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Troia o Ilio (in greco antico: Τροία o Ἴλιον, Īlĭŏn, o Ἴλιος, Īlĭŏs, e in latino Trōia o Īlium) è sia un antico sito storico dell'Asia Minore, posto all'entrata dell'Ellesponto (Stretto dei Dardanelli), nell'odierna Turchia, attualmente chiamata Truva e popolata da un centinaio di abitanti, sia una città mitica dei testi classici greci. Wilusa, termine presente in più parti negli archivi reali Ittiti, secondo una ricerca condotta da Frank Starke nel 1996, ormai universalmente accettata dal mondo accademico, da J. David Hawkins nel 1998 e da WD Niemeier nel 1999 era il nome, nella lingua luvia/ittita propria degli abitanti dell'area, della città poi passata alla storia come Troia. Fu teatro della guerra di Troia narrata nell'Iliade, che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal poeta epico Omero, a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell'Odissea. Dello stesso conflitto si canta in molti poemi epici greci, romani e anche medievali. Altri poemi ellenici arcaici notevoli sulla guerra di Troia sono i Canti Cipri, le Etiopide, la Piccola Iliade, la Distruzione di Troia e i Ritorni. Il poema latino Eneide inizia descrivendo l'incendio finale della città. Un inserto poetico, la Troiae Alosis (Presa di Troia), è contenuto nella Pharsalia del poeta latino Marco Anneo Lucano. Il sito storico fu abitato fin dal principio del III millennio a.C.. Si trova ora nella provincia di Çanakkale in Turchia, presso lo stretto dei Dardanelli, tra il fiume Scamandro (o Xanthos) e il Simoenta e occupa una posizione strategica per l'accesso al Mar Nero. Nei suoi dintorni vi è la catena del monte Ida e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di Tenedo. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal Mar di Marmara al Mar Egeo e dove è solito soffiare un forte vento da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia. Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di archeologia Heinrich Schliemann, a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da Frank Calvert. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1998.
Il Romanticismo è stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario sviluppatosi al termine del XVIII secolo in Germania (Romantik). Preannunciato in alcuni dei suoi temi dal movimento preromantico dello Sturm und Drang, si diffuse poi in tutta Europa nel XIX secolo.
La Cina è stata, nel corso della storia, culla e ospite di numerose tradizioni religiose e filosofiche. Il confucianesimo e il taoismo, oltre al buddhismo, costituiscono le cosiddette "tre dottrine", le quali hanno esercitato un ruolo importante nella storia e nella cultura cinese. Questi tre sistemi, e specialmente taoismo e confucianesimo, fungono da cornici della religione tradizionale cinese di sostrato, vale a dire il culto devoto agli dèi locali e agli antenati, la quale, tuttavia, non si esaurisce in essi e si svolge anzi per la maggior parte al di fuori di qualsiasi cornice dottrinale; essa è sempre stata — e continua ad essere — la religione della maggioranza della popolazione, imperniata sull'identità spirituale dei lignaggi gentilizi, dei luoghi e regioni, e della nazione cinese tutta, che, costituendo il nerbo di senso della struttura economico-sociale della civiltà cinese stessa, non richiede un'aderenza dogmatica esclusiva, il che permettendo la pratica o l'espressione di convinzioni personali e fedi diverse allo stesso tempo. Mentre il confucianesimo nel suo aspetto religioso coincide con la religione tradizionale del culto di dèi del luogo e antenati, il taoismo si è sviluppato come movimento ecclesiastico distinto dalla religione comune a partire dal I o II secolo. Il buddhismo venne introdotto nel I secolo e crebbe sino ad avere un forte impatto in Cina, che tutt'oggi conserva. Alcuni studiosi preferiscono non utilizzare il termine "religione" in riferimento ai sistemi di credenze cinesi, per via delle difficoltà ermeneutiche che tale termine di origine occidentale ingenera quando lo si usa per definire quelle che sono meglio definibili come "pratiche culturali/cultuali" e "sistemi di pensiero" della tradizione cinese. Lo stato cinese odierno riconosce ufficialmente cinque "religioni dottrinali" (zongjiao), gestite attraverso istituzioni burocratiche centralizzate: il buddhismo, il taoismo, il protestantesimo, il cattolicesimo e l'islam. La religione tradizionale in tutte le sue forme, che non è considerata una "dottrina" (zongjiao) ma piuttosto un insieme di "credenze native" (minjian xinyang), non centralizzata a livello burocratico, gode di libertà. Secondo statistiche riferite al 2010 il 70% dei Cinesi praticava la religione tradizionale, incluso un 13% che praticava culti tradizionali in una cornice dottrinale o rituale taoista o religioni popolari influenzate dal taoismo, mentre coloro che si identificavano solo come "taoisti" iniziati erano lo 0,8% (l'appellativo di "taoista" in Cina è tradizionalmente riservato ai soli sacerdoti/maestri taoisti o a coloro che intraprendono un discepolato diretto sotto la guida di questi ultimi, non è tradizionalmente esteso alle moltitudini dei seguaci laici). Gli aderenti al buddhismo erano il 14%, e di questi i buddhisti formalmente iniziati formavano l'1,3%. I cristiani erano il 2,4%, dei quali il 2,2% erano protestanti e lo 0,2% cattolici. I musulmani erano l'1,7%. Il restante 13% della popolazione non era religioso (era ateo, agnostico o non aveva dichiarato alcuna preferenza). Il confucianesimo come designazione religiosa è popolare tra gli intellettuali, anche se esistono vari movimenti popolari di matrice confuciana. Statistiche riferite a studi condotti nel 2014, riportano una quota lievemente maggiore di buddhisti (16%), mentre la percentuale di affiliati alle altre religioni è pressoché identica a quella rilevata nel 2010.In aggiunta a queste religioni, sono presenti varie religioni indigene delle minoranze etniche che abitano alcune regioni della Cina, e un numero non quantificato di aderenti a una varietà di nuove religioni di salvazione sorte principalmente dall'alveo della religione tradizionale cinese. Queste ultime rappresentano forme organizzate intorno a una dottrina coerente con la religione tradizionale (minjian zongjiao); tra di esse si annovera, per esempio, lo weixinismo. In Cina sono anche presenti varie organizzazioni religiose proibite dal governo quali "dottrine maligne", "eretiche", "irregolari" o "demoniache" (xiejiao) in quanto percepite come contrarie alla morale e all'ordine pubblico, alla tradizione religiosa normale, e all'autorità dello stato.
Il martire (dal greco μάρτυς - testimone) è colui che è morto o è stato sottoposto a pene corporali per avere testimoniato la propria fede o un ideale nonostante una persecuzione, senza abiurarli; è un concetto presente in più religioni.L'atto della morte di un martire è quindi detta martirio. Il termine è utilizzato per estensione anche in forma laica ("martire della patria", "martire del lavoro"), per onorare atti di particolare eroismo compiuti a difesa della propria nazione o nello svolgimento della propria professione.
Il licantropo, detto anche lupo mannaro o uomo lupo, è una creatura leggendaria della mitologia e del folclore poi divenuta tipica della letteratura e del cinema dell'orrore. Secondo la leggenda sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio. La forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso, il bue (Erchitu) o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa, e nella cinematografia dell'orrore, sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Alcuni credevano che uccidendo il lupo prima della prima trasformazione la maledizione venisse infranta. È importante notare inoltre che lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo mannaro è talvolta semplicemente un grosso lupo con abitudini antropofaghe, a cui può essere associata una natura mostruosa. Inoltre, nel caso del lupo mannaro come mutaforma, si può distinguere tra il lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e il licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la componente umana). Nella letteratura medica, con il termine licantropia clinica è stata descritta una rara sindrome psichiatrica che avrebbe colpito le persone, facendo sì che assumessero atteggiamenti da lupo durante particolari condizioni (come le notti di luna piena). In modo analogo un licantropo era semplicemente una persona affetta da questo disturbo ed è con questo unico significato che la voce è riportata su alcuni importanti dizionari della lingua italiana. In tempi recenti, l'esistenza di tale disturbo è stata considerata rarissima.
La fede è definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente.
Agatarchide (in greco antico: Ἀγαθαρχίδης, Agatharchídēs; Cnido, 220 a.C. circa – Alessandria d'Egitto, forse dopo il 145 a.C.) è stato un retore, storico e geografo greco antico, vissuto nel II secolo a.C.
Flavio Claudio Giuliano (in latino: Flavius Claudius Iulianus; Costantinopoli, 6 novembre 331 – Maranga, 26 giugno 363) è stato un imperatore e filosofo romano, l'ultimo sovrano dichiaratamente pagano, che tentò, senza successo, di riformare e di restaurare la religione romana classica, ormai fusa sincreticamente con la religione greca e da Giuliano unita al mitraismo e al culto del Sol Invictus, dopo che essa era caduta in decadenza di fronte alla diffusione del cristianesimo. Membro della dinastia costantiniana, fu Cesare in Gallia dal 355; un pronunciamento militare nel 361 e la contemporanea morte del cugino Costanzo II lo resero imperatore fino alla morte, avvenuta nel 363 durante la campagna militare in Persia. Non andò a Roma nel suo breve regno, ma governò da Milano prima e poi da Costantinopoli, capitale ufficiale dal 330. Per distinguerlo da Didio Giuliano o da Giuliano di Pannonia, usurpatore dell'epoca di Carino, fu chiamato anche Giuliano II, Giuliano Augusto, Giuliano il Filosofo o Giuliano l'Apostata dai cristiani, che lo presentarono come un persecutore ma, per quanto personalmente avverso al cristianesimo, non ci furono comunque mai persecuzioni anticristiane (anche se vennero emanate dall'imperatore politiche discriminatorie contro i cristiani). Giuliano manifestò tolleranza nei confronti delle altre religioni, compreso l'ebraismo, al punto da ordinare la ricostruzione del tempio ebraico di Gerusalemme secondo un programma di ripristino e rafforzamento dei culti religiosi locali a scapito del monoteismo cristiano; il tentativo di ricostruzione però venne abbandonato.In campo fiscale e amministrativo Giuliano proseguì la politica che aveva tenuto quando governava la Gallia. Ridusse il carico fiscale, combatté la corruzione burocratica attraverso una più attenta selezione e cercò di ridare un ruolo all'amministrazione delle città.Con la morte di Giuliano si estinse la dinastia degli imperatori costantiniani e si concluse l'ultimo tentativo di espansione imperiale occidentale in Oriente. Giuliano scrisse numerose opere di carattere filosofico, religioso, polemico e celebrativo, in molte delle quali criticò il cristianesimo. La sua ispirazione filosofica fu in gran parte neoplatonica.
Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Federico apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace". Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente.Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.