Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La seguente tabella si basa su dati provenienti dalla pubblicazione "Languages of the World". Molte delle stime si riferiscono ad anni precedenti il 2010. Tutte le stime più aggiornate invece sono riprese da Ethnologue, 2020 (23ª edizione) e 2019 (22ª edizione). Svariate percentuali sono parecchio approssimate ma, ricalcolandole in base ai dati aggiornati sulla popolazione mondiale e sui parlanti madrelingua, diventano molto più precise. La stima più precisa possibile si estrae comunque dai dati aggiornati, siccome sia la popolazione mondiale che il numero di parlanti L1 di una lingua subiscono variazioni (e.g. possono aumentare nel tempo e scalare di classifica). Sono state considerate le prime 104 lingue parlate nel mondo ordinate per numero di madrelingua (L1) e indicando ove presenti il totale dei parlanti. Le altre statistiche presentano i parlanti totali. Secondo Worldometer, al dicembre 2020 la popolazione mondiale è poco più di 7,834 miliardi di persone (oltre 7.834.000.000 persone) e potrebbe raggiungere gli 8 miliardi nel 2023. Sotto la tabella, un'altra tabella riassume le lingue più parlate al mondo per numero di parlanti totali al 2020.
Le lingue celtiche sono idiomi che derivano dal proto-celtico, o celtico comune, una branca della grande famiglia linguistica indoeuropea. Durante il I millennio a.C., queste venivano parlate in tutta l'Europa, dal Golfo di Guascogna al Mar del Nord, lungo il Reno ed il Danubio fino al Mar Nero e al centro della penisola anatolica (Galazia). Oggi le lingue celtiche sono limitate a poche zone ristrette in Gran Bretagna, nell'Isola di Man, in Irlanda ed in Bretagna in Francia. Il proto-celtico si divide apparentemente in quattro sub-famiglie: Il gallico ed i suoi parenti più stretti, il lepontico, il norico ed il galato. Queste lingue venivano parlate in un vasto spazio che andava dalla Francia fino alla Turchia, dal Belgio fino all'Italia settentrionale. Il celtiberico, anticamente parlato nella penisola iberica, ovvero nell'area del Portogallo centro-meridionale, in Galizia, nelle Asturie, in Cantabria, in Aragona e León in Spagna. Il goidelico, che include l'irlandese, il gaelico scozzese, ed il mannese. Il brittonico che include il gallese, il bretone, il cornico, il cumbrico, l'ipotetico ivernico e forse il pittico.Alcuni studiosi distinguono un celtico continentale da un celtico insulare, argomentando che le differenze tra le lingue goideliche e quelle brittoniche si sono originate dopo la separazione fra lingue continentali e insulari. Altri studiosi distinguono invece un celtico-Q da un celtico-P, a seconda dello sviluppo della consonante indoeuropea kʷ. La lingua bretone è brittonica, non gallica. Quando gli anglo-sassoni si trasferirono in Gran Bretagna, alcuni dei nativi gallesi (welsh, dalla parola germanica Welschen che designa gli "stranieri", parola che deriva dal nome della tribù celtica dei Volci Tectosagi che erano appunto confinanti e talvolta in guerra con tribù germaniche e pertanto stranieri per questi ultimi) attraversarono la Manica e si stabilirono in Bretagna. Questi ultimi portarono con sé la loro lingua madre che diventò in seguito il bretone, che rimane ancora oggi parzialmente intelligibile con il gallese moderno ed il cornico. La distinzione del celtico in queste quattro sub-famiglie probabilmente accadde attorno al 1000 a.C. I primi celti sono comunemente associati alla cultura dei campi di urne, alla cultura di Hallstatt ed alla cultura di La Tène.
La lingua ladina dolomitica (in ladino lingaz ladin dolomitan; [liŋ'gat͡s la'din dolomi'tan]), nota semplicemente come lingua ladina (lingaz ladin; [liŋ'gat͡s la'din]), è un idioma retoromanzo parlato in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Una lingua franca è una lingua che viene usata come strumento di comunicazione internazionale o comunque fra persone di differente lingua madre e per le quali è straniera. Prende il nome dalla lingua franca mediterranea o sabir, lingua pidgin parlata nei porti del Mediterraneo tra l'epoca delle Crociate e il XIX secolo.
La scuola secondaria di primo grado, comunemente detta scuola media o, più raramente, scuola media inferiore, nell'ordinamento scolastico italiano, rappresenta il secondo livello del primo ciclo di studio dell'istruzione obbligatoria. Dura tre anni, dagli 11 ai 14 anni. Segue la scuola primaria, comunemente detta scuola elementare, e precede la scuola secondaria di secondo grado, comunemente detta scuola superiore o, più raramente, scuola media superiore. Per poter accedere alla scuola secondaria di secondo grado è dunque necessario completare la scuola primaria e secondaria di primo grado, e inoltre occorre superare l'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione.
La scuola dell'infanzia (nota anche e in passato unicamente come scuola materna) consiste in Italia nel percorso pre-scolastico rivolto ai bambini dai tre ai sei anni d'età. È una struttura che può essere gestita dallo Stato oppure da diversi soggetti: ordini religiosi, comunità locali, enti privati. La scuola dell'infanzia statale può essere integrata in istituti comprensivi, pur mantenendo facoltativa l'iscrizione. Ai bambini di età inferiore ai tre anni è dedicato invece l'asilo nido (o nido d'infanzia).
Le lingue retoromanze sono un raggruppamento di lingue neolatine unite da strette affinità e parlate da circa 900.000 persone (1.500.000/2.000.000 di persone se si contano coloro che conoscono una lingua retoromanza ma non la utilizzano quotidianamente) nella parte centro-orientale dell'arco alpino. Le lingue riconosciute che ne fanno parte sono il romancio, il ladino ed il friulano; nel complesso queste tre lingue costituiscono l'intero gruppo (alcune fonti indicano come lingua distinta l'anaunico, altri lo considerano semplicemente un dialetto di transizione fra il ladino ed il romancio).
Il Liceo Linguistico è una delle scuole secondarie di secondo grado a cui si può accedere in Italia. Esso prevede l'insegnamento delle materie caratteristiche di un liceo (lingua e letteratura italiana, lingua latina, lingue straniere, storia dell'arte, storia, filosofia, matematica, fisica, biologia, chimica, scienze della terra) e con un notevole approfondimento delle materie linguistiche (tre lingue e letterature straniere quinquennali). Secondo la riforma Gelmini, entrata in vigore dal 1º settembre 2010, è previsto l'insegnamento quinquennale di tre lingue straniere. La lingua inglese viene solitamente studiata come "Lingua e cultura straniera 1". Le altre due lingue straniere possono essere europee o extra-europee (l'offerta delle lingue varia in base all'istituto scolastico). Le lingue straniere che possono essere attivate negli istituti pubblici sono: arabo, cinese, ebraico, francese, giapponese, russo, spagnolo e tedesco. Negli ultimi anni sempre più istituti scolastici hanno scelto di attivare una o più lingue extra-europee. Il diploma di liceo linguistico garantisce l'accesso a qualsiasi facoltà universitaria.
La grammatica (ant. gramàtica; dal latino grammatĭca e a sua volta dal greco γραμματική (grammatiké)) è, in linguistica, quel complesso di regole necessarie alla costruzione di frasi, sintagmi e parole di una determinata lingua. Il termine si riferisce anche allo studio di dette regole, che appartengono all'ambito della fonologia (e fonetica), morfologia, sintassi, semantica e pragmatica. I linguisti normalmente non intendono per "grammatica" le regole ortografiche, anche se spesso i manuali che si autodefiniscono "grammatiche" includono regole concernenti l'ortografia e la punteggiatura. In certi usi, con grammatica ci si riferisce in particolare alla morfologia e sintassi di una lingua.
L'esperanto è una lingua artificiale, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall'oculista polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali (LAI). Presentata nel Primo Libro (Unua libro - Varsavia, 1887) come Lingvo Internacia ("lingua internazionale"), prese in seguito il nome esperanto ("colui che spera", "sperante") dallo pseudonimo di "Doktoro Esperanto", utilizzato dal suo inventore. Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice, ma espressiva, appartenente all'umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi "minori", altrimenti condannati all'estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti. Per questo motivo l'esperanto è stato ed è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la cosiddetta democrazia linguistica. Le regole della grammatica dell'esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica; esse non prevedono eccezioni. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, alcuni (specie quelli introdotti di recente) da lingue non indoeuropee come il giapponese, ma in gran parte da latino, lingue romanze (in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco). Vari studi hanno dimostrato che si tratta di una lingua semplice da imparare anche da autodidatti e in età adulta, per via delle forme regolari, mentre altri dimostrano come dei ragazzi che hanno studiato l'esperanto apprendano più facilmente un'altra lingua straniera. Lo studio di due anni di esperanto nelle scuole come propedeutico a una lingua straniera viene detto "metodo Paderborn" perché la sua efficacia è stata dimostrata nell'università tedesca di Paderborn. L'espressività dell'esperanto, simile a quella delle lingue naturali, è dimostrata dalla traduzione di opere di notevole spessore letterario. La cultura originale esperantista ha prodotto e produce in tutte le arti: dalla poesia e la prosa fino al teatro e alla musica. La logica con cui è stata creata minimizza l'ambiguità, per cui si presta a essere usata in informatica, nel ramo della linguistica computazionale, per il riconoscimento automatico del linguaggio. La tradizione dell'esperanto in Polonia e in Croazia è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale. Ci sono proposte per usare l'esperanto come lingua franca per i lavori nel Parlamento europeo, principalmente per motivi economici o per evitare che si vada verso una o più lingue nazionali. Tuttavia finora l'Unione europea giustifica l'attuale politica multilinguista che prevede l'uso di 24 lingue ufficiali, per motivi di trasparenza, non senza critiche da parte di chi sospetta che tale politica stia in realtà portando verso il solo inglese o, al più, al trilinguismo.
La lingua catalana è una lingua romanza occidentale parlata da oltre 10 milioni di persone in Spagna (Catalogna, Isole Baleari, Comunità Valenzana, Murcia e Frangia d'Aragona), Francia (Rossiglione), Andorra e Italia (Alghero); a questi vanno aggiunti circa 350.000 parlanti residenti nelle zone in cui il catalano non è considerato idioma autoctono (per la maggior parte concentrati in Europa e America Latina). Nella Comunità Valenzana è parlata una variante del catalano che prende il nome di valenciano (valencià), con numerose subvarianti (castellonenc, apitxat, ecc.), nelle Isole Baleari è diffusa un'altra variante comunemente nota come maiorchino (mallorquí), cui si ricollegano le due subvarianti del minorchino (menorquí) e dell'ibizenco (eivissenc), mentre nella città sarda di Alghero si è conservata un'antica variante orientale (alguerès) che ha subito marcate influenze sia da parte del sardo sia dell'italiano. Il catalano e le sue varianti presentano pertanto molte differenze dialettali dovute allo sviluppo autonomo che hanno avuto nel corso degli ultimi secoli. Il catalano ha influenzato parecchi dialetti e lingue regionali italiane, specialmente in alcune regioni in passato governate dalla corona aragonese, e, a sua volta, è stato influenzato dall'italiano, sia in età rinascimentale che in epoche successive. Il catalano è molto diverso dal resto delle lingue ibero-romanze per via della sua grammatica e delle sue parole di origine gallo-romanze, quindi è strettamente collegato con l'occitano, il francese e le lingue del nord Italia, sebbene abbia ricevuto un'importante influenza delle lingue ibero-romanze.
La lingua albanese (in albanese gjuha shqipe /ˈɟʝuˑha ˈʃcçiˑpɛ/, nome nativo gjuha arbëreshe o arbërishtja, storicamente e colloquialmente anche conosciuto come arbërore) è una lingua indoeuropea appartenente all'omonimo gruppo linguistico. La lingua albanese è composta da due sottogruppi, il tosco (toskë) ed il ghego (gegë), due varietà parlate rispettivamente nel sud e nel nord dell'Albania, le quali sono parte di un gruppo linguistico più esteso. Alcuni studiosi suggeriscono che sia l'unico sopravvissuto del gruppo illirico parlato un tempo nella penisola balcanica sud-occidentale, mentre altri suggeriscono che possa essere imparentato con l'antico tracio e daco, un tempo parlato in Mesia e in Dacia. È una lingua parlata da circa 7,6 milioni di persone principalmente in Albania (3 002 859 nel 2012), Kosovo (1,7 milioni nel 2012), Macedonia del Nord (600 000 nel 2002), Montenegro (80 000 nel 2006), Serbia (63.000), Grecia (10 000 locutori toskë nel 2000-2002), e diffusa in storiche comunità etniche albanesi in diverse aree geografiche dei Balcani e d'Europa, come in Peloponneso più 150 000 arvaniti, più 443 550 immigrati in Grecia, Turchia (15 000 nel 1980), Bulgaria (1000 nel 1963), così come dai gruppi della diaspora in Italia (260 000 arbëreshë nel 1976, cui vanno aggiunti i 482 627 immigrati dall'Albania). In Italia è parlato storicamente dalle comunità albanesi arbëreshë, dove gode di uno status di co-ufficialità ed è tutelato in alcune regioni. Nel resto del mondo, in seguito alle migrazioni del XX secolo i parlanti albanesi si possono trovare numerosi in Australia, Nuova Zelanda, Svizzera, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Argentina, Brasile, Canada e Stati Uniti.
L'italiano ([itaˈljaːno] ) è una lingua romanza parlata principalmente in Italia. È classificato al 27º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 58 milioni di residenti. Nel 2015 era la lingua materna del 90,4% dei residenti in Italia, che spesso lo acquisiscono e lo usano insieme alle varianti regionali dell'italiano, alle lingue regionali e ai dialetti. In Italia viene ampiamente usato per tutti i tipi di comunicazione della vita quotidiana ed è largamente prevalente nei mezzi di comunicazione nazionali, nell'amministrazione pubblica dello Stato italiano e nell'editoria. Oltre ad essere la lingua ufficiale dell'Italia, è anche una delle lingue ufficiali dell'Unione europea, di San Marino, della Svizzera, della Città del Vaticano e del Sovrano militare ordine di Malta. È inoltre riconosciuto e tutelato come "lingua della minoranza nazionale italiana" dalla Costituzione slovena e croata nei territori in cui vivono popolazioni di dialetto istriano. È diffuso nelle comunità di emigrazione italiana, è ampiamente noto anche per ragioni pratiche in diverse aree geografiche ed è una delle lingue straniere più studiate nel mondo.Dal punto di vista storico l'italiano è una lingua basata sul fiorentino letterario usato nel Trecento.
Dora Tomasone Marinari (Avellino, 3 marzo 1931 – Roma, 23 giugno 2013) è stata una traduttrice e docente italiana.
La lingua russa (in russo: Ру́сский язы́к?, traslitterato: russkij jazyk [ˌɾuːskʲijɪᵊˈzɨk] ) è una lingua slava orientale parlata in Russia e in svariate ex Repubbliche dell'Unione Sovietica.