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Michelangelo Serafini (Firenze, ... – giugno 1555) è stato un poeta, letterato e traduttore italiano.
Gli Scrittori d'Italia è una collana di testi fondata nel 1910 e conclusa nel 1987 dall'editore barese Laterza. La collana nasceva con l'obiettivo di definire e divulgare un canone della cultura della nuova Italia, prendendo le distanze da una cultura troppo ancorata ai classici dell'Umanesimo e scegliendo di rappresentare anche la storia civile, ma non per questo meno importante, della neonata Italia. Il piano originario della collana prevedeva 660 volumi, dei quali 287 furono effettivamente pubblicati (incluse alcune seconde edizioni), per un totale di 179 opere.
Giovanni Gentile (Castelvetrano, 29 maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944) è stato un filosofo, pedagogista, politico e accademico italiano. Fu insieme a Benedetto Croce uno dei maggiori esponenti del neoidealismo filosofico e dell'idealismo italiano, nonché un importante protagonista della cultura italiana nella prima metà del XX secolo, cofondatore dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e, da ministro, artefice, nel 1923, della riforma della pubblica istruzione nota come Riforma Gentile. La sua filosofia è detta attualismo. Inoltre fu figura di spicco del fascismo italiano, considerato persino egli stesso l'inventore dell'ideologia del fascismo. In seguito alla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, fu assassinato durante la seconda guerra mondiale da alcuni partigiani dei GAP.
I Canti carnascialeschi furono un genere musicale in voga a Firenze nel Quattrocento ai tempi di Lorenzo il Magnifico, a cui viene attribuita anche la loro paternità.La loro diffusione andò ben oltre il Cinquecento, come attestò la prima antologia curata da Anton Francesco Grazzini nel 1559, intitolata Tutti i trionfi, carri, mascherate o canti carnascialeschi andati per Firenze dal tempo del Magnifico Lorenzo vecchio de’Medici; quando egli ebbero prima cominciamento per infino a questo anno presente 1559, che è stata presa come modello di riferimento dagli storici della letteratura, quali Charles S. Singleton negli anni quaranta e cinquanta del Novecento. Dopo la morte di Lorenzo (1492) e durante la predicazione di Savonarola, i festeggiamenti carnevaleschi furono sostituiti da processioni e da laudi religiose. Dopo la morte di Savanarola (1498), i divertimenti del Carnevale furono ripristinati.I canti carnascialeschi assomigliano ai Carri e ai Trionfi, dato che tutti questi generi seguono una forma metrica popolare, come la barzelletta o la ballata, intervallata da un ritornello ed arricchita, talvolta dalla simulazione della caccia e della frottola. Questi canti abitualmente venivano eseguiti durante le feste di carnevale da un gruppo di maschere camminanti sulla strada o collocate sui carri. Quando quelle mascherate rappresentavano divinità mitologiche e personificazioni di virtù, quei canti erano chiamati Trionfi, quando impersonavano mestieri o l'umanità Carri.Le maschere rappresentavano principalmente i mestieri e lo scopo della rappresentazione era quello di descrivere sia i gesti e le abitudini della categoria sia di alludere e riferirsi grazie a doppi sensi alla grande tematica della pratica dell'amore. Tra i mestieri raffigurati all'epoca erano immancabili quelli dello spazzacamino, del tessitore, del dipintore.I canti venivano anche musicati come ha potuto attestare Federico Ghisi nella sua ricerca storica effettuata nel 1937. Gli autori sono per lo più anonimi anche se è noto che persino i migliori poeti del tempo, tra i quali il Pulci e il Poliziano, si cimentarono.È proprio di Lorenzo il Magnifico il canto più rinomato, intitolato Il trionfo di Bacco e Arianna, nel quale si ritrova mirabilmente lo spirito della sua epoca. Il tono stesso dei canti mutò a seconda delle condizioni storico e sociali, basti pensare al passaggio dalla malizia ed eleganza del periodo del Magnifico, all'ascetismo della breve fase di Savonarola e alla freddezza caratterizzante l'inizio dei primi granduchi.Il primo musicista conosciuto che si dedicò ai canti carnascialeschi fu Heinrich Isaac, attivo a Firenze dal 1485, che instituì una "nuova scuola fiorentina", caratterizzata da una scrittura polifonica e da modalità musicali complesse.I canti più noti sono: il Canto de berniquola, su testo di Lorenzo e musica di Henrich Isaac; il Canto dei farcitori d’olio, su musica di Alexander Agricola; il Canto de’ cialdonai, di anonimo; il Canto delle rivenditore, di anonimo; il Canto dei poveri che accettano la carità, di anonimo su testo di Lorenzo; il Canto di uomini allegri e goditori, di anonimo.Il Galiani e il Martorana definirono canti carnascialeschi anche quelle poesie cantate a Napoli durante le feste popolari, non soltanto carnevalesche, chiamate "coccagne": alcuni di questi canti carnascialeschi furono giudicati incantevoli e ricchi di lirismo stravagante.
Lorenzo di Piero de' Medici, detto Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449 – Careggi, 8 aprile 1492), fu signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della dinastia dei Medici. È stato anche uno scrittore, mecenate, poeta e umanista, nonché uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento, sia per aver incarnato l'ideale del principe umanista, sia per l'oculatissima gestione del potere. Lorenzo divenne, insieme al fratello minore Giuliano, signore de facto di Firenze dopo la morte del padre Piero. Nei primi anni di governo (1469-1478), il giovane Lorenzo condusse una politica interna volta a rinforzare da un lato le istituzioni repubblicane in senso filo-mediceo, dall'altro a sopprimere le ribellioni delle città sottoposte a Firenze (celebri i casi di Prato e Volterra). Sul fronte della politica estera, invece, Lorenzo manifestò il chiaro disegno di arginare le ambizioni territoriali di Sisto IV, in nome dell'equilibrio della Lega Italica del 1454. Per questi motivi, Lorenzo fu oggetto della Congiura dei Pazzi (1478), nella quale il fratello Giuliano de' Medici rimase assassinato. Il fallimento della congiura provocò l'ira di papa Sisto, del re di Napoli Ferrante d'Aragona e di tutti coloro che erano intimoriti dal rafforzamento del potere mediceo su Firenze. Seguirono, pertanto, due anni di guerra contro Firenze, nella quale il prestigio interno e internazionale del Magnifico si rafforzarono enormemente grazie alla sua abilità diplomatica e il suo carisma, con cui riuscì, da un lato a sgretolare la coalizione anti-fiorentina, dall'altro a mantenere unite le forze interne alla Repubblica. Divenuto negli anni ottanta l'ago della bilancia della politica italiana, trattato come un sovrano dai monarchi stranieri, Lorenzo legò il suo nome al periodo di massimo splendore del Rinascimento fiorentino, circondandosi di intellettuali - Poliziano, Ficino, Pico della Mirandola - e di artisti quali Botticelli e il giovane Michelangelo. Con la sua prematura scomparsa nel 1492, Firenze si ribellò all'inetto figlio Piero per consegnare il potere nelle mani del frate Girolamo Savonarola, impiccato e messo al rogo 6 anni dopo. Come conseguenza, la rivalità dei signori italiani, non più frenati dalla diplomazia di Lorenzo, permise a Carlo VIII di Francia di scendere in Italia e dare inizio alle guerre franco-spagnole del XVI secolo.
Leonardo di ser Piero da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un inventore, artista e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza: fu infatti scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista.
L'intermedio è una forma rinascimentale di intrattenimento teatrale basata sulla musica, il ballo, il canto, la declamazione ed eseguita tra un atto e l'altro di tragedie, commedie e altri lavori teatrali. Di origine italiana, consistette da principio in un semplice inserto di musica strumentale o vocale, in seguito assunse genere rappresentativo autonomo, sviluppando trame distinte da quelle del testo principale in cui era intercalato. L'avvento della monodia accompagnata e la cura sempre maggiore ad essi dedicata dai musicisti, resero spesso gli intermedi (eseguiti di solito in occasione di cerimonie e feste presso le corti) la parte più interessante ed espressiva del complesso spettacolo rinascimentale, facendone gli immediati antecedenti del melodramma.
La Pellegrina è una commedia commissionata nel 1589 da Ferdinando I de' Medici a Girolamo Bargagli, presentata dai componenti dell'Accademia degli Intronati provenienti da Siena, per i festeggiamenti del suo sposalizio con Cristina di Lorena. Nella commedia vennero inseriti sei Intermedii et Concerti per le nozze di Don Ferdinando Medici e di Madama Christina di Lorena, organizzati da Giovanni Bardi, conte di Vernio e capofila della famosa Camerata de' Bardi, della quale fanno parte i compositori e gli autori del testo di questi intermedi, che furono i più ricchi e spettacolari di tutto il Rinascimento.
I santi Cosma e Damiano, noti anche come santi medici (in greco antico: Κοσμάς και Δαμιανός, Kosmás kai Damianós; in latino: Cosmas et Damianus); Egea, 260 circa – Cirro, 303), sono stati due medici romani, gemelli e fratelli maggiori dei santi Antimo, Leonzio ed Euprepio. Secondo la tradizione furono nella prima generazione di martiri sotto l'impero di Diocleziano: sono venerati da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Dal momento che non vollero mai denaro o beni in cambio della loro pratica di medici e guaritori, furono soprannominati Anargyroi (dal greco antico Ανάργυροι, "senza argento" o "Santi non mercenari"). È stato detto che grazie a queste opere convertirono molte persone alla fede cattolica.