Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
L'ebraismo (in ebraico: יהדות?) indica uno stile di vita sia una tradizione culturale diffusa all'interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo. Come religione l'odierno ebraismo, detto anche ebraismo rabbinico, è l'evoluzione maggioritaria della religione biblica, frutto secondo la tradizione, dell'alleanza (Berit) tra Dio, indicato nella Torah con il nome di Yahweh, e il popolo ebraico. I suoi testi fondamentali sono la Torah, il Tanakh e la tradizione orale supplementare, rappresentata dai testi della Mishnah e del Talmud.
Ebraismo ortodosso è la denominazione più antica e maggioritaria dell'ebraismo rabbinico. Gli ebrei ortodossi sono quelli che seguono più strettamente e si attengono con maggior fedeltà alle leggi della Torah scritta e di quella orale, ricevute, secondo la tradizione ebraica, da Mosè direttamente da Dio sul monte Sinai nell'anno 2448 del calendario ebraico. Il termine è stato coniato in seguito alle nuove forme di ebraismo venutesi a creare dall'inizio del XIX secolo. Oggigiorno il termine ortodosso si riferisce alla legge, alla tradizione e alla religione ebraica rimaste immutate nei secoli. È un approccio al Giudaismo che aderisce alle interpretazioni ed applicazioni tradizionali delle leggi della Torah come statuite dal Talmud secondo il Sinedrio ("Torah orale") e successivamente sviluppate e seguite dalle autorità note come Gaonim, Rishonim e Acharonim, (cfr. Ere rabbiniche). Gli ebrei ortodossi sono chiamati anche "ebrei osservanti"; l'ortodossia è nota inoltre come "Ebraismo della Torah" o "Ebraismo tradizionale". L'ebraismo ortodosso si riferisce usualmente all'Ebraismo Ortodosso Moderno e all'ebraismo Haredi o chassidico ma di fatto include una vasta gamma di credenze.
I rapporti tra cristianesimo ed ebraismo sono spesso stati oggetto di dibattito; sebbene entrambe le religioni condividano radici storiche nel periodo del Secondo Tempio, queste stesse religioni si sono separate, con profondi cambiamenti, nei primi secoli dell'era volgare.
Teologia dell'Olocausto (dal greco ὁλόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente", a sua volta composta da ὅλος /holos, "tutto intero", e καίω / kaio, "brucio") si riferisce ad un corpo di dibattiti e riflessioni teologiche e filosofiche, e relativa letteratura, nell'ambito dell'Ebraismo, che tenta di affrontare con diverse opinioni contrastanti, il ruolo di Dio nell'universo e nel mondo del genere umano, alla luce dell'Olocausto avvenuto dai primi anni 1930 fino al 1945, quando circa 11 milioni di persone, tra cui 6 milioni di Ebrei, sono stati sterminati in un genocidio perpetrato dal regime nazista e suoi alleati. La "Teologia dell'Olocausto" viene anche definita come "Theologie nach Auschwitz" (dal tedesco: "teologia dopo Auschwitz" o "teologia post-Auschwitz"), a causa della pratica comune di utilizzare Auschwitz come sineddoche dell'Olocausto nel suo complesso.
Il Tempio di Gerusalemme o Tempio Santo (in ebraico: בֵּית־הַמִּקְדָּשׁ?, Bet HaMikdash, tiberiense: Beṯ HamMiqdāš, aschenazita: Beis HaMikdosh; in arabo: بيت القدس: Beit al-Quds o بيت المقدس: Bait-ul-Muqaddas; Ge'ez: ቤተ መቅደስ: Betä Mäqdäs), fu un insieme di strutture situate sul Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme, sito attuale della Cupola della Roccia. Il Tempio, ricostruito diverse volte nel corso dei secoli, funzionò come luogo di culto per gli Israeliti ed infine per gli ebrei lì stanziati, l'edificio sacro più importante dell'ebraismo.La parola ebraica per la vera e propria costruzione è Beit HaMikdash o Beit haMiqdash, ovvero la casa della Santificazione, tuttavia essa è indicata nella Bibbia ebraica anche con altri nomi quali Beit A-donai, ovvero "casa di Dio" o semplicemente Beiti ovvero la Mia casa (di Dio). Il primo tempio di Gerusalemme, secondo la Bibbia, venne edificato da re Salomone secondo il volere di re David, il quale ne aveva avuto indicazione da Dio stesso. Nonostante il desiderio del sovrano di vedere il completamento della sua costruzione, fu appunto suo figlio, e suo successore al trono del Regno di Giuda e Israele, a vederlo ultimato.
Gli Ebrei (in ebraico: יְהוּדִים? עברי, ʿivrîˈ, anche in ebraico: יְהוּדִים?, Yhudim o jehuˈdim), anche detti popolo ebraico, sono un popolo, o gruppo etnoreligioso, e i fedeli di una religione, che prende origine dagli Israeliti del Vicino Oriente antico. Nazionalità e religione ebraiche sono strettamente correlate e l'ebraismo è la fede tradizionale della nazione ebraica.Secondo la tradizione ebraica la loro ascendenza è stata fatta risalire ai patriarchi biblici Abramo, Isacco e Giacobbe, che vivevano a Canaan intorno al XVIII secolo a.C. Storicamente, gli ebrei si erano evoluti in gran parte dalla Tribù di Giuda e Simeone, e in parte dalle tribù israelite di Beniamino e Levi, che tutti insieme formavano l'antico Regno di Giuda. Un gruppo strettamente legato è quello dei Samaritani, che sostengono la discendenza dalle tribù israelite di Efraim e di Manasse, mentre secondo la Bibbia la loro origine è dal popolo portato in Israele dall'Impero Assiro e da alcuni Kohanim (sacerdoti ebrei) che avevano loro insegnato come adorare il "Dio nativo". L'etnia, nazionalità e religione ebraiche sono fortemente correlate, dato che l'ebraismo è la fede tradizionale della nazione ebraica. Coloro che si convertono all'ebraismo assumono una condizione nell'ambito dell'ethnos ebraico pari a coloro che ci sono nati. La conversione non viene incoraggiata dall'ebraismo tradizionale (ortodosso) ed è principalmente applicabile ai casi di matrimoni misti.Nello Stato di Israele è in vigore la Legge del ritorno, in forza della quale chiunque sia in grado di dimostrare di essere figlio o nipote di un ebreo per via matrilineare o patrilineare, o sia convertito all'ebraismo, ha diritto alla cittadinanza israeliana. Il fatto che la possibilità di fruire della Legge del ritorno non sia riservata ai soli ebrei secondo la legge halachica – ovvero ai figli di madre ebrea o ai convertiti all'ebraismo – ha creato in Israele una grande controversia tra chi – avendo una concezione laica dello Stato ebraico – è favorevole a una definizione più allargata di "ebreo" per quel che concerne il diritto alla cittadinanza, e il rabbinato ortodosso che vorrebbe far coincidere Halakhah e Legge del ritorno. Israele è il solo Stato dove gli ebrei sono la maggioranza della popolazione. Gli ebrei hanno inoltre goduto di indipendenza politica due volte in passato, nella storia antica. La prima volta durò dal 1350 al 586 a.C., che comprese il periodo dei Giudici, la Monarchia unita, e la Monarchia divisa dei Regni di Israele e Giuda, finito con la distruzione del Tempio di Salomone. La seconda volta fu all'epoca del Regno Asmoneo dal 140 al 37 a.C. e in qualche misura sotto gli Erodiani dal 37 a.C. al 6 d.C. Dalla distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C., la maggior parte degli ebrei hanno vissuto nella diaspora. Una minoranza in ogni paese in cui vivono (con l'eccezione di Israele), hanno subito molte persecuzioni nel corso della storia, cosicché la popolazione ebraica ha oscillato sia nel numero sia nella distribuzione demografica nel corso dei secoli.
L'apostasìa (dal greco ἀπό apò «[lontano] da» e στάσις stàsis da ἵστημι ìstemi «stare, collocarsi») è l'abbandono formale e volontario della propria religione (in tale contesto si parlerà più propriamente di apostata della religione). All'apostasia può seguire sia l'adesione a un'altra religione (conversione), sia una scelta areligiosa (ateismo o agnosticismo). In senso stretto, il termine è riferito alla rinuncia e alla critica della propria precedente religione. Una vecchia e più ristretta definizione di questo termine si riferiva ai cristiani battezzati che abbandonavano la loro fede. Molte religioni considerano l'apostasia un vizio, una degenerazione della virtù della pietà, nel senso che, quando viene a mancare la pietà, l'apostasia ne è la conseguenza; spesso, l'apostata viene fatto bersaglio di condanne spirituali (ad esempio la scomunica) o materiali ed è rifuggito dai membri del suo precedente gruppo religioso. In alcuni Paesi del mondo, l'apostasia è un reato punibile con la pena di morte.
Il cristianesimo è una religione a carattere universalistico, originata dal giudaismo nel I secolo, fondata sulla rivelazione ovvero sulla venuta e predicazione, contenuta nei Vangeli, di Gesù di Nazareth, inteso come figlio del Dio d'Israele e quindi Dio egli stesso, incarnato, morto e risorto per la salvezza dell'umanità, ovvero il Messia promesso, il Cristo.. Classificata da alcuni come "religione abramitica", insieme a ebraismo (da cui essa nasce) e islam, è la religione più diffusa, con una stima di circa 2,3 miliardi di fedeli nel mondo al 2015.
La filosofia ebraica (in ebraico: פילוסופיה יהודית?; in arabo: الفلسفة اليهودية; yiddish: ייִדיש פֿילאָסאָפֿיע) include tutta la filosofia prodotta dagli ebrei, o relativa alla religione dell'Ebraismo. Fino alla moderna Haskalah (Illuminismo ebraico) e all'emancipazione ebraica, la filosofia ebraica tentava principalmente di conciliare nuove idee coerenti con la tradizione del rabbinismo, organizzando così le idee emergenti che non necessariamente erano ebraiche in una visione del mondo univoca. Con la loro accettazione nella società moderna, quegli ebrei che possedevano una formazione laica abbracciarono o svilupparono filosofie completamente nuove per soddisfare le esigenze del mondo in cui ora si trovavano. Il termine "filosofia ebraica" non è quindi universalmente accettato; è tuttavia un argomento che richiede un'attenta analisi ed un'accurata definizione e spiegazione dei termini. Secondo alcuni essa è un tentativo di fondere insieme gli insegnamenti laici ed ateistici con quelli religiosi dell'Ebraismo, secondo altri, invece, si tratta piuttosto di una forma relativamente moderna di razionalizzazione dell'Ebraismo stesso. La riscoperta medievale del pensiero greco da parte dei Gaonim delle accademie babilonesi del X secolo portò la filosofia razionalista nell'Ebraismo biblico-talmudico. La filosofia era generalmente in concorrenza con la Cabala ebraica: entrambe le scuole sarebbero diventate parte della letteratura rabbinica classica, sebbene il declino del razionalismo scolastico coincidesse con gli eventi storici che attrassero gli ebrei verso l'approccio cabalistico. Per gli ebrei aschenaziti l'emancipazione e l'incontro col pensiero laico dal XVIII secolo in poi alterò la loro interpretazione di filosofia. Le comunità aschenazite e sefardite ebbero una più tarda e ambivalente interazione con la cultura secolare che non gli ebrei dell'Europa occidentale. Nelle varie risposte alla modernità, le idee filosofiche ebraiche furono sviluppate in tutta la gamma di emergenti correnti religiose. Tali sviluppi possono essere visti sia come continuazioni o rotture con il canone della filosofia rabbinica medievale, sia come altri aspetti dialettici storici del pensiero ebraico, e ha condotto a diversi atteggiamenti ebraici contemporanei rispetto ai metodi filosofici.
Schulim Vogelmann è una collana editoriale della casa editrice La Giuntina, diretta da Daniel Vogelmann. La collana prende il nome dal padre dell'editore, sopravvissuto ad Auschwitz, unico italiano presente nella lista di Oskar Schindler. La collana si occupa appunto di memoria dell'Olocausto, letteratura yiddish, spiritualità ebraica, letteratura israeliana e temi correlati.
L'antisemitismo, per alcuni sinonimo di giudeofobia, è la paura o l'odio verso i giudei, cioè gli ebrei. Secondo la Working Definition of Antisemitism ("definizione pratica dell'antisemitismo"), dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali «l'antisemitismo è quella certa percezione descrivibile come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell'antisemitismo sono dirette contro singoli ebrei o non ebrei, e/o contro la loro proprietà, contro le istituzioni comunitarie e contro le strutture religiose ebraiche. Inoltre tali manifestazioni possono anche avere come bersaglio Israele, concepito come una collettività di ebrei. L'antisemitismo accusa frequentemente gli ebrei di cospirare ai danni del resto dell'umanità, ed è spesso utilizzato per incolpare gli ebrei di uno o più problemi politici, sociali ed economici. Trova espressione orale, scritta e impiega stereotipi sinistri e tratti caratteriali negativi.
L'ebraismo rabbinico (o rabbinismo) (in ebraico: Yahadut Rabanit - יהדות רבנית) è la forma tradizionale di ebraismo a partire dal VI secolo dell'era volgare, dopo la codificazione del Talmud babilonese. Iniziato dal giudaismo farisaico, l'Ebraismo rabbinico divenne la corrente predominante all'interno della Diaspora ebraica tra i secoli II e VI, con la redazione della Legge orale (Mishnah) e del Talmud quali interpretazioni autorevoli delle Sacre Scritture ebraiche e per incoraggiare la pratica dell'ebraismo, in assenza dei sacrifici al Tempio di Gerusalemme e non più possibili le altre osservanze relative. L'ebraismo rabbinico si basa sulla convinzione che sul Monte Sinai, Mosè abbia ricevuto la Torah (Pentateuco) direttamente da Dio, insieme ad una spiegazione orale supplementare della Rivelazione, cioè la "Legge orale", che è stata trasmessa da Mosè al popolo israelita in forma orale.
Le relazioni tra Paolo Apostolo e il giudaismo del Secondo Tempio continuano ad essere oggetto di molta ricerca accademica, dato che si pensa che Paolo abbia giocato un ruolo importante nel rapporto tra Cristianesimo ed Ebraismo in generale. L'influenza di Paolo sulla teologia cristiana viene considerata come la più determinante tra tutti gli autori neotestamentari.Alcuni studiosi reputano che Paolo (o Saulo) sia totalmente in linea con il giudaismo del I secolo (un "fariseo" e discepolo di Gamaliele, o parte del giudaismo ellenistico), altri lo vedono in opposizione al giudaismo di quel secolo (cfr. "Brani di Paolo a favore dell'antinomismo" e Marcionismo), mentre la maggioranza lo giudica come in una via di mezzo tra questi due estremi, contrario alle "Leggi rituali" (cfr. sotto, la "Controversia sulla circoncisione"), ma in pieno accordo con la "Legge divina". Tali opinioni su Paolo sono in parallelo con la visione cristiana dell'Antico Testamento.