Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Sun Tzu (孫子T; 孙子S, Pinyin: Sūnzǐ; Wade-Giles: Sun Tzu; nato Sūn Wǔ (孫武), zì: Chángqīng (長卿); 544 a.C. – 496 a.C.) è stato un generale e filosofo cinese, vissuto probabilmente fra il VI e il V secolo a.C.. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare di tutti i tempi, L'arte della guerra (孫子兵法, Sūnzǐ Bīngfǎ, ).
La pace una condizione sociale, relazionale, politica (per estensione anche personale ovvero intraindividuale, o eventualmente legata ad altri contesti), caratterizzata dalla presenza di condivisa armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti. La pace che si instaura tra due nazioni in seguito a una guerra pu trarre origine dalla cessazione del conflitto per comune accordo fra le nazioni coinvolte oppure essere imposta quando il suo mantenimento possibile sotto il rispetto di condizioni dettate dalla nazione che ha vinto il conflitto o quando la superiorit di una delle parti tale da scongiurare qualsiasi azione di rivolta da parte della nazione in condizione di inferiorit .Il termine deriva dal latino pax (il quale a sua volta si fa derivare dalla radice indoeuropea pak-, pag- fissare, pattuire, legare, unire, saldare; alla quale sono legate anche pagare e pacare) ed il contrapposto di bellum (guerra) in senso politico e sociologico, ovvero dello stato dei rapporti tra individui o gruppi di individui. Trattandosi di uno dei concetti pi antichi e profondi in senso antropologico, il termine ha assunto significati pi estensivi e generali, compresi verbi come "appacificare" e "rappacificare", con i relativi riflessivi: "appacificarsi" e "rappacificarsi". Per ulteriore estensione semantica, il concetto di pace come "non-turbamento" poi passato dai campi sociologico e politico a quello individuale in senso spiccatamente psicologico, assumendo il significato di pace dell'anima o pace interiore, ovvero uno stato di quiete o tranquillit dell'animo umano percepita come assenza di turbamenti e agitazione. Tale pace interiore (o dell'animo) ben risponde agli antichi concetti di eutim a (in Democrito), di apon a (in Epicuro), di atarassia (negli stoici), di eireneusi in etiche recenti. Pi specificatamente, la pace viene considerata (o dovrebbe essere considerata, secondo l'opinione corrente) un valore universalmente riconosciuto che sia in grado di superare qualsiasi barriera sociale e/o religiosa ed ogni pregiudizio ideologico, in modo da evitare situazioni di conflitto fra due o pi persone, due o pi gruppi, due o pi nazioni, due o pi religioni.
I massacri delle foibe (in sloveno poboji v fojbah, in croato masakri fojbe, in serbo: mасакри фоjбе masakri fojbe?) sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe", dove furono gettati molti dei corpi delle vittime. Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. Secondo gli storici Pupo e Spazzali, l'utilizzo simbolico di questo termine «può divenire fonte di equivoci qualora si affronti il nodo della quantificazione delle vittime», in quanto la differenza tra il numero relativamente ridotto dei corpi materialmente gettati nelle foibe, e quello più alto degli uccisi nei campi di prigionia, dovrebbe portare a parlare di "deportati" e "uccisi" per indicare tutte le vittime della repressione. Si stima che le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia siano state, sempre secondo gli storici Pupo e Spazzali, tra le 3 000 e le 5 000, comprese le salme recuperate e quelle stimate nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi, mentre alcune fonti fanno salire questo numero fino a 11 000. In generale però cifre superiori alle 5 000 si raggiungono soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana. Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Emigrazione dovuta a varie ragioni: dall'oppressione esercitata da un regime la cui natura totalitaria impediva anche la libera espressione dell'identità nazionale, al rigetto dei mutamenti nell'egemonia nazionale e sociale nell'area, nonché alla vicinanza dell'Italia, che costituì un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite nonostante il governo italiano si fosse a più riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l'esodo. Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956.
La guerra convenzionale è una forma di guerra condotta impiegando armi militari e tattiche di battaglia convenzionali fra due o più stati in aperta contrapposizione. Le forze su ciascun fronte sono ben definite, e combattono usando armi che si rivolgono prevalentemente contro lo schieramento combattente nemico. Di norma è combattuta mediante armi convenzionali, e non nucleari, batteriologiche o chimiche. Lo scopo generale della guerra convenzionale è indebolire o distruggere la forza militare avversaria, in modo tale da impedirne la possibilità di impegnarsi ulteriormente nella guerra convenzionale. Ciò nondimeno, per indurre alla capitolazione, uno o più dei contendenti può alla fine far ricorso a tattiche di guerra non convenzionale.
La filosofia ha trattato il fenomeno della guerra non sistematicamente, ma nell'ambito di particolari settori della speculazione filosofica: temi connessi alla guerra sono stati valutati soprattutto sul piano etico e possono trovarsi inclusi negli autori di sociologia, antropologia, filosofia politica, filosofia del diritto e filosofia della storia come in personaggi non organicamente filosofi come Tolstoj nella sua Guerra e pace.
Gennaro Sangiuliano (Napoli, 6 giugno 1962) è un giornalista e saggista italiano, direttore del TG2 dal 31 ottobre 2018. È stato direttore del quotidiano Roma di Napoli dal 1996 al 2001, vicedirettore del quotidiano Libero e del TG1 dal 2009 al 2018.
Emilio Gentile (Bojano, 31 agosto 1946) è uno storico, accademico e docente italiano, studioso di storia contemporanea, in particolare del fascismo; è un accademico dei Lincei.
Antonio Padoa Schioppa (Vienna, 23 agosto 1937) è un giurista, storico e accademico italiano.
Con il termine antica Grecia (o anche Grecia antica) si indica la civiltà sviluppatasi nella Grecia continentale, in Albania costiera, nelle isole del Mar Egeo, sulle coste del Mar Nero e della Turchia occidentale, nella Sicilia orientale e meridionale, sulle zone costiere dell'Italia Meridionale (complessivamente denominate poi Magna Grecia), in Nordafrica, in Corsica, in Sardegna, sulle coste orientali della Spagna e quelle meridionali della Francia. La cultura greca, nonostante la conformazione geografica del continente favorisse l'insorgere di molteplici unità politiche a sé stanti (le poleis), fu un fenomeno omogeneo, che interessò tutte le genti elleniche, accomunate dalla stessa lingua; attribuiva molta importanza alla conoscenza e alla ricerca della verità: per i greci avvicinarsi alla verità significava avvicinarsi alla divinità, pertanto attribuivano un carattere quasi religioso alla conoscenza e alle scienze; in questo contesto gli antichi greci avevano intuito l'importanza della matematica nella ricerca di una conoscenza più vicina alla verità e questo spiegherebbe come la civiltà greca sia riuscita, nel giro di pochi secoli e con una popolazione limitata in numero, a raggiungere notevoli traguardi nella filosofia, nella matematica e nelle scienze.