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Archimede Mischi

Archimede Mischi (Forlì, 26 marzo 1885 – Forlì, 15 agosto 1970) è stato un generale italiano, particolarmente distintosi come ufficiale durante i combattimenti della Grande Guerra, dove rimase ferito più volte, tanto da rimanere invalido al braccio sinistro. Iscrittosi al Partito Nazionale Fascista nel 1922, partecipò alla marcia su Roma. Congedatosi nel 1927, l'anno successivo entrò nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, con i cui reparti prese parte alla guerra d'Etiopia e alle prima azioni di contrasto alla locale guerriglia condotta da Ras Destà. Ritornato in Patria assunse il comando della Milizia confinaria, che mantenne fino al 1943, in piena seconda guerra mondiale. Dopo la firma dell'armistizio di Cassibile aderì alla Repubblica Sociale Italiana, e fu comandante dell'arma dei carabinieri tra il 4 ottobre e l'8 dicembre 1943. Successivamente sostituì il generale Gastone Gambara nell'incarico di Capo di stato maggiore dell'Esercito Nazionale Repubblicano, mantenendo tale incarico fino al 25 aprile 1945. Caduto prigioniero degli Alleati dopo aver tentato il suicidio, fu rinchiuso nel Campo di concentramento di Coltano e poi consegnato alle autorità italiane che lo trasferirono nel carcere militare di Forte Boccea, a Roma. Sottoposto a procedimento di epurazione, il 3 dicembre 1947 fu condannato alla perdita del grado, delle decorazioni e a 18 anni di carcere, ma con successiva sentenza della Corte di cassazione in data 18 ottobre 1955 fu assolto per non aver commesso il fatto e reintegrato nel grado e nelle onorificenze. Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, con cinque Medaglia d'argento al valor militare e due Croci al merito di guerra.

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