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L'olivo o ulivo (Olea europaea L., 1753) è un albero da frutto che si presume sia originario dell'Asia Minore e della Siria, poiché in questa regione l'olivo selvatico spontaneo è ab antiquo comunissimo, formando delle foreste sulla costa meridionale dell'Asia Minore. Qui, appunto, i Greci cominciarono a coltivarlo scoprendone le sue grandi proprietà, cui diedero il nome speciale di ἔλαια che i Latini fecero olea. Fu utilizzato fin dall'antichità per l'alimentazione. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati per l'estrazione dell'olio di oliva e, in misura minore, per l'impiego diretto nell'alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli appena raccolte, l'uso delle olive come frutti nell'alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati alla deamaricazione (riduzione dei principi amari), realizzata con metodi vari. Appartiene alla famiglia delle Oleaceae e al genere Olea.
Monte Morello è l'unico rilievo assimilabile ad una montagna dell'ampia conca fiorentina. Si trova a nord ovest del capoluogo ed è suddiviso tra i comuni di Sesto Fiorentino, Calenzano e Vaglia. È delimitato ad Ovest dalla Val di Marina, ai piedi dei Monti della Calvana, e ad Est dalla valle del Mugnone, ai piedi del colle di Fiesole. Le cime di maggiore altezza sono il Poggio all'Aia (934 m), il Poggio Casaccia (921 m), il Poggio Cornacchiaccia (892 m), il Poggio Trini (763 m), il Poggio al Giro (747 m) ed il Monte Rotondo (708 m). Il massiccio montuoso ha una curiosa forma, ciascuna delle tre punte possiede l'aspetto tipico delle sommità dei vulcani. Ma la forma non deve trarre in inganno, in quanto la natura di queste montagne non è di origine vulcanica. Il territorio di Monte Morello presenta un notevole interesse paesaggistico ed ambientale, per la sua posizione, per il valore e l'ampiezza del patrimonio boschivo, per le risorse idriche, per la presenza di numerose testimonianze storiche e di opere di valore artistico. Per questo motivo rientra, con il massimo grado di tutela, fra le “aree protette” ai sensi della normativa regionale.
Sarzana (AFI: [sarˈʣana]; Sarzann-a in ligure, Sarzàna, [saɾˈzana] in lunigianese) è un comune italiano di 21 804 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. Considerata l'erede storica dell'antica città romana di Luni, Sarzana è un importante centro della val di Magra. Grazie alla sua posizione, è dalla sua fondazione crocevia di importanti vie di comunicazione tra la Liguria, la Toscana e l'Emilia-Romagna. Sin dall'antichità fu centro agricolo e commerciale di grande rilievo e, già in età medievale, importante centro religioso e giuridico, con sede vescovile e Tribunale.
Praticamente tutte le cultivar commestibili di banana sono ibridi e forme poliploidi delle due specie selvatiche di banane dotate di semi, Musa acuminata e Musa balbisiana. Le cultivar commestibili devono la loro commestibilità al fatto di essere praticamente sempre senza semi (partenocarpiche): nelle piante selvatiche invece i numerosi semi occupano quasi tutto lo spazio all'interno del frutto lasciando pochissima polpa. La conseguenza della mancanza di semi nelle banane commestibili è, ovviamente, il fatto che la propagazione di tutte le banane da frutto deve essere sempre di tipo vegetativo, non potendo essere eseguita la semina. In questo senso, le differenze osservabili tra le banane commestibili, più che essere legate all'appartenere a varietà differenti, sono legate all'essere in pratica individui differenti, e quelle che vengono chiamate generalmente varietà sono singoli cloni. Per lungo tempo questo fatto non è stato compreso, e si riteneva che le varie banane commestibili fossero specie distinte da Musa acuminata e balbisiana. Ad esempio alla banana Cavendish era attribuito il nome di Musa chinensis. Quando l'origine delle banane commestibili è stata compresa, si è capito che non era possibile assegnare i singoli cloni ad una singola specie con la normale nomenclatura binomia linneiana, perché spesso essi presentavano storie di poliploidia e ibridazione tra diverse specie: per questo è stato introdotto, da Ernest Cheesman, Norman Simmonds e Ken Shepherd, un sistema di classificazione che dividerebbe le banane in gruppi in base al loro genoma. In questo sistema si fa seguire al nome del genere Musa l'indicazione del gruppo al quale il clone appartiene, seguita poi dal nome comune della cultivar. Una Dwarf Cavendish quindi si indicherebbe con Musa (Gruppo AAA) Dwarf Cavendish. 'A' si riferisce al genotipo proveniente da Musa acuminata, mentre 'B' rappresenta il genotipo di Musa balbisiana. La ripetizione di ognuna di queste lettere rappresenta la poliploidia, mentre una combinazione di esse rappresenta l'ibridazione. AAA rappresenta, ad esempio, la triploidia. Forme poliploidi di Musa acuminata sono di solito banane adatte al consumo fresco mentre forme poliploidi di Musa balbisiana (e gli ibridi di acuminata e balbisiana) sono di solito chiamate platani e sono considerate banane adatte alla cottura. Nonostante tutti gli sforzi fatti dalla comunità scientifica, classificare le banane si dimostra ancora estremamente difficile, per l'estrema variabilità dei caratteri mostrata dalle piante (in parte legati all'ambiente, in parte legati a mutazioni gemmarie), l'altissimo numero di cultivar (stimato da oltre 300 a più di 1000) e il grandissimo numero di nomi che nelle varie lingue viene attribuito ad una stessa cultivar.
Cultivar (pronuncia corretta: /ˈkultivar/; pronuncia accettabile: /kultiˈvar/), abbreviato in cv. secondo il codice internazionale per la nomenclatura delle piante coltivate, è il termine col quale in agronomia s'intende una varietà di pianta coltivata, ottenuta con il miglioramento genetico, che riassume un insieme di specifici caratteri morfologici, fisiologici, agronomici e merceologici di particolare interesse e trasmissibili con la propagazione, sia per seme sia per parti di pianta. Da un punto di vista pratico, la cultivar sarebbe analoga alla razza di una specie animale realizzata con la domesticazione e la selezione. La cultivar s'identifica perciò in un particolare genotipo, isolato artificialmente con la selezione massale o la selezione individuale, i cui caratteri sono fissati e ripetibili con la propagazione gamica per almeno 3-4 generazioni. Nella sistematica, la cultivar rappresenta una suddivisione minore della sottospecie al pari della varietà, termine che di solito si riferisce alle razze prodottesi spontaneamente in natura.
La collina è un rilievo di altitudine meno elevata e con aspetto meno impervio rispetto alla montagna. La distinzione tra montagna e collina non è netta ed esistono varie convenzioni in merito; d'ordinario si definisce collina un'altura che approssimativamente non supera i 500-600 metri di altitudine (purché non presenti un aspetto impervio), benché nelle rappresentazioni cartografiche siano mappati come collinari i rilievi di altitudine inferiore a 675 m s.l.m.. Un sinonimo assai diffuso di collina è colle; tuttavia nell'area alpina e nei territori francofoni tale ultimo termine è ambiguo poiché può assumere anche il significato di valico.
Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato - un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
La mosca dell'olivo, detta anche mosca delle olive o mosca olearia (Bactrocera oleae (Rossi, 1790)), è un insetto appartenente alla sottofamiglia dei Dacinae Munro, 1984. (Diptera Brachycera Schizophora Acalyptratae Tephritidae). È una specie carpofaga, la cui larva è una minatrice della drupa dell'olivo. È considerata l'avversità più grave a carico dell'olivo.