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L'italiano ([itaˈljaːno] ) è una lingua romanza parlata principalmente in Italia. È classificato al 27º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 58 milioni di residenti. Nel 2015 era la lingua materna del 90,4% dei residenti in Italia, che spesso lo acquisiscono e lo usano insieme alle varianti regionali dell'italiano, alle lingue regionali e ai dialetti. In Italia viene ampiamente usato per tutti i tipi di comunicazione della vita quotidiana ed è largamente prevalente nei mezzi di comunicazione nazionali, nell'amministrazione pubblica dello Stato italiano e nell'editoria. Oltre ad essere la lingua ufficiale dell'Italia, è anche una delle lingue ufficiali dell'Unione europea, di San Marino, della Svizzera, della Città del Vaticano e del Sovrano militare ordine di Malta. È inoltre riconosciuto e tutelato come "lingua della minoranza nazionale italiana" dalla Costituzione slovena e croata nei territori in cui vivono popolazioni di dialetto istriano. È diffuso nelle comunità di emigrazione italiana, è ampiamente noto anche per ragioni pratiche in diverse aree geografiche ed è una delle lingue straniere più studiate nel mondo.Dal punto di vista storico l'italiano è una lingua basata sul fiorentino letterario usato nel Trecento.
L'esperanto è una lingua artificiale, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall'oculista polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali (LAI). Presentata nel Primo Libro (Unua libro - Varsavia, 1887) come Lingvo Internacia ("lingua internazionale"), prese in seguito il nome esperanto ("colui che spera", "sperante") dallo pseudonimo di "Doktoro Esperanto", utilizzato dal suo inventore. Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice, ma espressiva, appartenente all'umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi "minori", altrimenti condannati all'estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti. Per questo motivo l'esperanto è stato ed è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la cosiddetta democrazia linguistica. Le regole della grammatica dell'esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica; esse non prevedono eccezioni. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, alcuni (specie quelli introdotti di recente) da lingue non indoeuropee come il giapponese, ma in gran parte da latino, lingue romanze (in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco). Vari studi hanno dimostrato che si tratta di una lingua semplice da imparare anche da autodidatti e in età adulta, per via delle forme regolari, mentre altri dimostrano come dei ragazzi che hanno studiato l'esperanto apprendano più facilmente un'altra lingua straniera. Lo studio di due anni di esperanto nelle scuole come propedeutico a una lingua straniera viene detto "metodo Paderborn" perché la sua efficacia è stata dimostrata nell'università tedesca di Paderborn. L'espressività dell'esperanto, simile a quella delle lingue naturali, è dimostrata dalla traduzione di opere di notevole spessore letterario. La cultura originale esperantista ha prodotto e produce in tutte le arti: dalla poesia e la prosa fino al teatro e alla musica. La logica con cui è stata creata minimizza l'ambiguità, per cui si presta a essere usata in informatica, nel ramo della linguistica computazionale, per il riconoscimento automatico del linguaggio. La tradizione dell'esperanto in Polonia e in Croazia è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale. Ci sono proposte per usare l'esperanto come lingua franca per i lavori nel Parlamento europeo, principalmente per motivi economici o per evitare che si vada verso una o più lingue nazionali. Tuttavia finora l'Unione europea giustifica l'attuale politica multilinguista che prevede l'uso di 24 lingue ufficiali, per motivi di trasparenza, non senza critiche da parte di chi sospetta che tale politica stia in realtà portando verso il solo inglese o, al più, al trilinguismo.
I testi sacri (o sacre scritture) sono dei documenti o delle opere letterarie ritenute sacre dalle religioni e movimenti spirituali.
L'occitano, o lingua d'oc (in occitano occitan o lenga d'òc), è una lingua occitano-romanza parlata in un'area specifica del sud-Europa chiamata Occitania, non delimitata da confini politici o amministrativi e grossolanamente identificata con la Francia meridionale o Midi.
Il dialetto greco calabro o grecanico(γλῶσσα γρέκα τῆς Καλαβρία, glossa grèca tis Kalavrìa), è un dialetto della lingua greca moderna parlato in provincia di Reggio, in Calabria. È formalmente una lingua minoritaria appartenente alla minoranza linguistica greca d'Italia insieme alla Grecìa Salentina.
La lingua egizia (in egizio (traslitterato) r n kmt, letteralmente bocca della Terra Nera ossia ciò che si parla lungo le rive del Nilo), nota anche come egiziano antico (questa espressione è però ambigua, perché propriamente l'egiziano (o egizio) antico sarebbe la fase storica della lingua parlata durante l'Antico Regno), è una lingua che appartiene alla famiglia delle lingue afro-asiatiche, imparentata con il gruppo delle lingue berbere e con quello delle lingue semitiche. Le prime testimonianze scritte della lingua dell'Antico Egitto risalgono all'incirca al 3200 a.C. e la lingua sopravvisse fino al V secolo nella forma del demotico e fino al medioevo nella forma della lingua copta; la sua lunga durata, oltre quattro millenni, la rende una delle lingue storiche più antiche conosciute agli uomini moderni. La lingua ufficiale dell'Egitto è oggi l'arabo, nella variante egiziana, che progressivamente, nei secoli successivi alla conquista arabo-musulmana nel VII secolo, si sostituì alla lingua copta come lingua quotidiana. Il copto viene ancora usato come lingua liturgica della Chiesa cristiana copta.
Il buddhismo (in sanscrito: buddha-śasana), o più comunemente buddismo, è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo. Originato dagli insegnamenti dell'asceta itinerante indiano Siddhārtha Gautama (VI, V sec. a.C.), comunemente si compendia nelle dottrine fondate sulle quattro nobili verità (sanscrito: Catvāri-ārya-satyāni). Con il termine buddhismo si indica quindi quell'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato. Sorto nel VI-V secolo a.C. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina filosofica e, secondo alcuni autori, di religione "ateistica", intendendo con quest'ultimo termine non la negazione dell'esistenza degli dei (deva), quanto piuttosto il fatto che la devozione ad essi, fatto comunque considerato positivo, non condurrebbe alla liberazione ultima. Altri considerano i libri sacri buddhisti (Canone pāli, Canone cinese e Canone tibetano) testi che non divinizzano Siddhārtha Gautama Buddha sakyamuni, ma Adi-Buddha o Buddha eterno, concetti buddhisti equivalenti a Dio; tuttavia non è una concezione affine a quella della divinità in senso occidentale, quanto, nel buddhismo Mahāyāna, il principio della buddhità, raffigurato a volte nelle figure dei Buddha come Vairocana o Amitabha, manifestatosi storicamente come Gautama. Il Mahāyāna venera anche i bodhisattva, esseri vicini all'illuminazione. A partire dall'India il buddhismo si diffuse nei secoli successivi soprattutto nel Sud-est asiatico e in Estremo Oriente, giungendo, a partire dal XIX secolo, anche in Occidente.
L'omiletica è il ramo degli studi teologici cristiani che si occupa dell'arte e della teologia della predicazione. L'arte dell'omiletica ricalca i temi pure trattati dalla retorica, cioè l'invenzione (trovare cosa dire), disposizione (sistemare il materiale), memoria (fissare nella mente ciò che si deve esporre) e esposizione. Gli antichi sermoni cristiani erano chiamati omelie, termine derivante dal latino homilia, cioè "conversazione".
Jonathan Swift (Dublino, 30 novembre 1667 – Dublino, 19 ottobre 1745) è stato uno scrittore e poeta irlandese, autore di romanzi e pamphlet satirici. Spirito libero e razionale, pastore anglicano di posizioni eterodosse, è considerato tra i maestri della prosa satirica in lingua inglese, attraverso cui si occupò di politica e religione, mettendo in luce certa follia e presunzione umana. Le sue opere più note sono le satire, I viaggi di Gulliver, Il racconto di una botte e il pamphlet Una modesta proposta. In particolare, nel Gulliver, il suo capolavoro, sotto l'aspetto fittizio della fiaba, dà sfogo alla propria misantropia e rabbia nei confronti del genere umano e del mondo a lui contemporaneo.È noto anche per la sua poesia e i suoi saggi.