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Luciano Bianciardi (Grosseto, 14 dicembre 1922 Milano, 14 novembre 1971) stato uno scrittore, giornalista, traduttore, bibliotecario, attivista e critico televisivo italiano. Contribu significativamente al fermento culturale italiano nel dopoguerra, collaborando attivamente con varie case editrici, riviste e quotidiani. La sua opera narrativa caratterizzata da punte di ribellione verso l'establishment culturale, a cui peraltro apparteneva, e da un'attenta analisi dei costumi sociali nell'Italia del boom economico, tanto che alla finzione narrativa si mescolano spesso brani saggistici che sfociano sovente nella sociologia.
La vita agra è un romanzo del 1962 scritto da Luciano Bianciardi. È il romanzo che ha avuto più successo dello scrittore, di cui è un'autobiografia. Il protagonista lascia la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a Milano con l'intento iniziale di vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro. È ovvio il riferimento all'incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita 43 minatori. Il romanzo è una riflessione sulle conseguenze del boom economico italiano sulla società e sui rapporti interpersonali e può essere visto come il terzo di una trilogia iniziata con Il lavoro culturale e L'integrazione. Al romanzo è ispirato il film La vita agra di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpreta il Bianciardi/protagonista.
L'integrazione è un romanzo del 1960 scritto da Luciano Bianciardi. Si tratta del secondo romanzo scritto dall'autore maremmano e può essere visto anche come il secondo di una «trilogia della rabbia» iniziata con Il lavoro culturale e culminata con La vita agra, il suo capolavoro.
Il merlo maschio è un film del 1971, scritto e diretto da Pasquale Festa Campanile, tratto dal racconto Il complesso di Loth di Luciano Bianciardi.