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Notte dei cristalli

Con notte dei cristalli (Reichskristallnacht o Kristallnacht, ma anche Reichspogromnacht o Novemberpogrom) viene indicato il pogrom condotto dagli «ufficiali del Partito Nazista, dai membri delle SA (Sturmabteilungen) [...], e dalla Gioventù hitleriana» su istigazione di Joseph Goebbels, nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia. Nei pogrom del novembre 1938 furono bruciate o completamente distrutte almeno 1406 sinagoghe e case di preghiera ebraiche, distrutti i cimiteri, i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. In quella notte, seguendo le direttive di Joseph Goebbels, il capo della Gestapo Heinrich Müller e il capo della polizia di sicurezza (Sicherheitspolizei) Reinhard Heydrich dettero ordini precisi perché la polizia non intervenisse e i vigili del fuoco si limitassero a proteggere le proprietà dei non ebrei. Tra le poche eccezioni ci fu l'agente Wilhelm Krützfeld, che intervenne per impedire che il fuoco distruggesse la nuova sinagoga di Berlino e subì una sanzione dai superiori in grado che approvavano l'azione antisemita. A scopo intimidatorio e per prevenire ogni possibile ribellione, Müller e Heydrich ordinarono anche che si effettuassero tra gli ebrei degli arresti di massa di uomini giovani. Circa 30 000 ebrei furono così deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. Relativamente al solo campo di Dachau, nel giro di due settimane vi vennero internati oltre 13 000 ebrei; almeno 185 furono coloro che vi persero la vita, mentre gli altri furono quasi tutti liberati nei mesi successivi, ma solo dopo esser stati privati della maggior parte dei loro beni.Alla fine, secondo una ricerca recentemente condotta da storici tedeschi, il numero degli ebrei uccisi (un centinaio secondo le prime stime delle autorità naziste) fu di circa 400, tra i 1300 e i 1500 se si calcolano anche i circa 400 che morirono in episodi di violenza nei giorni successivi e i circa 700 tra gli arrestati, i quali trovarono la morte nei campi di concentramento. L'origine della definizione "notte dei cristalli", più correttamente "notte dei cristalli del Reich" è una locuzione di scherno che richiama le vetrine distrutte, fatta circolare da parte nazionalsocialista e diffusa poi anche nella storiografia comune. Dello stesso atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini classificati "ebrei" fece parte anche l'obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore economico dei danni arrecati e di demolire a loro spese le sinagoghe danneggiate. Nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato, con l'eccezione di quattro nazisti, riconosciuti colpevoli di stupro, i quali furono condannati non per le violenze, ma per aver trasgredito le leggi razziali, che condannavano rapporti sessuali di tedeschi con "non ariani".

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