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Questa lista di opere liriche è un elenco non esaustivo e di rapida consultazione di opere storicamente significative, che comprende le opere presenti in almeno cinque delle nove autorevoli liste di opere elencate nella Bibliografia. Include lavori che vengono rappresentati regolarmente al giorno d'oggi a partire da Monteverdi, Cavalli e Purcell del diciassettesimo secolo fino alle opere del tardo ventesimo secolo di Messiaen, Berio, Glass, Adams, Birtwistle e Weir. La breve nota d'accompagno offre una sintetica spiegazione della rilevanza storica di ogni titolo elencato. Per un'introduzione alla storia dell'opera lirica, vedi Opera. L'ordine dell'elenco è per anno di prima rappresentazione o, se questa avvenne molto tempo dopo la morte del compositore, per data approssimativa di composizione.
Il pirata è un'opera di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, rappresentata in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre 1827.
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore e senatore italiano. Giuseppe Verdi è universalmente riconosciuto fra i più importanti compositori di opere liriche. Subentrò ai protagonisti italiani del teatro musicale del primo Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti; come Richard Wagner, interpretò in modo originale, seppur differente, gli elementi romantici presenti nelle sue opere. Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell'unità del Paese. Fu perciò che, un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò Milano, accompagnando le sue spoglie con le note del Va', pensiero, il coro degli schiavi ebrei del Nabucco. Il Va' pensiero, da lui scritto circa 60 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso, dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale. Le sue opere rimangono ancora tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare la cosiddetta "triade verdiana": Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853).
Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) è stato un compositore italiano, considerato uno dei maggiori e più significativi operisti della storia musicale. Le sue prime composizioni erano radicate nella tradizione dell'opera italiana del tardo XIX secolo. Tuttavia, successivamente, Puccini sviluppò con successo il suo lavoro in una direzione personale, includendo alcuni temi propri del Verismo musicale, un certo gusto per l'esotismo e studiando l'opera di Richard Wagner sia sotto il profilo armonico che orchestrale e per l'uso della tecnica del leitmotiv. Ricevette la formazione musicale presso il conservatorio di Milano, sotto la guida di maestri come Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, dove fece amicizia con Pietro Mascagni. Le opere più famose di Puccini, considerate di repertorio per i maggiori teatri del mondo, sono La bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1903) e Turandot (1926). Quest'ultima non fu completata perché il compositore si spense stroncato da un tumore alla gola poco prima di terminare le ultime pagine (il Maestro era un forte fumatore); l'opera fu poi completata con finali diversi: quello di Franco Alfano (il primo, coevo alla prima assoluta ed ancor oggi più eseguito); successivamente nel XXI secolo per opera di Luciano Berio, abbastanza rappresentato. Non mancano altre proposte e studi di nuovi completamenti.
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un compositore e musicista austriaco. Annoverato tra i massimi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento, iniziò a comporre all'età di cinque anni e morì all'età di trentacinque, lasciando pagine che influenzarono profondamente tutti i principali generi musicali della sua epoca, tra cui musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere, tanto da essere definito dal Grove Dictionary come "il compositore più universale nella storia della musica occidentale".Fu inoltre il primo, fra i musicisti più importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una carriera come libero professionista. Incluso nei massimi esponenti del classicismo musicale settecentesco, insieme a Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven costituisce la triade alla quale, nella letteratura musicologica, alcuni autori fanno riferimento come prima scuola di Vienna.
Ariane et Barbe-bleue (Arianna e Barbablù) è un'opera in tre atti di Paul Dukas. Il libretto francese è adattato (con pochissime modifiche) dalla commedia simbolista omonima di Maurice Maeterlinck, a sua volta liberamente ispirata al racconto letterario francese La Barbe bleue di Charles Perrault.
Tu che di gel sei cinta è un'aria di Liù (soprano) della prima scena del terzo atto di Turandot (1926), opera di Giacomo Puccini. L'aria rappresenta un punto chiave della composizione, il massimo contrasto fra Turandot e Liù, le due voci di soprano e protagoniste femminili che incarnano opposti sentimenti. Ashbrook e Powers ipotizzano che l'incompletezza dell'opera, principalmente dopo questo punto, sia da attribuirsi all'inadeguata costruzione drammatica della trama, l'accostamento tra il duro trattamento riservato ai personaggi secondari e il repentino cambio radicale di sentimenti della principessa all'ultimo minuto.
Norma è un'opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L'infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845). Composta in meno di tre mesi, nel 1831, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832. Quella sera l'opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all'esecuzione, sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla primadonna, il soprano Giuditta Pasta. Non solo, ma l'inconsueta severità della drammaturgia e l'assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese. Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell'antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l'orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.
Maurice Polydore Marie Bernard Maeterlinck (Gand, 29 agosto 1862 – Nizza, 6 maggio 1949) è stato un poeta, drammaturgo e saggista belga, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1911.
Turandot (AFI: /turanˈdɔt/) è un'opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano. La prima rappresentazione ebbe luogo nell'ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini, Giuseppe Nessi e Aristide Baracchi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo l'ultima pagina completata dall'autore, rivolgendosi al pubblico, secondo alcune testimonianze, con queste parole: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» Le sere seguenti, l'opera fu messa in scena con il finale rivisto di Alfano, ma fu diretta da Ettore Panizza. Arturo Toscanini non diresse mai più l'opera.L'incompiutezza dell'opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C'è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa dell'inesorabile progredire del male che affliggeva l'autore, bensì per l'incapacità, o piuttosto l'intima impossibilità da parte del Maestro di interpretare quel trionfo d'amore conclusivo, che pure l'aveva inizialmente acceso d'entusiasmo e spinto verso questo soggetto. Il nodo cruciale del dramma, che Puccini cercò invano di risolvere, è costituito dalla trasformazione della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata.
El retablo de maese Pedro (Il teatro dei burattini di maestro Pietro) è un'opera lirica di Manuel de Falla, composta tra il 1919 e il 1923. Fu rappresentata nel 1923, prima a Siviglia in forma di concerto nel mese di marzo, poi il 25 giugno nel palazzo della principessa di Polignac a Parigi.
I puritani sono i seguaci del puritanesimo, un movimento sorto nell'ambito del protestantesimo calvinista inglese durante il XVI secolo. Lo scopo di questo movimento era, appunto, quello di purificare la Chiesa d'Inghilterra da tutte le forme non previste dalle Sacre Scritture. Si intendeva in tal modo annullare i compromessi con il cattolicesimo promossi dalla Riforma sotto Enrico VIII ed Elisabetta I d'Inghilterra.
Dido and Æneas è un'opera in tre atti di Henry Purcell, su libretto di Nahum Tate. Rappresentata per la prima volta a Chelsea (Londra) probabilmente l'11 aprile del 1689 in un convitto per giovani gentildonne, per l'incoronazione di Guglielmo III d'Orange e Maria II Stuart, costituisce l'opera più celebre di Purcell e un capolavoro assoluto del melodramma britannico.
Nell'opera, il verismo (da vero) fu una tradizione operistica post-romantica associata a compositori italiani come Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Umberto Giordano, Francesco Cilea e Giacomo Puccini.
Il teatro latino è una delle più grandi espressioni della cultura della Roma antica. Fortemente caratterizzato nella direzione dell'intrattenimento, era spesso incluso nei giochi, accanto ai combattimenti dei gladiatori, ma soprattutto, sin dalle origini è collegato alle feste religiose. La provenienza di molti testi è di origine greca, in forma di traduzioni letterali o rielaborazioni (vertere), mescolate ad alcuni elementi di tradizione etrusca. Era anche d'uso la contaminatio, consistente nell'inserire in un testo principale scene di altre opere, adattandole al contesto. Non di rado i testi erano censurati, impedendo riferimenti diretti alla vita civile o politica, mentre era esaltato il gusto della gestualità e della mimica. Il teatro era rivolto alla popolazione intera, e l'ingresso era gratuito.
Il Real Teatro di San Carlo (noto semplicemente come Teatro San Carlo) è un teatro lirico di Napoli, tra i più famosi e prestigiosi al mondo. Fondato nel 1737, è il teatro d'opera più antico d'Europa e del mondo ad essere tutt'ora attivo, primo teatro Italiano ad istituire una scuola per la danza; anticipa di 41 anni il Teatro alla Scala di Milano e di 55 anni il Teatro La Fenice di Venezia. In origine, poteva ospitare 3285 spettatori, poi ridotte a 1386 in seguito alle normative sulla sicurezza. Conta una vasta platea (22×28×23 m), cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico (34×33 m). Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d'Europa. Affacciato sull'omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento, il teatro, in linea con le altre grandi opere architettoniche del periodo, quali le grandi regge borboniche, fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea. Il Teatro San Carlo è stato inserito dall'UNESCO tra i monumenti considerati Patrimonio dell'Umanità, oltre ad essere classificato come teatro più bello del mondo.
Paolo Malatesta e Francesca da Rimini sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicata buona parte del V canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nella Commedia, i due giovani rappresentano le principali anime condannate alla pena dell'inferno dantesco, nel cerchio dei lussuriosi. In vita furono cognati (Francesca era infatti sposata con Gianciotto, fratello di Paolo) e questo amore li condusse alla morte per mano del marito di Francesca. Francesca spiega al poeta come tutto accadde: leggendo il libro che spiegava l'amore tra Lancillotto e Ginevra, i due trovarono calore nel bacio tremante che alla fine si scambiano e che caratterizza l'inizio della loro passione. La tragica vicenda amorosa di Paolo e Francesca è stata rievocata altre volte, sempre in letteratura (le tragedie del Pellico e del D'Annunzio) ma anche nell'opera lirica da parte di autori come Gounod, Thomas, Rachmaninov o Prokof'ev (balletto). Particolarmente conosciuta, apprezzata ed amata è la versione che ne ha dato nel 1914 il compositore italiano Riccardo Zandonai nella sua Francesca da Rimini. Non andrà sottaciuta la commossa "difesa" fatta da Boccaccio (vedi più avanti) il quale ci racconta che alla base del matrimonio tra Gianciotto e Francesca da Polenta ci fu un terribile equivoco incoraggiato se non architettato dai maggiorenti delle due famiglie. A Francesca, sostiene Boccaccio, fu fatto credere che avrebbe sposato il bello ed elegante Paolo. L'osservazione boccacciana (definita dal Torraca "ultima novella di Boccaccio") è tenera e sentimentale, ma non regge a un minimo di critica storica.
Idomeneo, K 366 (anche noto come Idomeneo, re di Creta ossia Ilia e Idamante), è un'opera seria (il primo capolavoro serio di Mozart) in lingua italiana di Wolfgang Amadeus Mozart. Il libretto, denominato "Dramma per musica in tre atti" fu scritto dall'abate Giambattista Varesco ed è tratto dall'omonimo libretto di Antoine Danchet per la Tragédie-lyrique Idoménée (Parigi 1712) di André Campra.
L'opera è il termine italiano di utilizzo internazionale per un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto. La denominazione "opera" è la forma abbreviata di opera lirica o anche della locuzione sostantivale opera in musica. Non è un caso che la parola "opera" sia usata invariabilmente in quasi tutte le lingue del mondo: anche se pure altre nazioni posseggono tradizioni operistiche di innegabile importanza e valore, il genere è nato e si è sviluppato in Italia, paese che per questo possiede il maggior numero di teatri d'opera al mondo e ha tra i suoi maggiori vanti l'essere universalmente considerata la patria dell'opera. Tra i numerosi sinonimi, più o meno appropriati, basta ricordare melodramma, opera in musica, teatro musicale e opera lirica, espressione largamente impiegata dal linguaggio comune e mediatico. Il termine è fortemente contestualizzato nel suo impiego, in quanto il vocabolo opera, in italiano, è un termine di origine latina che indica un lavoro in generale, particolarmente in ambito artistico. Dall'agosto 2013, l'Associazione Cantori Professionisti d'Italia ha depositato presso il MIBACT il dossier per la Candidatura UNESCO per l'opera italiana, con l'intento di iscrivere l'opera all'interno del Patrimonio dell'Umanità protetto da UNESCO.
Nessun dorma è una celebre romanza per tenore della Turandot di Giacomo Puccini. È intonata dal personaggio di Calaf all'inizio del terzo atto. Immerso nella notte di Pechino, in totale solitudine, il "Principe ignoto" attende il sorgere del giorno, quando potrà finalmente conquistare l'amore di Turandot, la principessa di ghiaccio. Il primo tenore a cantarla è stato Miguel Fleta nel 1926.
Luigi Illica (Castell'Arquato, 9 maggio 1857 – Castell'Arquato, 16 dicembre 1919) è stato un commediografo e librettista italiano.
Francesca da Rimini, o da Polenta (Ravenna, 1259/1260 – Rimini, 1285), era figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, e di una nobile appartenente alla famiglia Fontana, forse di nome Francesca e discendente da Aldighiero (1140), che da Ferrara si rifugiò nella città romagnola.
La clemenza di Tito (K 621) è un'opera seria in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart - uno degli ultimi lavori teatrali del genio salisburghese - musicata su libretto di Caterino Mazzolà, a sua volta basato sul melodramma omonimo di Pietro Metastasio.La prima rappresentazione si tenne al Teatro degli Stati di Praga il 6 settembre 1791 in occasione dei festeggiamenti per l'incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia. L'opera reca il numero 621 del Catalogo Köchel.
Don Chisciotte alle nozze di Gamace è un'opera in due atti di Antonio Salieri, su libretto di Giovanni Gastone Boccherini. La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 6 gennaio 1771.
Il teatro in Italia ha una storia oltre che bimillenaria e risale ai tempi dell'antica Roma, anche se fu preceduto da quello greco delle colonie della Magna Grecia.
Il Teatro Comunale di Bologna fu costruito da Antonio Galli da Bibbiena nel luogo in cui, un tempo, sorgeva Palazzo Bentivoglio, distrutto nel 1507. Una parte dei resti formano gli attuali Giardini del Guasto, compresi tra via del Guasto e Largo Respighi, dove invece c'è l'ingresso artisti.
Don Chisciotte è un'opera di Alberto Mazzucato su libretto di Jacopo Crescini. Fu rappresentata per la prima volta al Teatro della Canobbiana di Milano il 26 aprile 1836, sotto la direzione del compositore.Gli interpreti della prima rappresentazione furono:
Miguel de Cervantes Saavedra (Alcalá de Henares, 29 settembre 1547 – Madrid, 23 aprile 1616) è stato uno scrittore, romanziere, poeta, drammaturgo e militare spagnolo. È universalmente noto per essere l'autore del romanzo Don Chisciotte della Mancia, uno dei capolavori della letteratura mondiale di ogni tempo. In quest'opera, pubblicata in due volumi nel 1605 e nel 1615, l'autore prende di mira con l'arma della satira e dell'ironia i romanzi cavallereschi e la società del suo tempo. Nel romanzo, Cervantes contrappone all'allampanato cavaliere, maniaco di avventure e di gloria, la figura del suo pingue e umanissimo scudiero, incapace d'innalzarsi al di sopra della piatta realtà. La sua influenza sulla letteratura spagnola è stata tale che lo spagnolo è stato definito come la lingua di Cervantes e a lui è stato dedicato l'Istituto di lingua e cultura spagnola.
Un giorno di regno (noto anche come Il finto Stanislao) è la seconda opera lirica di Giuseppe Verdi. È un melodramma giocoso scritto su libretto di Felice Romani. È l'unica opera buffa verdiana insieme al senile Falstaff. È inoltre l'unica opera in cui il compositore fa uso dei recitativi secchi. La prima rappresentazione si svolse al Teatro alla Scala il 5 settembre 1840.