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Ebla (in sumero: 𒌈𒆷 EB₂-LA; in arabo: إبلا) fu un'antica città del Bronzo antico III (metà del III millennio a.C.), rifondata due volte e infine distrutta alla metà del II millennio a.C., i cui resti si trovano nei pressi della moderna Tell Mardikh (circa 60 km a sud-ovest di Aleppo, nella Siria settentrionale). Ebla e il suo regno prosperarono innanzitutto per il ruolo commerciale della città: la posizione intermedia tra Mesopotamia, Anatolia e Palestina permetteva alla città (e al regno connesso) di godere dei vantaggi del commercio tra queste zone, dove passavano materie prime quali rame, legname (verso Mesopotamia ed Egitto), argento (verso la Mesopotamia). A Ebla giungeva poi il lapislazzuli afghano e forse anche l'oro egizio.La popolazione era per la stragrande maggioranza semita, non solo a Ebla città, ma in tutto il regno, come l'onomastica mostra con evidenza.La città offre evidenze archeologiche per tre fasi distinte (protosiriano maturo, protosiriano tardo, paleosiriano arcaico e maturo): per tre volte la città subì una distruzione violenta. Per il periodo protosiriano, la popolazione residente in città dovrebbe essere stata sulle 15.000/20.000 persone, mentre il regno nel complesso contava forse circa 200.000/250.000 unità. Di queste, forse 40.000 partecipavano direttamente al sistema redistributivo organizzato centralmente dal palazzo e dalla famiglia reale. Si tratta di un culmine probabilmente mai più raggiunto: gli insediamenti nella zona si rarefanno nel Bronzo medio e precipitano nel Bronzo tardo.Già citato negli annali di Tuthmosi III, il nome della città potrebbe significare "pietra bianca", in riferimento alle superfici calcaree delle pietre sulle quali è stata costruita.. Nel 1964 ebbe inizio una campagna di scavi da parte di una missione archeologica italiana diretta da Paolo Matthiae dell'Università La Sapienza di Roma. La città di Ebla era menzionata da diversi testi mesopotamici e ad essa si allude anche in testi ittiti ed egizi, ma non si conosceva la sua ubicazione e fino ad allora era stata cercata senza successo. Solo nel 1968, con il recupero di vari monumenti protosiriani e, tra questi, del torso di un re di Ebla, Ibbit-Lim, fu confermato che Tell Mardīkh era l'antica Ebla. Quanto agli archivi del palazzo reale (il palazzo G), furono scoperti tra il 1974 e il 1976.
Paolo Matthiae (Roma, 9 gennaio 1940) è un archeologo, accademico e orientalista italiano.
La lingua eblaita era una lingua semitica orientale, parlata nel III millennio a.C. nel centro e nel nord della Siria e nell'Alta Mesopotamia occidentale.
Giovanni Pettinato (Troina, 24 settembre 1934 – Roma, 19 maggio 2011) è stato uno storico e assiriologo italiano, specializzato in lingue mesopotamiche mediorientali. Per il suo grande contributo allo studio della civiltà di Ebla, Pettinato ricevette numerosi importanti premi in Italia e in Germania. Nel 1989 fu chiamato a far parte come socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei e, successivamente, diventò socio corrispondente della Academia de historia de Madrid (Spagna) e socio dell'Accademia delle scienze di Torino.
Gli Accadi furono un'antica popolazione semitica del Bronzo antico vicino-orientale.Erano presenti in Mesopotamia fin dal Proto-Dinastico II e III (2750-2350 a.C., secondo la cronologia media), soprattutto nella Media Mesopotamia (che in futuro prenderà il nome di Akkad).Gli Accadi erano una popolazione nomade, proveniente, secondo la tradizione, dal deserto siro-arabico: si tratta della prima popolazione semita giunta ad offrire documentazione testuale (insieme alle tavolette di Ebla, in lingua eblaita). Nel 2350 a.C., sotto il regno di Sargon il Grande, gli Accadi crearono un grande impero, considerato il primo nella Storia, esteso alla Mesopotamia e a parte della Siria e dell'Asia Minore. Nel 2200 a.C., però, venne invaso dai Gutei e riconcquistato dai Sumeri in età neo-sumerica ponendo fine alla civiltà di Akkad.
Abramo (in ebraico: אַבְרָהָם, AFI [ʔaβ.raː.ˈhaːm], da cui il significato "Padre di molti"; in arabo: ابراهيم, Ibrāhīm; ... – ...) è un patriarca dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam. La sua storia è narrata nel Libro della Genesi ed è ripresa nel Corano. Secondo Genesi (17,5), il suo nome originale era אַבְרָם [ʔaβ.ˈraːm], poi cambiato da Dio in Abraham. Non esistono testimonianze indipendenti da Genesi dell'esistenza di Abramo: secondo l'esegesi storico-critica non sarebbe quindi possibile attestare la sua storicità. La cronologia interna alla Bibbia colloca Abramo verso il 2000 a.C. La redazione del testo biblico che parla di lui pare essere opera di un redattore sacerdotale, ai tempi dell'esilio babilonese. Nonostante ciò, «non esiste nulla di specifico nelle storie della Genesi che possa essere collegato direttamente a storia conosciuta che riguardi Canaan e dintorni nella prima parte del secondo millennio p.e.v.». Come in genere succede per i testi riguardanti i patriarchi, non si tratta di biografie, né di racconti storici nel senso comune del termine, ma di fissazione per iscritto di tradizioni orali. La Torah lo riporta nativo di Ur dei Caldei, una città dell'area babilonese nell'odierno Iraq. Di conseguenza, «è ormai ampiamente riconosciuto che il cosiddetto “periodo patriarcale/ancestrale” sia un costrutto letterario susseguente, e non un periodo della storia reale del mondo antico». Buona parte degli studiosi asserisce che il Pentateuco sia stato composto nel periodo persiano (circa 520–320 a.C.), quale risultato di tensioni tra possidenti terrieri ebrei che erano rimasti in Giuda durante la cattività babilonese e affermavano Abramo come loro "padre" tramite il quale facevano risalire il proprio diritto alla terra, e gli esuli "sacerdotali" reduci, che basavano la loro rivendicazione sulla preminenza di Mosè e la tradizione dell'Esodo.