apri su Wikipedia

Come le foglie (poesia)

Come le foglie è una poesia del poeta greco Mimnermo, in distici elegiaci, giuntaci, probabilmente integra, tramite l'Antologia di Stobeo. In questo testo il poeta si sofferma nuovamente sul discorso di antitesi tra i divertimenti della giovinezza e l'incombenza triste della vecchiaia. La poesia è scritta in distici elegiaci. Il testo inizia con il paragone senza tempo tra uomini e foglie, ricorrente nella letteratura ed è di stampo omerico. Omero, infatti, nel VI libro dell'Iliade, durante l'incontro tra Diomede e Glauco, paragona le generazioni degli uomini alle foglie: Tuttavia sono evidenti anche le differenze: nel discorso di Glauco la precarietà dell'uomo si applicava alle stirpi e al significato della loro presenza sulla terra, in Mimnermo, invece, al ciclo breve della vita individuale. Inoltre, se nell'Iliade le generazioni sono paragonate al cadere delle foglie con una immagine dinamica in cui nuove foglie nascono e che si conclude con la visione della primavera, nel frammento 2 West il dato pittoresco viene appena ricordato, dopo il poeta si abbandona in una triste riflessione che termina con le figure delle nere Parche, quindi un'immagine di morte. A partire da reminiscenze omeriche il poeta affronta le tematiche che più gli stanno a cuore: la fugacità della giovinezza e l'incombere della vecchiaia. Dal punto di vista formale si nota che le parole-chiave sono poste in rilievo grazie alla loro collocazione nel testo, alla fine (come ὢρη, ἠελίου, ἣβης, rispettivamente alla fine dei vv. 1-3) o all'inizio, come il pronome ἡμείς al v. 1, che afferma l'universalità delle tematiche trattate, da cui nessun uomo può sentirsi escluso: noi tutti siamo come foglie, e tanto caduca è la nostra esistenza. I termini scelti, attinti dal mondo naturale, suggeriscono un'identificazione tra la vita umana e il ciclo della natura. Nel componimento è evidente l'angoscia del poeta: a differenza di Pohlez altri studiosi, quali Jaeger, sostengono che non possa intendersi come l'analogo invito oraziano al carpe diem: per l'uomo "morte, vecchiaia, malattia, sfortuna, e quant'altro lo insidia, si fanno minacce gigantesche, e chi cerca di sottrarsi loro col godimento momentaneo, ne porta tuttavia la spina sempre confitta nel cuore". Nel v. 10 ricorre un tema molto diffuso nel pessimismo greco, che si ritrova in Bacchilide:"per l'uomo/ molto meglio non esser nato,/ non avere mai visto la luce/ del sole; in Erodoto:" meglio è per l'uomo morire piuttosto che vivere; in Sofocle:"Non essere nati è condizione/ che tutto supera; ma poi, una volta apparsi,/ tornare al più presto colà donde si venne,/ è certo il secondo bene". Tuttavia in Mimnermo esso assume una connotazione differente: egli ritiene preferibile la morte, ma solo quando la giovinezza è ormai trascorsa.

Risorse suggerite a chi è interessato all'argomento "Come le foglie (poesia)"

Sperimentale

Argomenti d'interesse

Sperimentale