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Il Tempio E o tempio di Era a Selinunte, in Sicilia, è un tempio greco di ordine dorico. Fu realizzato verso la prima metà del V secolo a.C. sulle fondamenta di edifici più antichi. Si tratta del tempio meglio conservato di Selinunte, anche se il suo attuale aspetto si deve all'anastilosi (ricostruzione) effettuata, tra le polemiche, nel 1959. Consacrato ad Era, si trova sulla collina ad est dell'acropoli della città. Il tempio, periptero, appartiene al periodo di transizione tra dorico arcaico e periodo classico e presenta un peristilio con sei colonne sul fronte (esastilo) e quindici sui lati lunghi, avendo per conseguenza una disposizione planimetrica insolitamente allungata. La conformazione planimetrica comprende il naos, piuttosto stretto e senza colonnato interno, il pronao, l'adyton con il pavimento rialzato, ed anche l'opistodomo. Sono presenti diversi accorgimenti ottici, tipici dell'ordine dorico: la forte rastremazione delle colonne, la contrazione angolare, l'ampliamento delle ultime metope.Il fregio presenta metope figurate databili intorno al 470 a.C. che mostrano l'evoluzione verso lo stile classico, in particolare quelle che rappresentano Zeus ed Era e Artemide ed Atteone.
Leonardo Grazia o Grazzi noto come Leonardo da Pistoia (Pistoia, 1502 – Napoli, 1548) è stato un pittore italiano, attivo in Toscana, a Roma e a Napoli durante il Rinascimento.
Baggio, è una frazione del comune di Pistoia, posta ad una altitudine da 495 a 560 m s.l.m. Le prime notizie storiche riferite a questa antica località, partono dall'anno 982, quando per la prima volta viene citato il toponimo riferito a "Case, boschi e beni in locus Bagio". Successivamente, Emanuele Repetti nel suo "Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana" racconta come nella zona ebbero signoria i Conti Cadolingi di Fucecchio, gli Alberti ed i Guidi. Nel 998, infatti, la contessa Gemma, vedova del conte Cadolo, donò alla cattedrale pistoiese il suo podere di Bagio. Altra donazione, da parte dei Conti Alberti che, nel 1009, trasferivano ogni loro possedimento in Bagio alla Badia di Fontana Taona. Lo stesso fece il Conte Tegrimo del fu Conte Guido nel 1043. Nel XVI secolo la Mangona installò nelle valli pistoiesi, numerose ferriere che utilizzavano come combustibile la legna ed il carbone. Questo provocò l'abbandono delle attività agricole e pastorali, favorendo l'impiego della maggior parte della popolazione nel taglio della legna e nella produzione del carbone, regalando a Baggio un periodo di florido sviluppo economico. La maggior parte del complesso urbanistico risale a questi anni, con poche modifiche nel corso dei secoli successivi. Lo stesso Repetti stima la popolazione di Baggio tra il 1833 ed il 1846 in 678 unità.