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Il calendario cosmico nasce da un'idea del famoso astronomo e divulgatore statunitense Carl Sagan. Il calendario è formato da un unico anno terrestre, ma in questo arco temporale viene compressa la cronologia dell'intero universo (circa 14 miliardi di anni, secondo Sagan). Ne consegue un'affascinante dimostrazione di quanto sia infinitesimo il tempo complessivo della civiltà umana se rapportato all'età dell'universo: basti pensare che soltanto nell'ultimo secondo di questo ipotetico anno dell'universo (e cioè gli ultimi cinque secoli della nostra storia), l'uomo ha sviluppato il 99% della tecnologia che oggi noi sfruttiamo. Usando, infatti, questa scala temporale, ogni secondo del calendario cosmico corrisponde a circa 444 anni terrestri e 31 dei suoi giorni corrispondono a circa un miliardo dei nostri anni.
Per calendario berbero si intende il calendario agrario tradizionalmente in uso nelle regioni del Nordafrica. Questo calendario è noto in arabo anche con l'epiteto di ﻓﻼﺣﻲ fellāḥī "contadino" o ﻋﺠﻤﻲ cajamī "non arabo". Esso viene impiegato per regolare i lavori agricoli stagionali, al posto del calendario islamico che, essendo di tipo lunare senza alcun legame coi cicli delle stagioni dell'anno, è utile per calcolare le festività religiose ma si presta male ad un uso in agricoltura.
Il calendario copto, chiamato anche calendario alessandrino, è utilizzato dalla Chiesa copta ortodossa in Egitto e in Etiopia. Tale calendario deriva dall'antico calendario egiziano, che fu riformato al tempo di Tolomeo III (Decreto di Canopo, 238 a.C.) con l'introduzione del sesto giorno epagomenale ogni quattro anni (in pratica una compensazione come quella dell'anno bisestile); tuttavia tale riforma fu osteggiata dai sacerdoti egiziani e fu attuata solo nel 25 a.C., quando l'imperatore romano Augusto riformò formalmente il calendario egiziano, tenendolo da quel momento in poi in sincronia con il calendario giuliano. Il calendario copto corrisponde al calendario egiziano così rinnovato; nella sua forma etiope ha gli stessi anni e mesi, ma con numeri e nomi differenti. Seguendo il calendario egiziano, viene mantenuta la suddivisione in tre stagioni della durata di quattro mesi ciascuna. Le tre stagioni sono commemorate da preghiere speciali della liturgia copta e tale suddivisione è mantenuta oggi da molti contadini che vi riconoscono le varie stagioni dell'agricoltura. Oltre ai "normali" 12 mesi di 30 giorni, il calendario prevede anche un "mese" intercalare alla fine dell'anno, della durata di 5 o 6 giorni (in base all'anno bisestile). Gli anni e i mesi coincidono con quelli del calendario etiopico, ma hanno nomi diversi. L'anno inizia il 29 agosto del calendario giuliano, che solitamente coincide con l'11 settembre nel calendario gregoriano. Il computo degli anni parte dal 284, anno in cui divenne imperatore romano Diocleziano, il cui regno fu segnato da torture e persecuzioni di massa nei confronti dei cristiani, specialmente in Egitto; per questo l'abbreviazione che accompagna l'anno copto è "A.M." (Annus Martyrum, anno dei martiri).
L'agricoltura biodinamica è un insieme di pratiche pseudoscientifiche basate sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal teosofo ed esoterista Rudolf Steiner attuate durante la produzione agricola, in particolare di prodotti alimentari. Lo scopo di chi abbraccia queste credenze vorrebbe essere il raggiungimento di una agricoltura in maggiore equilibrio con l'ecosistema terrestre. La cosiddetta agricoltura biodinamica incorpora anche alcuni dettami dell'omeopatia e alcune tecniche dell'agricoltura biologica e, con un approccio definito olistico, considera come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso.In ragione di questi elementi e di altri ancora (ad esempio l'importanza attribuita alle "forze cosmiche" o il concetto di "energia vitale") ma soprattutto in ragione della mancanza di uno stretto rapporto di causa ed effetto che spieghi i suoi dettami, la biodinamica è considerata una pseudoscienza. Gli studi scientifici effettuati non hanno rilevato incrementi di qualità fra i prodotti biodinamici e quelli coltivati con i consueti metodi biologici.