce capacità trasversali derivanti dalla sperimentazione della peculiare metodologia educativa tipica della cosiddetta scuola-bottega, che è stata poi ben definita come didattica dell'apprendistato cognitivo ("cognitive apprenticeship", con riguardo allo "scaffolding-fading"): il discente consegue conoscenze, competenze e abilità nei laboratori d'arte, attraverso un'esperienza tecnico-pratica-artistica sostenuta dal docente esperto d'arte fino al raggiungimento della completa autonomia nel lavoro.In questo contesto professionale, è utile anche richiamare la figura del maestro artigiano: colui che, anche in assenza del titolo di formazione per maestro d'arte, ha maturato una elevata esperienza professionale che gli consente la trasmissione del mestiere di artigiano. Il maestro artigiano come il maestro d'arte è idoneo all'esercizio della professione di formatore nel sistema di formazione professionale e di formazione-lavoro delle regioni italiane. Infine, il titolo di studio di maestro d'arte consente il proseguimento degli studi con ammissione diretta (senza esami) alle scuole di pittura, scultura, decorazione e scenografia delle accademie di belle arti (mentre per l'accesso agli altri corsi di formazione universitaria è necessaria la frequenza di un corso di studi sperimentale in arte applicata), così come l'aggiornamento mediante appositi corsi di perfezionamento professionale istituiti, con decreto del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca d'Italia del 25 luglio 1980, negli istituti d’arte di Firenze, Napoli, Palermo, Faenza, Urbino e Venezia.
L'educazione musicale in Italia comprende interventi previsti nei servizi educativi della prima infanzia (asili nido), negli ordinamenti didattici delle scuole dell'infanzia, dell'istruzione primaria e secondaria e del sistema dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) e, per alcuni aspetti, dell'Università. Comprende inoltre le attività formative praticate in ambito extrascolastico da enti e associazioni musicali. Gli aspetti epistemologici, metodologici e didattici relativi all'insegnamento/apprendimento della musica sono affrontati da discipline specifiche quali la Pedagogia musicale, la Psicologia della musica, la Didattica della musica, l'Antropologia musicale.
L'Annunciazione è un'opera di fra Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico (tempera su tavola, 154x194 cm il pannello centrale, 194x194 compresa la predella) conservata nel Museo del Prado a Madrid e databile alla metà degli anni trenta del Quattrocento. L'opera è probabilmente la terza di una serie di tre grandi tavole dell'Annunciazione dipinte dall'Angelico negli anni trenta del Quattrocento; le altre due sono l'Annunciazione di Cortona e l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno. La datazione non è però concorde ed alcuni storici dell'arte invertono la serie, proponendo la tavola del Prado come la prima.