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Piero Calamandrei (Firenze, 21 aprile 1889 – Firenze, 27 settembre 1956) è stato un politico, avvocato e accademico italiano, nonché uno dei fondatori del Partito d'Azione.
Il governo Amato I fu il quarantanovesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo dell'XI legislatura. Il governo rimase in carica dal 28 giugno 1992 al 29 aprile 1993, per un totale di 305 giorni, ovvero 10 mesi e 1 giorno. Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 2 luglio 1992 con 173 voti favorevoli e 140 contrari. Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 4 luglio 1992 con 330 voti favorevoli, 280 contrari e 2 astenuti. Diede le dimissioni il 22 aprile 1993. Fra i provvedimenti principali per il pareggio di bilancio si ricordano una manovra finanziaria da 100.000 miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, e il prelievo forzoso del 6‰ (sei per mille) dai conti correnti delle banche italiane, nella notte di venerdì 10 luglio 1992, legittimato con decreto d'urgenza pubblicato alla mezzanotte tra il 10 e l'11 luglio.
Giovanni Giolitti (Mondovì, 27 ottobre 1842 – Cavour, 17 luglio 1928) è stato un politico italiano, più volte presidente del Consiglio dei ministri. Il periodo storico durante il quale eserciterà la sua guida politica sull'Italia è oggi definito "età giolittiana". Sebbene la sua azione di governo sia stata oggetto di critica da parte di alcuni suoi contemporanei, come per esempio Gaetano Salvemini, Giolitti fu uno dei politici liberali più efficacemente impegnati nell'estensione della base democratica dello Stato unitario, e nella modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana a cavallo fra Ottocento e Novecento. Dopo un iniziale voto di fiducia, nel 1922, al nuovo governo fascista, dal 1924 si tenne all'opposizione di Benito Mussolini.
È conosciuto come il Discorso di Quarto, l'orazione pronunciata da Gabriele D'Annunzio in occasione del 55º anniversario della Spedizione dei Mille, dallo scoglio di Quarto da cui partì l'impresa di Giuseppe Garibaldi. Il poeta prese spunto dalla ricorrenza e utilizzò tutte le sue risorse psicologiche per mobilitare il paese reale contro la presunta viltà dei rappresentanti legali e il parlamento, a favore dell'ingresso dell'Italia in guerra contro l'Austria, a coronamento degli ideali risorgimentali. Il discorso, inoltre, dettò il modello ad uno stile tribunizio destinato ad avere molto successo in Italia.
Il Discorso di Logrogno è un'opera politica giovanile del 1512 dello storico Francesco Guicciardini. Fa parte di una serie di Discorsi che Guicciardini scrisse dopo esser stato nominato nel 1511 ambasciatore della Repubblica di Firenze presso la Corona d'Aragona, governata all'epoca da Ferdinando il Cattolico. Tale esperienza gli diede modo di vedere con un occhio più distaccato e da professionista di alto livello la politica fiorentina, di cui fece appunto l'analisi in questa opera. Il discorso prende il nome dalla città in cui venne composto, la città che in epoca moderna viene chiamata Logroño. Nello stesso periodo del Discorso di Logrogno Guicciardini scrisse anche le Relazioni di Spagna e il Diario di Spagna, e avviò la prima stesura dei Ricordi.
Il discorso del bivacco è stato il primo discorso tenuto da Benito Mussolini, in veste di Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, alla Camera dei deputati in data 16 novembre 1922.
I Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio sono un'opera di Niccolò Machiavelli, frutto di una lunga elaborazione durata dal 1513 al 1519, anno di morte di uno dei due dedicatari dell'opera; in ogni caso, non si può escludere che una prima idea dell'opera possa risalire anche agli anni della segreteria a Firenze. L'opera è dedicata a Zanobi Buondelmonti e a Cosimo Rucellai, due tra i maggiori esponenti degli Orti Oricellari a Firenze, dove si riunivano giovani aristocratici per discutere di politica, arte e letteratura. Come molte altre opere di Machiavelli i Discorsi furono di pubblicazione postuma, avvenuta nel 1531 a opera del tipografo fiorentino Bernardo Giunti.I Discorsi non hanno una struttura unitaria, ma già nel titolo suggeriscono l'idea di una serie di divagazioni condotte a partire da un testo-base: la prima Deca della storia di Roma del grande storico latino Tito Livio. Non si tratta dunque di un commento vero e proprio, ma di una serie di riflessioni e appunti che vorrebbero costituire i fondamenti di una moderna teoria politica basata sugli insegnamenti della storia della Roma antica.
Agostino Depretis o De Pretis (Mezzana Corti Bottarone, 31 gennaio 1813 – Stradella, 29 luglio 1887) è stato un politico italiano. Fu ministro dei Lavori pubblici nel 1862, ministro della Marina (1866-1867), ministro delle Finanze (1867) e otto volte presidente del Consiglio del Regno d'Italia dal 1876 al 1887, anno della sua morte. Durante i governi da lui presieduti ricoprì anche la carica di ministro degli Esteri (1877-1879, 1885, 1887), ministro dell'Interno (1879-1887), ministro delle Finanze (1876-1877) e ministro dei Lavori pubblici (1877). Fu esponente moderato della Sinistra storica della quale divenne il capo nel 1873 alla morte di Urbano Rattazzi. All'interno del suo schieramento politico fu antagonista di Francesco Crispi, Giovanni Nicotera e Benedetto Cairoli. Nel 1876 guidò il primo governo della storia d'Italia formato da soli politici di Sinistra. Tale esecutivo varò la riforma scolastica istituendo l'istruzione obbligatoria, laica e gratuita per i bambini dai 6 ai 9 anni. Benché filofrancese, per rompere l'isolamento dell'Italia, nel 1882 accettò la Triplice alleanza con Austria e Germania, per la quale ottenne una formula marcatamente difensiva. Lo stesso anno portò a termine la riforma elettorale che fece salire gli aventi diritto al voto dal 2 al 7% della popolazione. Fu il fautore del trasformismo, un progetto che prevedeva il coinvolgimento di tutti i deputati che volessero appoggiare un governo progressista a prescindere dagli schieramenti politici tradizionali, che Depretis considerava superati. Fu appoggiato in questo progetto dal capo della Destra storica Marco Minghetti. I governi "trasformisti" così costituiti eliminarono definitivamente la tassa sul macinato, introdussero le tariffe doganali favorendo l'industria (soprattutto settentrionale) e vararono l'espansionismo italiano in Africa. Il trasformismo, tuttavia, ridusse il potere di controllo del parlamento e favorì eccessi nelle spese statali.