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Il biotopo del Sassoforte è un'area naturale della provincia di Grosseto dalle interessanti peculiarità vegetazionali. In parte si sviluppa sull'omonimo rilievo, da cui prende il nome.
La tessitura in geologia è definita come l'insieme delle caratteristiche geometriche di una roccia, in genere visibili a scala microscopica o con l'aiuto di una lente d'ingrandimento. In taluni casi può essere definita anche ad occhio nudo. La tessitura può essere originata da tensioni meccaniche, gradienti termici o chimici, particolari modalità di genesi della roccia e altri processi.
La riolite è una roccia vulcanica, di composizione felsica, con tessitura afanitica (ipocristallina o vitrofirica). I fenocristalli sono di quarzo, feldspati (sanidino e plagioclasio in un rapporto solitamente di circa 1:2) e biotite. A volte si possono trovare anche fenocristalli di clinopirosseno (augite). Molto più rari l'ortopirosseno (iperstene), l'anfibolo (orneblenda) e la cordierite. Esistono varietà totalmente o quasi vetrose (ossidiane). Il colore è variabile, ma generalmente chiaro (eccetto che nelle ossidiane). Dal punto di vista petrografico è l'equivalente effusivo del granito, anche se spesso risulta difficile inquadrare la riolite nel diagramma QAPF, a causa della grana finissima e della quantità di vetro presente.
Il nome porfido in petrografia ha avuto nelle varie scuole e nel tempo significati diversi e più o meno ampi. Genericamente sta ad indicare una qualsiasi roccia magmatica acida a tessitura porfirica con abbondanti fenocristalli (oltre il 25% in volume) e massa di fondo da faneritica a grana finissima a afanitica microcristallina o criptocristallina. Rocce con queste strutture possono essere eruttive filoniane o ipoabissali o vulcaniche, ma in quest'ultimo caso il termine viene limitato a vulcaniti antiche, che hanno subito un lentissimo processo di devetrificazione (le cosiddette paleovulcaniti). Il colore varia dal rosso al marrone al viola al grigio.
La petrografia è quella branca della petrologia che descrive nel dettaglio le rocce, i loro minerali e le loro tessiture. L'analisi petrografica parte dall'osservazione dell'affioramento, fino ad arrivare all'utilizzo del microscopio. Il microscopio è infatti lo strumento più importante nell'analisi petrografica, perché attraverso lo studio delle sezioni sottili consente di analizzare otticamente i minerali, di vedere le microstrutture della roccia e di capirne la sua origine. Un altro importante strumento è il microscopio elettronico che consente di effettuare un'analisi chimica più dettagliata dei minerali presenti.
In una roccia magmatica l'Indice di colore, abbreviato in M', è la percentuale in volume, calcolata con l'analisi modale, di minerali colorati sul totale della roccia. Questi sono i minerali ferro-magnesiaci o femici o mafici, indicati con M, meno muscovite, apatite, melilite, carbonati primari e pochi altri rari minerali, che sono considerati incolori ai fini classificativi delle rocce in base al colore.
La norma è un elenco di minerali, espressi in percentuale in peso sul totale della roccia, che rappresenta la composizione ideale di una roccia. Si ottiene combinando gli ossidi che compongono l'analisi chimica di una roccia in una serie di minerali anidri, denominati costituenti normativi. Si ipotizza che gli ossidi dell'analisi chimica si combinino tra loro secondo una rigida sequenza temporale che, nell'intenzione degli inventori, doveva rappresentare l'ordine in cui cristallizzano i minerali nella maggior parte dei magmi. La procedura geochimica per il calcolo della norma, piuttosto complessa, fu sviluppata agli inizi del '900 dai petrologi statunitensi W. Cross, J.P. Iddings, L.V. Pirsson e dal geochimico H.W. Whashington e dalle loro iniziali essa ha preso il nome di norma C.I.P.W. La norma fornisce una base per confrontare e classificare rocce diverse indipendentemente dalla loro reale composizione mineralogica (detta moda), che in molte rocce magmatiche vulcaniche spesso rappresenta solo una minima parte della roccia totale, essendo queste formate in gran parte da vetro vulcanico non cristallizzato.
Il termine grana viene usato in petrografia per indicare le dimensioni medie dei granuli o cristalli nelle rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie chimiche. Nelle rocce sedimentarie clastiche e piroclastiche sono invece indicate in altro modo con apposite scale.
Lo studio e la descrizione della geologia italiana è molto complesso in quanto i confini geografici di quella che genericamente viene indicata come "Regione geografica italiana" nella geografia fisica e in quella politica non coincidono con particolari confini di natura geologica: lo spartiacque riconoscibile sulla catena alpina non individua e non coincide con il limite di alcuna provincia geologica rispetto all'Europa continentale e le Bocche di Bonifacio non segnano alcuna distinzione geologica fra Sardegna e Corsica. Per descrivere la geologia italiana occorre spaziare da nord con la geologia delle alpi centrali che l'Italia condivide con la Svizzera fino a sud nel canale di Sicilia la cui geologia include quella dell'offshore tunisino, a ovest la geologia della Sardegna è parte di quella meridionale della Francia e tutt'uno con quella della Corsica, mentre ad est le successioni calcaree dell'avampaese apulo proseguono nelle regioni della Dalmazia e nei Balcani ed il dominio calcareo del sudalpino si estende fino alle Alpi dinaridi. La complessità della geologia di questa regione, tale che in un'area relativamente piccola è presente un'elevata diversità di caratteri geologici, unitamente alla presenza di numerosi fenomeno endogeni ed esogeni attivi, ha fatto sì che il territorio italiano sia stata la culla di parte del pensiero geologico, ad opera di studiosi italiani e stranieri che ne hanno studiato gli aspetti sul terreno, tra questi Stenone fondatore della stratigrafia, Dolomieu lo scopritore della dolomia sulle montagne che da lui presero il nome: le dolomiti, Charles Lyell il padre della moderna geologia che visitò a lungo l'Italia e mise sul frontespizio della sua opera principale Principi di geologia l'immagine del Tempio di Serapide per le sue colonne testimonianti il bradisismo e Giuseppe Mercalli padre della moderna sismologia, e ad opera di Piero Ginori Conti la geotermia nacque in Italia.
L'Etna (o Mongibello) è un vulcano della Sicilia originatosi nel Quaternario: è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati alle sue pendici. Il 21 giugno 2013 la XXXVII sessione del Comitato UNESCO, ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.