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I teatri storici di Livorno hanno caratterizzato fortemente l'immagine della città nel corso dell'Ottocento, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Infatti, prima delle distruzioni belliche del 1943, Livorno ha ospitato una decina di teatri ed arene, nonché una serie di spazi teatrali minori.
Le Brigate Rosse (BR) sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il maggiore, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale. In base ai racconti di alcuni dei principali militanti, la decisione di intraprendere la lotta armata sarebbe stata presa in un convegno tenuto nell'agosto del 1970 in località Pecorile, comune di Vezzano sul Crostolo (RE) a cui partecipò un centinaio di delegati dell'estremismo di sinistra provenienti da Milano, Trento, Reggio Emilia e Roma. Nell'organizzazione confluirono i militanti del cosiddetto «gruppo reggiano», tra cui Alberto Franceschini, quelli del gruppo proveniente dall'Università di Trento, tra cui Renato Curcio e Margherita Cagol, e quelli del gruppo di operai e impiegati delle fabbriche milanesi Pirelli e Sit-Siemens. Le prime azioni rivendicate come «Brigate Rosse» risalgono al 1970, e continuarono con il massimo dell'attività tra il 1977 e il 1980. Dopo una fase di cosiddetta «propaganda armata» con attentati dimostrativi all'interno delle fabbriche e sequestri di dirigenti industriali e magistrati, dal 1974 al 1976 vennero arrestati o uccisi i principali brigatisti del gruppo iniziale. Da quel momento la direzione dell'organizzazione passò ai brigatisti nel nuovo Comitato Esecutivo in cui assunse un ruolo determinante Mario Moretti, che potenziarono notevolmente la capacità logistico-militare del gruppo, estendendo l'azione – oltre che nelle città del Nord – anche a Roma e Napoli, moltiplicando gli attacchi sempre più cruenti contro politici, magistrati, industriali e forze dell'ordine. Momenti culminanti dell'attività del gruppo furono l'agguato di via Fani e il sequestro Moro nella primavera 1978; con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro le Brigate Rosse sembrarono in grado di influire in modo decisivo sull'equilibrio politico italiano e di poter sovvertire l'ordine democratico della Repubblica. L'organizzazione entrò in crisi nei primi anni ottanta per il suo irreversibile isolamento all'interno della società italiana e venne progressivamente distrutta grazie alla crescente capacità di contrasto da parte delle forze dell'ordine, e anche grazie alla promulgazione di una legge dello Stato italiano che concedeva cospicui sconti di pena ai membri che avessero rivelato l'identità di altri terroristi. Nel 1987 Renato Curcio e Mario Moretti firmarono un documento in cui dichiaravano conclusa l'esperienza delle BR. Secondo l'inchiesta di Sergio Zavoli La notte della Repubblica, dal 1974 (anno dei primi omicidi ad esse attribuiti) al 1988 le Brigate Rosse hanno rivendicato 86 omicidi: la maggior parte delle vittime era composta da agenti di polizia e carabinieri, magistrati e uomini politici. A questi vanno aggiunti i ferimenti, i sequestri di persona e le rapine compiute per «finanziare» l'organizzazione. Renato Curcio ha calcolato che 911 persone sono state inquisite per avere fatto parte delle BR, alle quali vanno aggiunte altre 200-300 persone facenti parte dei vari gruppi armati che dalle BR si staccarono (Partito Comunista Combattente, Unità Comuniste Combattenti, Partito Guerriglia, Colonna Walter Alasia). La denominazione Brigate Rosse è ricomparsa, dopo anni di assenza, nel 1999, per rivendicare nuovi cruenti attentati nel periodo 1999-2003. In un comunicato emesso nel 2003 dalla Procura della Repubblica di Bologna l'organizzazione veniva considerata ancora attiva con nuovi componenti.
Lo scandalo Watergate, o semplicemente il Watergate, fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, innescato dalla scoperta di alcune intercettazioni illegali effettuate nel quartier generale del Comitato nazionale democratico, da parte di uomini legati al Partito Repubblicano e in particolare al "Comitato per la rielezione" del presidente Richard Nixon.Lo scandalo - che portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni di Richard Nixon - prese il nome dal Watergate, un complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, l'albergo in cui furono effettuate le intercettazioni che diedero inizio allo scandalo.L'inchiesta giornalistica promossa da due reporter, Bob Woodward e Carl Bernstein, suscitò la crescente attenzione nell'opinione pubblica per la vicenda che, iniziata come modesto reato compiuto da personaggi secondari, crebbe fino a coinvolgere gli uomini più vicini al presidente, lo stesso Nixon e tutto il suo sistema di governo incentrato su attività illegali di controllo e spionaggio interno attuate allo scopo di mantenere il potere.Lo scandalo si sviluppò nel contesto della crisi politico-sociale presente da anni negli Stati Uniti a seguito soprattutto delle vicende della guerra del Vietnam. L'affare Watergate si prolungò con una serie di eventi sempre più clamorosi per circa due anni (1972-1974). Uno dei personaggi più importanti dello scandalo fu il giovane consulente legale della Casa Bianca, John Dean, che in un primo tempo svolse con abilità il compito ricevuto da Nixon di controllare la fuga di notizie e di proteggere il presidente dal coinvolgimento nella vicenda, corrompendo con il denaro i personaggi minori direttamente implicati nei reati, e poi, dopo il famoso colloquio con Nixon del 21 marzo 1973 in cui parlò della presenza di un "cancro dentro la Casa Bianca", temendo di divenire il capro espiatorio dello scandalo, decise di testimoniare davanti alla Commissione del Senato e descrisse con molti dettagli tutti gli aspetti della vicenda, coinvolgendo in pieno anche il presidente. Nixon continuò a resistere a due anni di crescenti difficoltà politiche e di aspri contrasti tra i poteri dello stato, e cercò di minimizzare le sue responsabilità scaricando le colpe su alcuni dei suoi collaboratori più importanti, ma la pubblicazione della registrazione segreta nota come "la pistola fumante" (smoking gun) nell'agosto 1974 da cui si evinceva che il presidente era stato al corrente fin dall'inizio delle attività illegali e aveva sfruttato il suo potere per occultare il coinvolgimento diretto degli uomini della Casa Bianca, portò con sé la prospettiva di un sicuro impeachment. Richard Nixon diede le dimissioni pochi giorni dopo, l'8 agosto 1974. L'affare Watergate costituì il più grande scandalo politico della storia americana ed ebbe vasta eco internazionale. La stessa parola "Watergate" è diventata linguisticamente produttiva nel linguaggio giornalistico americano: il suffisso -gate compare regolarmente (oramai scisso dal suo etimo originario) col significato di "scandalo" in molti neologismi quali Irangate, Whitewatergate, Datagate, Sexgate e altri. L'intricata vicenda ha ispirato il film Tutti gli uomini del presidente.
Leatherface è un film horror del 2017 diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury. Si tratta dell'ottavo film della saga Non aprite quella porta e prequel dell'omonimo film del 1974. Si parte da lontano, dall'infanzia, da una madre assetata di sangue che spinge i suoi figli a commettere omicidi efferati, senza farsi problemi. La fattoria dei Sawyer è infatti tristemente nota per i fatti sanguinari che accadono attorno ad essa, non sempre però le autorità riescono a incastrare i membri della famiglia cogliendoli con le mani nel sacco, che restano così praticamente sempre impuniti.
Dio perdoni la mia pistola è un film del 1969 diretto da Mario Gariazzo e Leopoldo Savona
La battaglia di Iwo Jima (硫黄島の戦い Iōtō no tatakai?) si svolse durante la guerra nel Pacifico nell'omonima isola giapponese tra le forze statunitensi al comando dell'ammiraglio Raymond Spruance e le truppe dell'esercito imperiale giapponese al comando del generale Tadamichi Kuribayashi, coadiuvate da reparti della marina guidati dal contrammiraglio Toshinosuke Ichimaru. Insieme a Okinawa, Iwo Jima rappresentava uno scudo avanzato per le isole metropolitane dell'Impero giapponese che potevano essere coinvolte in uno sbarco degli Alleati: le due posizioni erano perciò presidiate da guarnigioni numerose e bene armate. Anche per gli Stati Uniti, Iwo Jima rivestiva notevole interesse, poiché dagli aeroporti dell'isola sarebbero potute decollare le scorte di caccia ai bombardieri strategici Boeing B-29 Superfortress basati nelle isole Marianne e in Cina, che dal giugno 1944 colpivano le industrie e le infrastrutture giapponesi. I lavori di fortificazione precedenti lo sbarco avevano trasformato l'isola in una vera e propria fortezza che, nonostante i bombardamenti preliminari effettuati dall'8 dicembre 1944, oppose una strenua resistenza alle unità statunitensi, principalmente del Corpo dei Marine, sbarcate il 19 febbraio sotto lo schermo protettivo di una completa supremazia aeronavale. La feroce battaglia si concluse ufficialmente il 26 marzo 1945 con il quasi totale annientamento della guarnigione giapponese e la perdita di oltre 23 000 uomini fra morti e feriti per gli Stati Uniti (unico episodio della campagna di riconquista del Pacifico in cui gli USA soffrirono più perdite dei giapponesi).