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La basilica dei Santi XII Apostoli è un luogo di culto cattolico del centro storico di Roma situato nel rione Trevi nell'omonima Piazza Santi Apostoli. Ha la dignità di basilica minore.
Antonio di Benedetto degli Aquili detto Antoniazzo Romano (1430-1435 circa – Roma, 17 aprile 1508) è stato un pittore italiano.
La cappella del Presepio, o Della Rovere, si trova nella navata destra della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. Si tratta della prima partendo dalla controfacciata ed è dedicata alla beata Vergine e a san Girolamo. Vi si trova un ciclo di affreschi di Pinturicchio e bottega.
Il cimitero delle Porte Sante è un cimitero monumentale di Firenze situato entro il bastione fortificato della basilica di San Miniato al Monte.
La chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo, popolarmente chiamata Annunziatina, è un oratorio di Roma, nel rione Borgo, sul lungotevere Vaticano. La chiesa venne costruita in borgo Santo Spirito tra il 1742 e il 1745 dall'architetto Pietro Passalacqua come oratorio dell'Arciconfraternita dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Ma nel 1940, in concomitanza con l'apertura di Via della Conciliazione, l'oratorio fu smontato e ricostruito dieci anni più tardi nella posizione attuale lungo il Tevere. La facciata è uno dei più graziosi esempi di stile settecentesco romano. L'interno si presenta ad unica navata, con decorazioni rifatte in stucco. In essa sono conservate opere della scomparsa chiesa di San Michele Arcangelo ai Corridori di Borgo; in particolare un affresco raffigurante Madonna del latte col Bambino attribuito ad Antoniazzo Romano, e una lunetta con Apparizione di san Michele Arcangelo a papa Gregorio Magno.
Il castello reale di Fontainebleau (in francese Château de Fontainebleau) è un castello in stile principalmente rinascimentale e classico, situato nel centro della città di Fontainebleau (Senna e Marna), ad una sessantina di chilometri a sud-est di Parigi, in Francia. Le prime tracce del castello di Fontainebleau risalgono al XII secolo. Gli ultimi lavori furono effettuati nel XIX secolo. Importante luogo della storia di Francia, il castello di Fontainebleau è stata una delle dimore dei sovrani francesi da Francesco I (che ne fece la sua dimora preferita) fino a Napoleone III. Molti re hanno lasciato qui la loro impronta nella costruzione e nella storia del castello, che è così un testimone delle differenti fasi della storia di Francia dal Medioevo in poi. Circondato da un vasto parco e vicino alla foresta omonima, il castello si compone di elementi medievali, rinascimentali e classici. Testimonia l'incontro fra l'arte italiana e la tradizione francese, espressa sia nella sua architettura che nei decori interni. Era in effetti volontà di Francesco I creare a Fontainebleau una «nuova Roma» nella quale gli artisti italiani esprimevano il loro talento e influenzavano l'arte francese. Fu così che nacque la Scuola di Fontainebleau, che rappresenta il periodo più ricco dell'arte rinascimentale in Francia e ispira la pittura francese fino alla metà del XVIII secolo e oltre. Napoleone I soprannominò il castello come la «casa dei secoli», evocati dai ricordi storici di cui il luogo è stato testimone. Il castello è diventato parte dei monumenti storici nel 1862, e nelle liste del 1913, 1939, 2008 e 2009. Inoltre, dal 1981, il castello fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Ricco di un quadro architetturale di prim'ordine, il castello di Fontainebleau possiede anche una delle più importanti collezioni di mobili antichi di Francia e conserva un'eccezionale collezione di dipinti, di sculture e di oggetti d'arte che vanno dal VI al XIX secolo.
La Camera degli Sposi, chiamata nelle cronache antiche Camera picta ("camera dipinta"), è una stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova. È celebre per il ciclo di affreschi che ricopre le sue pareti, capolavoro di Andrea Mantegna, realizzato tra il 1465 e il 1474. Mantegna studiò una decorazione ad affresco che investisse tutte le pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici dell'ambiente, ma al tempo stesso sfondando illusionisticamente le pareti con la pittura, come se lo spazio fosse dilatato ben oltre i limiti fisici della stanza. Il tema generale è una celebrazione politico-dinastica dell'intera famiglia di Ludovico Gonzaga, con l'occasione dell'elezione a cardinale di Francesco Gonzaga.
Un'armatura (s.f., dal latino armatura, derivato dal verbo armāre, "armare") è un equipaggiamento protettivo utilizzato per difendere il corpo di un uomo in uno scontro, sia quest'ultimo d'ambito bellico o civile (per esempio in caso di sommossa). Nel corso della storia dell'umanità, l'armatura si è evoluta parallelamente all'aumento dell'efficacia delle armi sul campo di battaglia, generando così una corsa gli armamenti che coinvolgeva varie civiltà per dare la miglior protezione senza gravare sull'agilità dei soldati.; i primi esemplari vennero prodotti a partire dal XIII secolo, in concomitanza con la storia della pratica bellica e vide l'umanità fare ricorso ai più disparati elementi per realizzare le pezze protettive: semplici strati di pelliccia, cuoio ed osso, poi metalli sempre più robusti (bronzo, ferro e acciaio), arrivando infine alle fibre sintetiche come il kevlar. Le tipologie di armature sviluppate dall'umanità, sono state, soprattutto nel continente eurasiatico e sino al XVII secolo, del tipo più disparato: come ad esempio la panoplia degli opliti greci, la cotta di maglia dei Celti, la lorica segmentata del legionario romano imperiale.
Antinoo (ma anche Antinoüs o Antinoös, in greco antico: Αντίνοος; Claudiopoli, 27 novembre 110 o 111 – Egitto, 30 ottobre 130 o poco prima) è stato un giovane greco originario della Bitinia, noto per la relazione sentimentale e amorosa avuta con l'imperatore romano Adriano, il quale lo divinizzò dopo la sua morte prematura avvenuta in circostanze alquanto misteriose. Venne adorato sia nell'Oriente egizio sia nell'Occidente greco-latino, a volte come Theos, una vera e propria divinità, altre semplicemente come un Eroe mortale deificato. Molto poco si sa della sua vita, anche se è noto che egli era nato a Claudiopoli (l'attuale Bolu), nella provincia romana di Bitinia in Asia Minore. Fu probabilmente introdotto alla corte imperiale nel 123, poco prima di essere portato in Italia per il completamento della sua istruzione superiore. Divenne il favorito nonché amante dell'imperatore a partire dal 128, anno in cui fece parte del seguito personale di Adriano durante il suo giro di ispezione della provincia d'Africa; accompagnò l'imperatore anche in Grecia durante la partecipazione di Adriano agli annuali misteri eleusini svoltisi a Atene, e fu presente durante la caccia e l'uccisione del leone sacro in terra libica. Alla fine del mese di ottobre dell'anno 130, mentre si trovava a bordo di una flottiglia che percorreva il Nilo, Antinoo morì cadendo in acqua in circostanze rimaste parzialmente oscure. Varie ipotesi sono state avanzate a proposito: annegamento accidentale, suicidio, assassinio per gelosia, intenzionale sacrificio umano. Dopo la sua morte, Adriano divinizzò Antinoo e fondò un culto organizzato dedicato alla sua persona, che si diffuse presto a macchia d'olio in tutto l'Impero; poi, sempre per commemorare il proprio diletto, fondò la città di Antinopoli, fatta sorgere vicino al luogo dove il giovinetto aveva trovato la sua fine terrena prematura e che divenne un centro di culto per l'adorazione del "dio Antinoo" in forma di Osiride. Adriano istituì anche giochi in commemorazione del ragazzo, che si tenevano in contemporanea ad Antinopoli e da Atene, con Antinoo divenuto simbolo dei sogni panellenici dell'imperatore. La figura del bel giovane nella cultura occidentale venne presto associata all'omosessualità e apparve in moltissime opere letterarie e poetiche, tra cui quelle di Oscar Wilde, Fernando Pessoa e Marguerite Yourcenar.