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Jean Rouch (Parigi, 31 maggio 1917 – Birni N'Konni, 18 febbraio 2004) è stato un etnologo, antropologo e regista francese, noto per i suoi fondamentali contributi all'antropologia visuale. In particolare, Rouch si è dedicato allo studio e alla realizzazione di documentari etnografici su alcune realtà dell'Africa occidentale decolonizzata. Il suo rapporto con il continente africano comincia nel 1941, quando l'allora ingegnere lavora in un grosso cantiere in Niger. In seguito, rientra in Francia dove partecipa ai movimenti di resistenza e alla fine della guerra, ritorna in Africa e intraprende una carriera intensa e poliedrica come regista, antropologo e filmmaker. I suoi film hanno dato vita al cosiddetto cinéma vérité, espressione coniata da lui stesso. La Nouvelle Vague in particolare subirà la sua influenza. Personalità eccentrica e poliedrica, Rouch ha trovato la morte in un incidente automobilistico in Niger.
Il Togo, ufficialmente Repubblica Togolese (in francese République Togolaise), è uno stato dell'Africa Occidentale. Confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale Lomé. Lo Stato è vasto 56.785 km² ed è abitato da 6.145.000 abitanti con una densità di 97,7 ab/km². La lingua ufficiale è il francese (è membro dell'associazione dei paesi francofoni) ma vi si parlano anche molte lingue africane. Col nome di Togoland fu colonia prima della Germania e poi della Francia, da cui ottenne l'indipendenza nel 1960. Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.
Lo schiavismo è il sistema sociale ed economico basato sulla schiavitù. Secondo la maggior parte delle fonti, il termine schiavo deriverebbe dal termine latino medioevale sclavus, slavus indicante il prigioniero di guerra slavo. La definizione dello schiavismo non è univoca poiché esistono svariate forme di semplice sfruttamento, come ad esempio la servitù della gleba medioevale, e la schiavitù vera e propria. Storicamente il proprietario di uno schiavo aveva diritto di vita e di morte su di esso e sulla sua famiglia, e poteva sfruttarne il lavoro senza fornire nessun compenso se non quello di assicurarne la sopravvivenza. Uno schiavo poteva nascere in questa condizione, se figlio di schiavi, oppure poteva perdere la libertà in determinate situazioni, le più comuni delle quali erano la cattura in guerra o la schiavitù per debiti, per cui un debitore, se non era in grado di rimborsare il proprio creditore, diventava egli stesso una sua proprietà.
Memoria del mondo (in inglese Memory of the World) è un programma dell'UNESCO fondato nel 1992 e volto a censire e salvaguardare il patrimonio documentario dell'umanità dai rischi connessi all'amnesia collettiva, alla negligenza, alle ingiurie del tempo e delle condizioni climatiche, dalla distruzione intenzionale e deliberata. Il programma ha come obiettivi: facilitare la conservazione dei documenti, favorirne l'accesso universale e aumentare la consapevolezza diffusa dell'importanza del patrimonio documentario.
Marco Aime (Torino, 4 novembre 1956) è un antropologo e scrittore italiano, docente di antropologia culturale presso l'Università di Genova.
Il termine imperialismo indica la volontà di uno Stato di estendere il proprio dominio (politico, economico e culturale) su altri territori sempre più vasti, formando appunto un impero. Il termine, coniato in Francia nell'Ottocento per definire il regime instaurato da Napoleone III, fu usato in seguito in Inghilterra, associato all'idea di dispotismo ed infine assunse il suo significato più noto: la tendenza di una nazione ad imporre il suo dominio economico e ad influenzare la politica interna di altri paesi con l'obiettivo di avviare la costruzione di imponenti imperi economici (ad es. sfruttare la manodopera a basso costo e le materie prime). Per i paesi dominanti uno degli obiettivi principali di questo sistema era quello di ricavare dai paesi occupati una grande quantità di materie prime a costi bassi. Il termine è usato talvolta per descrivere la politica estera di uno Stato tesa al mantenimento di colonie e domini in terre lontane, anche se lo Stato stesso non si considera un impero. Inoltre, il termine imperialismo può indicare una posizione intellettuale e allo stesso tempo un'ideologia politico-economica e culturale, che implicherebbe la convinzione che la conquista e il mantenimento degli imperi abbiano una valenza positiva; tale punto di vista è spesso unito al presupposto di una superiorità culturale o di altro tipo (es. razziale) intrinseca al potere imperiale.
Homo sapiens (Linnaeus, 1758; dal latino «uomo sapiente») è la definizione tassonomica dell'essere umano moderno. Appartiene al genere Homo, di cui è l'unica specie vivente, alla famiglia degli ominidi e all'ordine dei primati. Il periodo che va dal periodo interglaciale medio, circa 300 000 anni fa, all'epoca odierna, vede la comparsa in Africa orientale e la diversificazione della specie Homo sapiens. Secondo le teorie prevalenti, dal continente africano, circa 65-75 000 anni fa (o secondo altre evidenze alcune decine di migliaia di anni prima), in stretta coincidenza con un evento di fortissima riduzione della popolazione globale, tuttora in fase di definizione, parte della specie iniziò un percorso migratorio che attraverso un corridoio mediorientale la portò a colonizzare l'intero pianeta. La precisa datazione dei primi esemplari definibili sapiens, tradizionalmente posta a circa 130 000 anni fa, è stata spostata dalle scienze paleontologiche più indietro nel tempo, grazie a ritrovamenti nei tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia. Per mezzo di tecniche basate sui rapporti fra gli isotopi dell'argon, alcuni reperti anatomicamente simili all'uomo moderno sono stati datati a 195 000 anni fa, con un'incertezza di ± 5 000 anni.. Nuove datazioni del 2017 su ritrovamenti rinvenuti nel 1961 nel sito archeologico di Jebel Irhoud in Marocco, sposterebbero l'origine dell'Homo sapiens a circa 300 000 anni fa.
George Lilanga (Kikwetu, 1934 – Dar es Salaam, 27 giugno 2005) è stato un pittore e scultore tanzaniano. Formatosi alla scuola pittorica del tingatinga a Dar es Salaam, è noto anche a livello internazionale per il suo peculiare stile pittorico, caratterizzato da figure dai colori vivaci e i contorni netti, fortemente dinamiche, e caricaturali.