Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Vilhelm Valdemar Petersen (Copenaghen, 5 aprile 1830 – Frederiksberg, 3 luglio 1913) è stato un architetto danese. Giovanissimo, studiò all'Accademia d'Arte e successivamente si formò in architettura sotto la guida di Gustav Friedrich Hetsch, del quale divenne assistente. Dopo essere stato insignito di alcuni riconoscimenti, visitò la Germania, la Francia, l'Olanda e l'Italia. Accademico, si dedicò all'insegnamento e divenne architetto a servizio della casa reale. In Italia partecipò ai concorsi per la facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Nel concorso del 1861-1862 presentò una soluzione sobria, tricuspidale, che, assieme al progetto di Mariano Falcini, fu giudicata vincitrice virtuale del concorso. Successivamente, durante il secondo concorso del 1863-1864, avanzò una proposta sensibilmente rivista, di tipo basilicale, la quale fu presentata anche nel terzo e definitivo concorso del 1865-1866. Pur non risultando vincitrice, la facciata pensata da Petersen influenzò notevolmente la genesi del prospetto di Emilio De Fabris.
Mariano Panebianco (Acireale, 4 settembre 1847 – Acireale, 30 novembre 1915) è stato un ingegnere e architetto italiano. Laureatosi a Napoli il 23 settembre 1876 ritornò nella sua Acireale dedicandosi subito all'attività professionale: il successo come progettista ingegnere e architetto fu immediato (le famiglie più potenti e danarose avevano avviato una strategia di nuova, moderata urbanistica e edilizia coi proventi dello zolfo e del vino, la Chiesa acese aveva ottenuto da poco la Diocesi), nel corso della sua carriera produsse oltre 130 progetti di cui molti realizzati. La sua produzione spazia dai lavori pubblici ai palazzi privati, alle chiese. Alla Esposizione Interprovinciale di Messina del 1882 venne premiato con medaglia d'argento. Nelle sue costruzioni è innanzitutto attento al decoro urbano, con facciate serene, regolari, spesso senza partizioni verticali, con evidenti suggestioni dalle opere napoletane, come nel palazzo Calanna (facciata del teatro di San Carlo del Niccolini, etc.). Attinge con misura al Rinascimento italiano (in questo sicuramente mosso al confronto ad alti livelli con l'opera di Mariano Falcini che dai primi anni '70 aveva eseguito per il barone di Floristella la splendida magione nel cuore di Acireale e le terme di Santa Venera alla periferia sud), in particolare a Serlio e ai Sansovino (come nel caso della sua abitazione di piazza Pasini o dell'imponente palazzo Nicolosi in Corso Umberto) ma non rinuncia a soluzioni allo stesso tempo eleganti e funzionali, come le lunette di casa Samperi sovrastanti tutte le aperture a pianterreno destinate al commercio sulla pubblica via, con funzione di illuminazione naturale. Utilizza felicemente, specialmente in contesti più liberi (piazze decentrate, frazioni a mare) materiali come la terracotta e il colore rosso vivo negli intonaci che, combinati con la bianca pietra calcarea del siracusano e la nera lavica testimoniano la sua pacata sperimentazione di una sorta di variante non codificata del liberty (villa Raciti e casa Rossi a Santa Maria La Scala). Progettò interessanti opere per la media industria (Società enologica Trinacria), per laboratori scientifici (Staz. speriment. di frutticoltura) e eseguì rilievi archeologici.
Mariano Falcini (Campi Bisenzio, 10 maggio 1804 – Firenze, 11 novembre 1885) è stato un architetto italiano.
Arturo Conti (Livorno, 2 agosto 1823 – Livorno, 27 novembre 1900) è stato un architetto italiano. Proveniente da una ricca famiglia di industriali, studiò a Pisa, per poi seguire i corsi dell'Accademia di belle arti di Firenze con Mariano Falcini. Prese parte ai moti risorgimentali del 1849 e del 1859, mentre nel 1861 ottenne il primo posto al concorso internazionale per il nuovo museo archeologico di Atene. Nel 1874 fu nominato cavaliere della Corona d'Italia; in seguito divenne socio corrispondente del Collegio dei professori delle accademie di Firenze e Bologna. Tra il 1867 e il 1872 fu membro delle commissioni tecniche per definire l'ubicazione dei magazzini generali del porto di Livorno. Nel 1883 partecipò al concorso per la realizzazione del Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II di Roma, classificandosi tra i migliori e vincendo la medaglia d'argento. A Livorno lavorò al Cimitero della Misericordia (cappelle Aloisi e Bacci), edificò la facciata neorinascimentale della chiesa di Santa Barbara (ultimata nel 1871 e lodata da Emilio De Fabris), disegnò il basamento del monumento a Cavour sull'omonima piazza e la cancellata del monumento equestre a Vittorio Emanuele II di Augusto Rivalta. Ad Arturo Conti è stato attribuito è l'ampliamento del Palazzo di Giustizia con l'aggiunta della Corte d'assise. A Fauglia lavorò al palazzo comunale, progettò la ricostruzione dopo il terremoto della chiesa di San Lorenzo e realizzò altre opere minori. Fu autore anche di un saggio sul Duomo di Firenze ed in particolare sulla figura di Francesco Talenti. Cessò la propria attività nel 1897 a causa di un problema alla vista.