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Autore principale: Antonio:da Padova<santo>
Edizione: 3. ed. riv. e ampliata
Pubblicazione: Padova : Messaggero, 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Il buddhismo (in sanscrito: buddha-śasana), o più comunemente buddismo, è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo. Originato dagli insegnamenti dell'asceta itinerante indiano Siddhārtha Gautama (VI, V sec. a.C.), comunemente si compendia nelle dottrine fondate sulle quattro nobili verità (sanscrito: Catvāri-ārya-satyāni). Con il termine buddhismo si indica quindi quell'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato. Sorto nel VI-V secolo a.C. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina filosofica e, secondo alcuni autori, di religione "ateistica", intendendo con quest'ultimo termine non la negazione dell'esistenza degli dei (deva), quanto piuttosto il fatto che la devozione ad essi, fatto comunque considerato positivo, non condurrebbe alla liberazione ultima. Altri considerano i libri sacri buddhisti (Canone pāli, Canone cinese e Canone tibetano) testi che non divinizzano Siddhārtha Gautama Buddha sakyamuni, ma Adi-Buddha o Buddha eterno, concetti buddhisti equivalenti a Dio; tuttavia non è una concezione affine a quella della divinità in senso occidentale, quanto, nel buddhismo Mahāyāna, il principio della buddhità, raffigurato a volte nelle figure dei Buddha come Vairocana o Amitabha, manifestatosi storicamente come Gautama. Il Mahāyāna venera anche i bodhisattva, esseri vicini all'illuminazione. A partire dall'India il buddhismo si diffuse nei secoli successivi soprattutto nel Sud-est asiatico e in Estremo Oriente, giungendo, a partire dal XIX secolo, anche in Occidente.
I testi sacri del Buddhismo (tradizionalmente indicati come Tripiṭaka, "tre canestri") sono attualmente raccolti in tre canoni: il Canone pāli (o Pāli Tipiṭaka), il Canone cinese (大藏經, Dàzàng jīng), e il Canone tibetano (composto dal Kangyur e dal Tanjur), così denominati in base alla lingua degli scritti. I canoni buddhisti raccolgono gli insegnamenti, i sermoni, le parabole e i detti di Siddhārtha Gautama (il Buddha), le regole di vita all'interno del Sangha (la "comunità" dei fedeli, sia monaci che laici) e le tecniche per il raggiungimento del Nibbāṇa, ovvero l'"estinzione", intesa come liberazione dal saṃsāra, l'eterno ciclo karmico di nascita, morte e rinascita a cui sono soggetti tutti gli esseri senzienti. Sebbene la religione buddhista sia divisa al suo interno in numerose scuole di pensiero, di cui le tre correnti maggioritarie sono il Theravāda, il Mahāyāna e il Vajrayāna, che hanno sviluppato dottrine contrastanti e prodotto testi altrettanto diversi, i canoni di tutte le scuole condividono alcune dottrine fondamentali, impartite dal Buddha stesso, che costituiscono il Dharma, la "legge morale" o "condotta di vita" che deve rispettare ogni fedele buddhista, e sono: le Quattro nobili verità; il Nobile Ottuplice Sentiero; l'Ahimsa (compassione o nonviolenza); la meditazione, che conduce alla Bodhi (illuminazione); il Nibbāṇa, estinzione della sofferenza.
L'omiletica è il ramo degli studi teologici cristiani che si occupa dell'arte e della teologia della predicazione. L'arte dell'omiletica ricalca i temi pure trattati dalla retorica, cioè l'invenzione (trovare cosa dire), disposizione (sistemare il materiale), memoria (fissare nella mente ciò che si deve esporre) e esposizione. Gli antichi sermoni cristiani erano chiamati omelie, termine derivante dal latino homilia, cioè "conversazione".
Il termine vimāna (in sanscrito विमान) indica un generico e mitologico oggetto volante, descritto in numerosi testi religiosi indiani. Non sono state individuate prove fisiche dell'esistenza di tali oggetti, ma la loro descrizione è diffusa, e viene persino descritto il loro uso nelle guerre del Mahābhārata e del Rāmāyaṇa. Secondo le descrizioni di questi testi sacri, i vimāna sono in grado sia di volare nell'aria, nello spazio e di immergersi sott'acqua. Nei Veda, si menzionano diversi tipi di Vimāna, con diverse forme e dimensioni: Il sole e carri volanti che ruotano tirati da animali, di solito cavalli (anche se il carro della divinità vedica Pūṣan è trainato da alcune capre) Il agnihotra-vimāna, con due motori (agnir in sanscrito significa "fuoco") Il gaja-vimāna, con più motori (gaja in sanscrito significa "elefante")Il Vaimanika Shastra, degli inizi del XX secolo,è un vero e proprio manuale che descrive, non solo come pilotare un vimāna, ma anche le sue caratteristiche tecniche. Vengono anche descritte altre tipologie: il martin pescatore, l'ibis, e altri animali. Pare che l'etimologia della parola Vimāna derivi da vi-māna, ossia "Luogo di cui sono state prese le misure"(?). La parola ha anche il significato di tempio indù. Un'altra teoria etimologica plausibile è quella che farebbe provenire la parola "vimāna" dall'unione di "vi" (vocabolo che sta a significare "uccello", o più genericamente qualcosa di volante) e māna (parola che indica qualcosa di artificiale e di abitato). Come spiega D. W. Davenport nel 1979, sul proprio libro 2000 a.C.: distruzione atomica, dove dà una sua interpretazione della traduzione in inglese del Vaimanika Shastra. L'ufologo Roberto Malini nel suo dizionario enciclopedico fa notare che, secondo alcuni ricercatori, il termine Vimāna potrebbe derivare da Vamana, il quinto avatar del dio Vishnu. Probabilmente con il tempo il significato della parola è traslato nei seguenti significati: Area delimitata e destinata a scopi sacri; tempio; luogo di Dio.Nelle ultime scritture sono descritti altri veicoli volanti, e qualche volta vengono fatti riferimenti poetici persino a veicoli terrestri. In alcuni moderne lingue indiane, per esempio in gujarati, la parola vimāna viene utilizzata per indicare un moderno aeroplano. Nel libro buddhista Vimanavatthu (in lingua pali: "Storie di Vimāna") si usa la parola vimāna per indicare un breve testo usato come ispirazione o un sermone buddhista.
Jonathan Swift (Dublino, 30 novembre 1667 – Dublino, 19 ottobre 1745) è stato uno scrittore e poeta irlandese, autore di romanzi e pamphlet satirici. Spirito libero e razionale, pastore anglicano di posizioni eterodosse, è considerato tra i maestri della prosa satirica in lingua inglese, attraverso cui si occupò di politica e religione, mettendo in luce certa follia e presunzione umana. Le sue opere più note sono le satire, I viaggi di Gulliver, Il racconto di una botte e il pamphlet Una modesta proposta. In particolare, nel Gulliver, il suo capolavoro, sotto l'aspetto fittizio della fiaba, dà sfogo alla propria misantropia e rabbia nei confronti del genere umano e del mondo a lui contemporaneo.È noto anche per la sua poesia e i suoi saggi.
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