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La Costituzione sovietica del 1936, adottata il 5 dicembre 1936 e conosciuta anche come Costituzione di Stalin, ridisegnò la forma di governo dell'Unione Sovietica, sostituendo la Costituzione sovietica del 1918 e quella integrativa del 1924. La Costituzione, promulgata in piena epoca stalinista, abrogò le restrizioni sul diritto di voto, istituì il suffragio universale diretto e contemplò nuovi diritti dei lavoratori che si aggiunsero a quelli già previsti dalla costituzione precedente, ammorbidendo leggermente le restrizioni religiose; restò in parte disattesa per lungo periodo, soprattutto nella parte dei diritti civili, vista la contemporaneità dell'emanazione della costituzione con le Grandi Purghe e di fatto sospesa durante gli anni della seconda guerra mondiale. Nel 1947 subì alcune aggiunte e modifiche minori da parte del Soviet Supremo, ma rimase in vigore fino alla promulgazione della Costituzione del 1977.
La Costituzione sovietica del 1924 legittimò l'unione avvenuta nel 1922 della RSSF Russa, RSS Ucraina, RSS Bielorussa e RSSF Transcaucasica per formare l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. La costituzione modificò anche la struttura del governo centrale. Stabilì il Congresso dei Soviet dell'URSS come corpo supremo dell'autorità statale, con il Comitato esecutivo centrale come detentore dell'autorità nell'interim. Il Comitato Esecutivo Centrale venne diviso nel Soviet dell'Unione, che avrebbe rappresentato le repubbliche costituenti, e il Soviet delle Nazionalità, che avrebbe rappresentato gli interessi dei gruppi nazionali. Il Presidio del Comitato Esecutivo Centrale funse da presidenza collettiva. Nel periodo intercorrente le riunioni del Comitato, il Presidio supervisionava l'amministrazione governativa. Il Comitato Centrale eleggeva anche il Sovnarkom, che fungeva da braccio esecutivo del governo.
La prima Costituzione sovietica (1918) o Costituzione della Russia bolscevica, che governò la Repubblica Socialista Sovietica Federata Russa, descrisse il regime che assunse il potere durante la Rivoluzione di Ottobre del 1917. Venne estesa all'intera nazione con la nascita dell'URSS, nel 1922 Questa costituzione riconobbe informalmente la classe operaia come sovrano della Russia, secondo i principi della dittatura del proletariato. La costituzione stabilì anche che i lavoratori dovessero essere in alleanza politica con i contadini e diede forti garanzie di eguali diritti tra lavoratori e contadini. Negò il diritto della borghesia e di quelli che sostenevano l'Armata Bianca nella guerra civile russa di partecipare alle elezioni dei soviet o di detenere il potere politico. Il potere supremo rimaneva al Congresso dei Soviet di tutte le Russie, composto da deputati provenienti dai soviet locali della Russia. Il comitato guida del Congresso dei Soviet — il Comitato esecutivo centrale panrusso — agiva come "organo supremo di potere" tra le riunioni del congresso e come presidenza collettiva dello Stato. Il congresso elesse il Consiglio dei Commissari del Popolo (Sovnarkom, Sovet narodnykh kommissarov) come braccio amministrativo del nuovo governo e definì le sue responsabilità come "amministrazione generale degli affari dello stato" (il Sovnarkom aveva esercitato l'autorità governativa dal novembre 1917 fino all'adozione della costituzione del 1918).