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Carteggio Churchill-Mussolini

Con l'espressione carteggio Churchill-Mussolini ci si riferisce comunemente a una serie di documenti, la cui effettiva esistenza non è mai stata provata, concernenti una supposta corrispondenza intrattenuta dal Primo Ministro italiano Benito Mussolini con il Primo Ministro britannico Winston Churchill, con particolare riferimento al periodo della seconda guerra mondiale, che il capo del fascismo avrebbe avuto cura di portare con sé all'atto di lasciare Milano il 25 aprile 1945, e che avrebbe custodito personalmente al momento della cattura. Nell'immediato dopoguerra, Churchill e i servizi segreti britannici, si sarebbero mossi con successo per recuperare gli originali e gran parte delle copie del carteggio. Pertanto, poiché questa presunta documentazione è inaccessibile agli storici, o sarebbe andata distrutta, è impossibile definirne l'eventuale contenuto, pur essendone state formulate numerose ipotesi e ricostruzioni. Si è così sviluppata una vulgata giornalistica costruita su azzardate presunzioni e patenti falsificazioni che ha finito per contaminare e inquinare la ricostruzione storiografica. Si tratterebbe in pratica di una falsificazione additiva, prodotta dall’aggiunta di varie ipotesi mai documentate storiograficamente, ma basate sui si dice o sul si è detto, del tutto indimostrabili. Per esempio il libro di Peter Tompkins nel ricostruire tutta la vicenda delle Carte segrete del Duce, fin dagli albori della loro storia, fondato su documenti statunitensi, difficilmente riscontrabili, in realtà non produce nessuna prova nel corso della lunga narrazione. Nel libro di Tompkins, infatti non c’è nemmeno una nota. Di questa vulgata qui di seguito troviamo la sua più completa articolazione.

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