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Una cometa periodica è una cometa con un periodo orbitale inferiore a 200 anni (queste comete sono chiamate anche comete periodiche di corto periodo), o una cometa osservata per almeno due volte al suo passaggio al perielio (ad esempio la 153P/Ikeya-Zhang che ha un periodo di 366 anni). A volte il termine cometa periodica viene usato per indicare qualsiasi cometa dotata di periodicità, anche se più grande di 200 anni. Quando si scopre una nuova cometa, essa riceve una designazione provvisoria composta dall'anno della scoperta seguito da una lettera maiuscola che identifica la quindicina del mese della scoperta e da un numero progressivo riferito alle scoperte di quella particolare quindicina del mese. Le comete periodiche, in aggiunta, ricevono il prefisso P/, le non periodiche ricevono il prefisso C/.Le comete periodiche dopo il secondo passaggio al perielio ricevono in sostituzione della sigla iniziale un numero progressivo seguito dai nomi degli scopritori fino a un massimo di tre. Ecco perché molte comete periodiche cambiano denominazione nel tempo, come la P/1990 V1 (Shoemaker-Levy 1), scoperta nel 1990 e rinominata 192P/Shoemaker-Levy nel 2007 a seguito dell'osservazione del suo secondo passaggio al perielio. Oltre che una persona fisica lo scopritore può anche essere un programma di ricerca o un satellite artificiale che ha effettuato la scoperta: a volte nomi di scopritori si trovano accanto a nomi di programmi o satelliti come nel caso della cometa 11P/Tempel-Swift-LINEAR. In alcuni rari casi, come per la 2P/Encke e la 27P/Crommelin, la cometa porta il nome di colui che ne ha calcolato l'orbita. Calcolare l'orbita di una cometa periodica è piuttosto complicato a causa di tutte le possibili perturbazioni planetarie a cui possono essere soggette. Prima dell'avvento dei computer alcune persone dedicavano l'intera carriera a questo compito. Nonostante questo di non poche comete periodiche se ne sono perse le tracce perché sono influenzate anche da effetti non gravitazionali come il rilascio di gas e altri materiali che formano la chioma e la coda della cometa. A volte le comete periodiche condividono lo stesso nome, è il caso delle 9 comete Shoemaker-Levy o le 33 comete NEAT. L'Unione Astronomica Internazionale le distingue o per il prefisso numerico (vedi tabella sotto) o per la designazione completa. Ad esempio P/1990 V1 e P/1991 V1 sono entrambe comete Shoemaker-Levy. In letteratura è usato un sistema informale di numerazione (valido solo per le comete periodiche). Nell'esempio precedente di P/1990 V1 e P/1991 V1 vengono chiamate rispettivamente cometa Shoemaker-Levy 1 e Cometa Shoemaker-Levy 6. La quasi totalità delle comete periodiche appartiene ad una, e in certi casi più d'una, delle varie famiglie di comete finora identificate.
Una cometa è un corpo celeste relativamente piccolo, simile a un asteroide composto da gas ghiacciati (acqua, metano, ammoniaca, anidride carbonica), frammenti di rocce e metalli. Nel sistema solare, le orbite delle comete si estendono oltre quella di Plutone. Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili dalla Terra sono frequentemente caratterizzate da orbite ellittiche. Sono composte per la maggior parte di sostanze volatili ghiacciate, come biossido di carbonio, metano e acqua, mescolate con aggregati di polvere e vari minerali. La sublimazione delle sostanze volatili quando la cometa è in prossimità del Sole causa la formazione della chioma e della coda. Si pensa che le comete siano dei residui rimasti dalla condensazione della nebulosa da cui si formò il Sistema Solare: le zone periferiche di tale nebulosa sarebbero state abbastanza fredde da permettere all'acqua di trovarsi in forma solida (invece che come gas). È sbagliato descrivere le comete come asteroidi circondati da ghiaccio: i bordi esterni del disco di accrescimento della nebulosa erano così freddi che i corpi in via di formazione non subirono la differenziazione sperimentata da corpi in orbite più vicine al Sole.
La teoria copernicana è la descrizione matematica del moto dei corpi celesti che Niccolò Copernico introdusse nella prima metà del XVI secolo. Si tratta di un sistema eliocentrico: «E in mezzo a tutto sta il Sole». La Terra risulta soggetta a diversi movimenti tra i quali, analogamente agli altri pianeti, quello di rivoluzione attorno al Sole e di rotazione sul proprio asse. Il suo unico libro a stampa sull'argomento, De revolutionibus orbium coelestium (Sulle rivoluzioni dei corpi celesti), fu pubblicato nel 1543, pochi giorni prima della morte dell'autore. La sua divulgazione segnò l'inizio d'un processo di radicali mutamenti della conoscenza, oggi noto come "rivoluzione scientifica". La teoria copernicana contraddiceva il modello geocentrico adottato per tutto il medioevo e ampiamente accettato fino alla fine del XVI secolo, che combinava il sistema cosmologico d'Aristotele con quello astronomico di Tolomeo. Il sistema copernicano riprendeva invece l'ipotesi eliocentrica proposta nel III secolo a.C. da Aristarco di Samo. L'idea di Copernico venne, col tempo, recepita come teoria dell'effettiva costituzione del sistema solare, rovesciando sia la visione fisico/astronomica (geocentrica), sia la concezione filosofico/teologica (antropocentrica) della tradizione medievale. Per questa ragione, a seguito di un accostamento proposto per primo dal filosofo Immanuel Kant, il termine "rivoluzione copernicana" è stato successivamente usato, in senso lato, anche per designare analoghi processi di capovolgimento dei paradigmi fondamentali che si sono verificati, in momenti storici diversi, in altre discipline scientifiche o filosofiche.
Il sistema geocentrico è un modello astronomico che pone la Terra al centro dell'Universo, mentre tutti gli altri corpi celesti ruoterebbero attorno ad essa. Questo modello fu il sistema cosmologico predominante in molte civiltà antiche come quella greca. Le sue interpretazioni più notevoli si devono ad Aristotele e a Tolomeo. Tale teoria geocentrica fu comunemente accettata per circa due millenni fino agli inizi dell'epoca moderna quando venne radicalmente trasformata da Tycho Brahe (1546-1601) nel suo sistema ticonico per adattarla alle sue accuratissime osservazioni astronomiche e alla fine fu sostituita dal sistema eliocentrico di Niccolò Copernico (1473-1543) rivisitato da Galileo Galilei (1564-1642) e soprattutto Giovanni Keplero (1571-1630).
Il Sidereus Nuncius (che si potrebbe tradurre in italiano Annuncio sugli Astri oppure Il Messaggero celeste) è un trattato di astronomia scritto da Galileo Galilei e pubblicato il 13 marzo 1610.
Il principio di Babinet afferma che la figura di diffrazione prodotta da un disco opaco di diametro D è identica a quella prodotta da un'apertura circolare di diametro D praticata su uno schermo opaco. Questo principio viene usato nella trattazione delle antenne. Grazie a questo principio si può trovate l'impedenza complementare.
Charles Dillon Perrine (28 luglio 1867 – Villa del Totoral, 21 giugno 1951) è stato un astronomo argentino-statunitense. Nato nell'Ohio, lavorò al Lick Observatory dal 1893 fino al 1909, quindi divenne direttore dell'Osservatorio Nazionale Argentino (oggi chiamato Osservatorio Astronomico di Córdoba), fino al 1936. Nel 1901, assieme a George Ritchey osservò l'apparente moto superluminale nella nebulosità attorno alla stella Nova Persei 1901. Scoprì due satelliti naturali di Giove, oggi noti come Himalia (nel 1904) ed Elara (nel 1905), designati inizialmente come "Giove VI" e "Giove VII"; il loro attuale nome risale soltanto al 1975. Fu scopritore o co-scopritore di otto comete: la C/1895 W1 Perrine, la C/1896 C1 Perrine-Lamp, la C/1896 V1 Perrine, la 18D/Perrine-Mrkos, la C/1897 U1 Perrine, la C/1898 L2 Perrine, la C/1898 R1 Perrine-Chofardet e la C/1902 R1 Perrine. Lavorò per promuovere lo studio dell'astrofisica in Argentina, e spinse per la costruzione di un grande telescopio (il Bosque Alegre), che non fu comunque completato fino al 1942, dopo il suo ritiro, avvenuto nel 1936. Negli ultimi anni rimase in Argentina, e qui morì, nella Villa General Mitre. È sepolto nel cementerio disidente della città di Córdoba.
La fibra ottica, nella scienza e tecnologia dei materiali, indica un materiale costituito da filamenti vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre al loro interno la luce, trovando importanti applicazioni in telecomunicazioni, diagnostica medica e illuminotecnica: con un diametro di rivestimento (mantello) di 125 micrometri (circa le dimensioni di un capello) e peso molto ridotto, sono disponibili sotto forma di cavi, flessibili, immuni ai disturbi elettrici e alle condizioni atmosferiche più estreme, e poco sensibili a variazioni di temperatura. Classificate come guide d'onda dielettriche basate sulla disomogeneità del mezzo, il cui nucleo è sede di propagazione guidata del campo elettromagnetico sotto forma di onde elettromagnetiche, in altre parole, permettono di convogliare e guidare al loro interno un campo elettromagnetico di frequenza sufficientemente alta (in genere in prossimità dell'infrarosso) con perdite, in termini di attenuazione, estremamente limitate. Vengono perciò comunemente impiegate nelle telecomunicazioni come mezzo trasmissivo di segnali ottici anche su grandi distanze ovvero su rete di trasporto e nella fornitura di accessi di rete a larga banda cablata (dai 100 Mbit/s al petabyte/s usando la tecnologia WDM).
Il processo a Galileo Galilei, sostenitore della teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa cattolica, iniziò a Roma il 12 aprile 1633 e si concluse il 22 giugno 1633 con la condanna per eresia e con l'abiura forzata delle sue concezioni astronomiche.
Il principio di Huygens-Fresnel, o più semplicemente principio di Huygens (dal nome del fisico olandese Christiaan Huygens), è un metodo di analisi applicato ai problemi di propagazione delle onde. In ottica ondulatoria esso ha la seguente formulazione: Ogni elemento dΣ di un fronte d'onda Σ si può considerare formalmente come una sorgente secondaria di onde sferiche in fase con la primaria e di ampiezza proporzionale a quella dell'onda primaria e all'area dΣ. La perturbazione prodotta in un punto dello spazio si può sempre ottenere come sovrapposizione di tutte le onde sferiche secondarie che raggiungono quel punto. Il principio espresso costituisce uno strumento di calcolo molto utile, in quanto consente di determinare direttamente il fronte d'onda ad un certo istante una volta noto quello ad un qualsiasi istante precedente (o successivo). Il calcolo della figura di interferenza prodotta dall'inviluppo delle onde sferiche secondarie è possibile sia quando l'onda si propaga liberamente, sia quando essa viene limitata da un ostacolo impenetrabile ed è pertanto utilizzabile nella determinazione degli effetti di diffrazione prodotti da una radiazione, visibili su uno schermo.
Jacques Babinet (Lusignan, 5 marzo 1794 – Parigi, 31 ottobre 1872) è stato un fisico francese.
Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642) è stato un fisico, astronomo, filosofo, matematico e accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna. Personaggio chiave della rivoluzione scientifica, per aver esplicitamente introdotto il metodo scientifico (detto anche "metodo galileiano" o "metodo sperimentale"), il suo nome è associato a importanti contributi in fisica e in astronomia. Di primaria importanza fu anche il ruolo svolto nella rivoluzione astronomica, con il sostegno al sistema eliocentrico e alla teoria copernicana.I suoi principali contributi al pensiero filosofico derivano dall'introduzione del metodo sperimentale nell'indagine scientifica grazie a cui la scienza abbandonava, per la prima volta, quella posizione metafisica che fino ad allora predominava, per acquisire una nuova, autonoma prospettiva, sia realistica che empiristica, volta a privilegiare, attraverso il metodo sperimentale, più la categoria della quantità (attraverso la determinazione matematica delle leggi della natura) che quella della qualità (frutto della passata tradizione indirizzata solo alla ricerca dell'essenza degli enti) per elaborare ora una descrizione razionale oggettiva della realtà fenomenica.Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galilei fu processato e condannato dal Sant'Uffizio, nonché costretto, il 22 giugno 1633, all'abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria villa di Arcetri. Nel corso dei secoli il valore delle opere di Galilei venne gradualmente accettato dalla Chiesa, e 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II, alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, riconobbe "gli errori commessi" sulla base delle conclusioni dei lavori cui pervenne un'apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981, riabilitando Galilei.
La proiezione di Mollweide è una proiezione cartografica utilizzata per le mappe geografiche, conosciuta anche come proiezione di Babinet, o proiezione ellittica. Viene anche definita utilizzando la definizione più precisa, cioè proiezione pseudocilindrica equivalente, ad indicarne la principale caratteristica: conserva inalterate le aree e non gli angoli e le forme. È utilizzata principalmente quando la precisione della rappresentazione di un'area è prioritaria rispetto alla forma della carta geografica, per esempio nelle carte che rappresentano distribuzioni globali o meglio ancora la carta che rappresenta la radiazione cosmica di fondo. Questa proiezione fu pubblicata per la prima volta dal matematico ed astronomo tedesco Karl Mollweide (1774 - 1825) come perfezionamento della proiezione di Mercatore. Fu resa celebre da Jacques Babinet nel 1857. La proiezione di Mollweide è una proiezione cartografica in cui l'equatore è rappresentato come una linea retta orizzontale perpendicolare ad un meridiano centrale passante per il suo punto medio. Gli altri paralleli sono paralleli all'equatore e si infittiscono verso i poli, mentre i meridiani sono equidistanti tra loro ma curvati per raggiungere i poli. Le distorsioni aumentano quindi allontanandosi dal meridiano centrale e dall'equatore. Verticalmente le forme risultano allungate vicino all'equatore e schiacciate vicino ai poli. Geometricamente, i meridiani a 90 gradi ad est e ad ovest formano un cerchio perfetto e l'intero globo terrestre viene rappresentato in un'ellisse di proporzioni 2:1. La proporzione dell'area dell'ellisse tra ciascun parallelo e l'equatore equivale alla proporzione dell'area del globo tra quel parallelo e l'equatore, a scapito della distorsione delle forme, significativa sugli angoli, tuttavia non così marcata come nella proiezione sinusoidale. La distorsione delle forme può essere attenuata utilizzando una versione "spezzata". Una proiezione di Mollweide a "sinusoide spezzata" elimina il meridiano centrale a favore di una serie di semi-meridiani che formano angoli retti con l'equatore. L'effetto finale è che il globo viene diviso in vari lembi. Per contrasto, una proiezione di Mollweide a "parallelo spezzato" utilizza una serie di meridiani centrali disgiunti, creando una serie di ellissi uniti all'equatore. Raramente il progetto può essere disegnato in obliquo per spostare le aree distorte agli oceani, permettendo che i continenti rimangano più fedeli alla forma originale.