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Intercultura è un neologismo di origine inglese e spagnola. In Italia viene impiegato in ambito scientifico già negli anni sessanta. Dal 1975 il sostantivo viene usato dall'omonima associazione di scambi giovanili ("Intercultura onlus") che lo ha registrato come marchio. Il termine si afferma inizialmente come aggettivo in ambito pedagogico e scolastico, nella forma educazione interculturale. Tuttavia l'intercultura o l'interculturalità hanno trovato un impiego in parte autonomo nell'ambito del dibattito filosofico e teologico, oltre che più di recente nelle scienze sociali. Se in inglese si usa parlare di interculturality (a cui corrisponde l'italiano interculturalità) o di intercultural (aggettivo, ad esempio nel concetto di intercultural competence), non trova impiego il termine interculture. In concorrenza con intercultura in inglese viene preferito in molti casi l'aggettivo cross-culture, proveniente dagli studi postcoloniali. Molto difficile e sottile è invece la distinzione tra interculturalismo (dall'inglese interculturalism) e intercultura/interculturalità: si potrebbe dire che, se l'interculturalismo è, sulla falsariga del multiculturalismo e come evidenzia il suffisso -ismo, il pensiero o la dottrina che studia e propugna la rilevanza degli scambi culturali, l'interculturalità allude a una dimensione di pratiche e di esperienze, anche ma non solamente di ordine intellettuale.
L'immersione linguistica (dall'inglese language immersion) è un approccio sviluppato fin dagli anni sessanta per rafforzare l'apprendimento della seconda lingua (L2) utilizzandola come veicolo (o mezzo di comunicazione) per l'assimilazione di altri contenuti. Nelle scuole che adottano l'immersione linguistica, una o più discipline vengono apprese impiegando una seconda lingua target, diversa appunto dalla lingua materna (L1) degli studenti. Gli studenti, conformemente a uno specifico progetto educativo, vengono dunque 'immersi' nella L2 e la utilizzano sia per apprendere le scienze, la storia, la geografia e/o altre materie, sia per seguire percorsi educativi, anche interdisciplinari.
L'ARLeF - Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane (Agenzia Regionale per la Lingua Friulana) è l'ente strumentale della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia che coordina le attività relative alla tutela e alla promozione della lingua friulana sul territorio regionale. Essa ha una funzione centrale nell'attuazione della normativa sulla lingua friulana prevista principalmente dalla Legge 15 1999, n. 482, in materia di "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", dalla legge regionale 22 marzo 1996, n. 15 (Norme per la tutela e la promozione della lingua e della cultura friulane e istituzione del servizio per le lingue regionali e minoritarie) e dalla legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 (Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana). L'Agenzia è un ente di diritto regionale, dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia amministrativa e finanziaria, che fa parte del Comparto unico del pubblico impiego del Friuli-Venezia Giulia. Istituita con Legge regionale n. 4 del 26 febbraio 2001 (art. 6), le sue attività hanno preso avvio nel 2005 con l’approvazione del suo Statuto (D.P.Reg. n. 0102/Pres. del 19 aprile 2005). L'Agenzia fornisce consulenza linguistica a soggetti pubblici e privati e realizza molteplici azioni per promuovere la presenza e l'uso della lingua friulana nei principali ambiti della vita sociale, fra cui la famiglia, la scuola, i mass media, le nuove tecnologie, la pubblica amministrazione, la ricerca scientifica, gli spettacoli e le arti, la cultura, il mondo del lavoro. L'Agenzia svolge le proprie funzioni mediante: attività dirette; contributi a soggetti pubblici o a soggetti privati particolarmente qualificati; forme di collaborazione con organismi pubblici e privati che operano per la conoscenza, la diffusione e l'uso della lingua friulana; istituzione di borse di studio.