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Johanna Maria Magdalena "Magda" Goebbels, nata Ritschel (Berlino, 11 novembre 1901 – Berlino, 1º maggio 1945), è stata la moglie del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels. Fu un eminente membro del Partito Nazionalsocialista e ardente sostenitrice della politica di Adolf Hitler. Alla fine della seconda guerra mondiale, mentre Berlino veniva conquistata dall'Armata Rossa, uccise i suoi sei figli e quindi si suicidò assieme al marito.
Paul Joseph Goebbels (Rheydt, 29 ottobre 1897 – Berlino, 1º maggio 1945) è stato un politico e giornalista tedesco. Fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, Gauleiter di Berlino dal 1926 al 1945, ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e generale della Wehrmacht, con l'incarico della difesa di Berlino dall'aprile del 1945 e, dopo il suicidio di Hitler, dal 30 aprile 1945 per quasi due giorni cancelliere del Reich. Le sue tecniche di propaganda furono uno dei fattori che consentirono al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori l'ascesa al potere in Germania, nel 1933. Avendo un dottorato in letteratura (la sua tesi dottorale ebbe come argomento la produzione letteraria romantica del XIX secolo) ed essendo inoltre una delle persone più colte fra i nazionalsocialisti di spicco, furono in molti, tra cui lo stesso Hitler, a chiamare il ministro Herr Doktor ("signor dottore").
La famiglia Goebbels era costituita da Magda e Joseph Goebbels e dai loro sei bambini. Magda, inoltre, aveva già un figlio, Harald Quandt, da un precedente matrimonio. Messa in crisi dalle infedeltà di lui, la famiglia continuò a rimanere in piedi per opera di Adolf Hitler, forse per timore della cattiva immagine che un divorzio avrebbe dato.
Processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946 (la città era, insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista). Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT), che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita. Il secondo gruppo di dodici processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (NMT), e comprese anche il famoso Processo ai dottori. Questa voce tratta principalmente i processi del primo gruppo. Per i processi del secondo gruppo si veda la voce "Processi secondari di Norimberga". La decisione di sottoporre a processo i principali esponenti dell'Asse fu presa ancor prima della cessazione della guerra. Dal 18 ottobre all'11 novembre 1943 si svolse a Mosca la terza conferenza tripartita di Mosca, con la presenza dei tre ministri degli esteri dell'alleanza: Cordell Hull, Anthony Eden e Vjačeslav Michajlovič Molotov. Come ebbe a scrivere Churchill nelle sue memorie, «l'uccisione di Mussolini e il collasso del fascismo ci risparmiò una Norimberga italiana». Al termine dell'incontro venne stilato un documento nel quale i tre capi della coalizione, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, si impegnavano al termine della guerra a far sì che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quale i crimini fossero stati commessi. Nella successiva Conferenza di Teheran, dal 28 novembre al 1º dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine nazionale a un più ampio livello e superato il concetto della punibilità nazionale.
La prima guerra mondiale fu un conflitto mondiale che coinvolse le principali potenze mondiali e molte di quelle minori tra il luglio del 1914 e il novembre del 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese prese il nome di guerra mondiale o anche Grande Guerra: fu infatti il pi grande conflitto armato mai combattuto fino alla seconda guerra mondiale. Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni non tornarono pi a casa; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie. Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio e nel nord della Francia, azione fermata per dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degener in una logorante guerra di trincea che si replic su tutti i fronti e perdur fino al termine delle ostilit . A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Romania, Portogallo e Grecia; determinante per l'esito finale fu, nel 1917, l'ingresso in guerra degli Stati Uniti d'America a fianco degli Alleati. La guerra si concluse definitivamente l'11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firm l'armistizio imposto dagli Alleati. Alcuni dei maggiori imperi esistenti al mondo tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell'Europa.
Con notte dei cristalli (Reichskristallnacht o Kristallnacht, ma anche Reichspogromnacht o Novemberpogrom) viene indicato il pogrom condotto dagli «ufficiali del Partito Nazista, dai membri delle SA (Sturmabteilungen) [...], e dalla Gioventù hitleriana» su istigazione di Joseph Goebbels, nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia. Nei pogrom del novembre 1938 furono bruciate o completamente distrutte almeno 1406 sinagoghe e case di preghiera ebraiche, distrutti i cimiteri, i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. In quella notte, seguendo le direttive di Joseph Goebbels, il capo della Gestapo Heinrich Müller e il capo della polizia di sicurezza (Sicherheitspolizei) Reinhard Heydrich dettero ordini precisi perché la polizia non intervenisse e i vigili del fuoco si limitassero a proteggere le proprietà dei non ebrei. Tra le poche eccezioni ci fu l'agente Wilhelm Krützfeld, che intervenne per impedire che il fuoco distruggesse la nuova sinagoga di Berlino e subì una sanzione dai superiori in grado che approvavano l'azione antisemita. A scopo intimidatorio e per prevenire ogni possibile ribellione, Müller e Heydrich ordinarono anche che si effettuassero tra gli ebrei degli arresti di massa di uomini giovani. Circa 30 000 ebrei furono così deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. Relativamente al solo campo di Dachau, nel giro di due settimane vi vennero internati oltre 13 000 ebrei; almeno 185 furono coloro che vi persero la vita, mentre gli altri furono quasi tutti liberati nei mesi successivi, ma solo dopo esser stati privati della maggior parte dei loro beni.Alla fine, secondo una ricerca recentemente condotta da storici tedeschi, il numero degli ebrei uccisi (un centinaio secondo le prime stime delle autorità naziste) fu di circa 400, tra i 1300 e i 1500 se si calcolano anche i circa 400 che morirono in episodi di violenza nei giorni successivi e i circa 700 tra gli arrestati, i quali trovarono la morte nei campi di concentramento. L'origine della definizione "notte dei cristalli", più correttamente "notte dei cristalli del Reich" è una locuzione di scherno che richiama le vetrine distrutte, fatta circolare da parte nazionalsocialista e diffusa poi anche nella storiografia comune. Dello stesso atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini classificati "ebrei" fece parte anche l'obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore economico dei danni arrecati e di demolire a loro spese le sinagoghe danneggiate. Nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato, con l'eccezione di quattro nazisti, riconosciuti colpevoli di stupro, i quali furono condannati non per le violenze, ma per aver trasgredito le leggi razziali, che condannavano rapporti sessuali di tedeschi con "non ariani".
Nicola II Romanov (in russo: Николай Александрович Романов?, traslitterato: Nikolaj Aleksandrovič Romanov; Carskoe Selo, 18 maggio 1868, 6 maggio del calendario giuliano – Ekaterinburg, 17 luglio 1918) è stato l'ultimo imperatore di Russia. Conosciuto dalla Chiesa Ortodossa russa come San Nicola II imperatore martire e grande portatore della Passione, il suo titolo ufficiale era «Per Grazia di Dio, Imperatore e Autocrate di tutte le Russie» (Божию Милостию, Император и Самодержец Всероссийский, Božiju Milostiju, Imperator i Samoderžec Vserossijskij), zar di Polonia, di Mosca, di Kiev, di Vladimir, di Novgorod, di Kazan', di Astrachan' e della Siberia; granduca di Finlandia e di Lituania; erede di Norvegia; signore e sovrano di Iberia, dell'Armenia e del Turkestan; duca dello Schleswig-Holstein, dello Stormarn, di Dithmarschen e dell'Oldenburg». Appartenente alla dinastia dei Romanov, alto 1,73 m, castano con occhi azzurri, considerato attraente in gioventù, sposò, con un iniziale contrasto con i genitori, Alice d'Assia e del Reno, sua cugina di secondo grado, figlia del granduca Luigi IV d'Assia e del Reno e della principessa Alice del Regno Unito, a sua volta figlia della regina Vittoria. Fu, de facto, l'ultimo Imperatore dell'Impero russo. Viene considerato il quinto uomo più ricco e il secondo capo di Stato più ricco della storia, in quanto ebbe a sua disposizione un capitale stimato in 900 milioni di dollari 1918 (234 miliardi di euro del 2012). Ha conosciuto numerosi appellativi: "Nicola il Pacifico" durante gli anni di regno, mentre la letteratura sovietica comunista lo ha dipinto con scopi denigratori come "Nicola il Sanguinario" e/o come "Nicola il Vile"; la tradizione popolare russa lo conosce invece come "Nicola, il santo, grande portatore della Passione".
La guerra di indipendenza della Croazia fu un conflitto combattuto tra il 1991 e il 1995 tra le forze leali al governo Croato, che, avvalendosi delle disposizioni della Costituzione vigente aveva dichiarato la propria indipendenza dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (SFRJ) difesa dalla Jugoslovenska narodna armija (JNA), controllata da forze serbe e affiancata da reparti composti dai serbi di Croazia. JNA (Armata jugoslava) cessò ufficialmente le operazioni nel 1992. In Croazia ci si riferisce a tale conflitto principalmente come "Guerra della Patria", in croato "Domovinski rat", ma anche come "Aggressione grande-serba", in croato "Velikosrpska agresija". I Serbi invece, per definire il conflitto, hanno utilizzato la frase: "Guerra in Croazia" o "Rat u Hrvatskoj".Il conflitto inizia con un confronto tra la polizia croata e i serbi residenti nella Repubblica Socialista di Croazia. Man mano che la Jugoslovenska narodna armija, passa sotto l'influenza serba, a Belgrado, molte delle sue unità iniziano a sostenere i combattimenti serbi in Croazia. I croati, da parte loro, miravano a formare uno Stato sovrano indipendente dalla Jugoslavia, ma i serbi, sostenuti dalla Serbia, si opponevano alla secessione, con una Croazia comunque unita alla Jugoslavia. I serbi delinearono una nuova linea di confine all'interno della Croazia, separando territori sia con popolazione in maggioranza serba che territori con una significativa minoranza, tentando di conquistare quanto più territorio croato possibile. L'obiettivo principale era la creazione della cosiddetta Grande Serbia. All'inizio della guerra, la JNA tentò di mantenere con la forza la Croazia nella Jugoslavia, occupandola. Dopo aver fallito in questo piano, le forze serbe proclamarono, all'interno della Croazia, la Repubblica Serba di Krajina (RSK) . Per la fine del 1991, la maggior parte del Paese fu gravemente coinvolto nel conflitto, con diverse città e villaggi pesantemente danneggiati nel corso dei combattimenti, mentre l'intera popolazione fu costretta a fronteggiare l'impatto creato da centinaia di migliaia di rifugiati. Dopo il cessate-il-fuoco del gennaio 1992 e il riconoscimento internazionale della Repubblica di Croazia come stato sovrano, venne stabilita una linea del fronte di tipo fortificato in mezzo alla quale venne schierata una forza di interposizione ONU dal nome United Nations Protection Force - UNPROFOR, Forza di protezione delle Nazioni Unite, riducendo, negli anni successivi le due fazioni a combattimenti intermittenti. All'inizio di questa fase, la Repubblica Serba di Krajina si estendeva per 13.913 km² corrispondenti a più di un quarto del territorio Croato. Nel 1995, la Croazia lanciò due offensive principali dal nome Operazione Flash (Operazione Lampo) e Operazione Tempesta,, offensive che avrebbero cambiato l'esito del conflitto in suo favore. La rimanente zona sotto il controllo della United Nations Transitional Authority for Eastern Slavonia, Baranja and Western Sirmium - UNTAES (Autorità provvisoria delle Nazioni Unite per la Slavonia orientale, Baranja e Sirmia occidentale) fu riannessa nel 1998 alla Croazia. La guerra terminò con una vittoria totale della Croazia, in quanto questa ottenne i risultati che aveva dichiarato di volere fin dall'inizio del conflitto: l'indipendenza e il mantenimento dei confini.