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Friedrich Wilhelm Ernst Paulus (Guxhagen, 23 settembre 1890 – Dresda, 1º febbraio 1957) è stato un generale tedesco, feldmaresciallo durante la seconda guerra mondiale. Dopo una brillante carriera principalmente nello stato maggiore generale della Wehrmacht, alla fine del 1941 ricevette il comando della 6ª Armata, la più grande e potente armata tedesca, che condusse inizialmente con successo durante l'offensiva estiva del 1942 sul fronte orientale. A partire dal settembre 1942 dovette affrontare la logorante e cruenta battaglia di Stalingrado e non riuscì a sopraffare la resistenza dell'Armata Rossa. Sorpreso dalla controffensiva sovietica del novembre 1942, rimase accerchiato con la sua armata nella sacca di Stalingrado; dopo una lunga e tenace resistenza senza adeguati rifornimenti e in pieno inverno, la 6ª Armata venne completamente distrutta. Paulus si arrese con il suo stato maggiore il 31 gennaio 1943 e venne fatto prigioniero dai sovietici. Paulus si dimostrò un abile e preparato ufficiale, idoneo al lavoro di pianificazione e di organizzazione e capace di progettare e dirigere ampie manovre offensive con truppe corazzate; tuttavia la sua condotta rigidamente aderente agli ordini superiori e alcune sue decisioni e incertezze durante la battaglia di Stalingrado, che travolse il suo comando e le sue truppe, lo hanno esposto a numerose critiche e rimangono oggetto di valutazioni ampiamente contrastanti da parte di storici e specialisti.
Il termine dizionario è usato con riferimento a due concetti. Può indicare: l'elenco alfabetico delle parole e delle locuzioni di una lingua (ed eventualmente anche altri elementi linguistici ad esso legati come ad esempio prefissi, suffissi, sigle, lettere) fornendone informazioni quali il significato, l'uso, l'etimologia, la traduzione in un'altra lingua, la pronuncia, la sillabazione, i sinonimi, i contrari (in questo senso, è detto anche lessico); un'opera che raccoglie, in modo ordinato secondo criteri anche variabili da un'opera all'altra, biografie e nozioni inerenti ad un particolare settore del sapere umano (una scienza, uno sport, un'arte, una tecnica ecc.) o anche il sapere umano nel suo complesso, fornendone una trattazione.
La battaglia di Austerlitz (in francese Bataille d'Austerlitz; in tedesco Schlacht bei Austerlitz; in russo Битва под Аустерлицем?, traslitterato Bitva pod Austerlicem; in ceco Bitva u Slavkova), detta anche battaglia dei tre imperatori, fu l'ultima e decisiva battaglia svoltasi durante la guerra della terza coalizione, parte delle guerre napoleoniche. Fu combattuta il 2 dicembre 1805 (11 frimaio, anno XIV del CRF) nei pressi della cittadina di Austerlitz (l'attuale comune di Slavkov u Brna nella Repubblica Ceca, nelle vicinanze di Brno) tra la Grande Armée francese composta da circa 73 000 uomini comandati dall'imperatore Napoleone Bonaparte e un'armata congiunta, formata da russi e austriaci, composta da oltre 85 000 uomini comandati dal generale russo Michail Illarionovič Kutuzov, con la collaborazione del generale austriaco Franz von Weyrother che era stato l'ideatore del piano di battaglia austro-russo. Dopo avere accerchiato e distrutto un'intera armata austriaca durante la campagna di Ulma, le forze francesi occuparono Vienna l'11 novembre 1805. Gli austriaci riuscirono a evitare ulteriori combattimenti fino all'arrivo dei rinforzi russi. Napoleone necessitava di una vittoria decisiva e, per attirare gli avversari sul terreno di battaglia da lui scelto nei pressi di Austerlitz, finse di trovarsi in difficoltà facendo ripiegare le sue avanguardie e indebolendo deliberatamente il suo fianco destro. I generali austro-russi concentrarono la maggior parte delle forze contro la destra francese, sguarnendo pericolosamente il centro del loro fronte, che subì il violento attacco di sorpresa del IV Corpo del Maresciallo Nicolas Jean-de-Dieu Soult. Dopo il crollo del centro nemico, i francesi poterono sbaragliare entrambi i fianchi dello schieramento nemico e costrinsero gli alleati ad una fuga disordinata, catturando migliaia di prigionieri. Francia e Austria conclusero un armistizio immediato cui seguì poco dopo, il 26 dicembre, la pace di Presburgo: il trattato poneva l'Austria fuori sia dalla guerra che dalla terza coalizione, confermando la perdita austriaca dei territori in Italia a favore della Francia e in Germania a favore degli alleati tedeschi di Napoleone. La cruciale vittoria ad Austerlitz permise a Napoleone di creare la Confederazione del Reno; di conseguenza il Sacro Romano Impero cessò di esistere nel 1806 con l'abdicazione di Francesco II dal trono imperiale. La battaglia di Austerlitz rappresenta il più grande successo raggiunto da Napoleone nella sua carriera militare e ha assunto una statura quasi mitica nell'epopea napoleonica. Grazie alla precisa esecuzione dell'audace ma ingegnoso piano dell'imperatore, i francesi conseguirono una vittoria schiacciante, e la battaglia è spesso celebrata come il capolavoro di Napoleone per l'abilità di cui egli diede prova e, per i risultati raggiunti, è stata paragonata alla battaglia di Canne, il famoso trionfo di Annibale.
L'Europa (/euˈrɔpa/) è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori storico-culturali e geopolitici, l'unico situato interamente nell'emisfero settentrionale. Costituisce l'estremità occidentale del supercontinente Eurasia, o anche una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia. È stata la culla della civiltà occidentale, assieme al Medio Oriente. La storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quelle degli altri continenti, verso i quali, a partire dal XVI secolo, sono state frequenti e massicce le migrazioni, specialmente in America e in Oceania, dove gli europei sono ora in maggioranza rispetto alle popolazioni locali; varie forme di colonialismo e di imperialismo europeo hanno influenzato profondamente la Storia degli ultimi secoli.
La battaglia di Stalingrado del luglio 1942-febbraio 1943, combattuta tra le potenze dell'Asse e l'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale, è stata utilizzata come trama di libri, canzoni, film e videogiochi.
La battaglia di Canne del 2 agosto del 216 a.C. è stata una delle principali battaglie della seconda guerra punica ed ebbe luogo in prossimità della città di Canne, nell'antica Apulia. L'esercito di Cartagine, comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore della Repubblica romana, guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone. È stata, in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte subite da Roma, seconda solo alla battaglia di Arausio, ed è considerata come una delle più grandi manovre tattiche della storia militare.Riorganizzatisi dopo le precedenti sconfitte nelle battaglie della Trebbia (218 a.C.) e del Lago Trasimeno (217 a.C.), i Romani decisero di affrontare Annibale a Canne, con circa 86 000 tra soldati romani e truppe alleate. I Romani ammassarono la loro fanteria pesante in una formazione più serrata del solito, mentre Annibale utilizzò la tattica della manovra a tenaglia. Questa manovra risultò così efficace che l'esercito romano fu annientato come forza di combattimento. A seguito della battaglia di Canne, la città di Capua, un tempo alleata di Roma, e altre città stato, cambiarono alleanza, schierandosi con Cartagine.
Gli Àvari sono, secondo la teoria più accettata, un popolo nomade di lingua turcica, strettamente imparentato con i Protobulgari, che si stabilì, fondando un proprio Stato, nell'area del Volga nel VI secolo. In seguito gli Avari compirono incursioni in Europa, conquistando sia l'intero bacino carpatico e trans-danubiano (terre pannoniche lasciate quasi interamente libere dai Longobardi) sia la piana del Tibisco, creando un regno nel centro dell'Europa che durò per due secoli, il cosiddetto Khanato degli Avari. Sconfitti da Carlo Magno, si fusero principalmente con gli Slavi orientali, ma anche con gli Ungari. Cangrande della Scala amava ricondurre l'origine della propria famiglia a un khan avaro giunto in Italia settentrionale con i Longobardi.
La 6ª Armata della Wehrmacht (in tedesco 6. Armee) venne costituita durante la seconda guerra mondiale il 10 ottobre 1939 dalla riorganizzazione della 10ª Armata che aveva combattuto in Polonia. Impegnata in combattimento sul fronte occidentale nel 1940 e sul fronte orientale nel 1941 al comando del generale Walter von Reichenau, si distinse in numerose battaglie ma partecipò anche a numerosi atti di repressione e atrocità contro prigionieri, civili ed ebrei. Nel 1942 il comando venne assunto dal generale Friedrich Paulus e la 6ª Armata partecipò alla seconda offensiva tedesca in Unione Sovietica; ritenuta dall'alto comando tedesco la più potente ed esperta armata della Wehrmacht, ricevette la missione di raggiungere il Volga e conquistare Stalingrado. L'armata avanzò fino alla città ma venne coinvolta in sanguinosi combattimenti nell'area cittadina contro la combattiva 62ª Armata sovietica, senza riuscire a raggiungere una vittoria definitiva. Il 23 novembre 1942 venne accerchiata a seguito dell'improvvisa e inattesa controffensiva sferrata dall'Armata Rossa; dopo essersi battuta per oltre due mesi nella sacca, soffrendo grandi disagi per la mancanza di cibo ed equipaggiamento e per i rigori dell'inverno, venne completamente distrutta. I soldati superstiti si arresero il 2 febbraio 1943. Una nuova 6ª Armata venne costituita da Adolf Hitler nell'estate del 1943 e combatté ancora fino alla fine della guerra in Ucraina, Romania, Ungheria e Austria.