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Le elezioni politiche italiane del 1946 furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il Paese nel ventennio precedente. Si tennero domenica 2 e lunedì 3 giugno e si votò per l'elezione di un'Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il decreto legislativo luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Contemporaneamente si tenne un referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica. Le consultazioni videro il successo dei tre grandi partiti di massa del tempo, la somma dei cui voti raggiunse circa il 75%. La Democrazia Cristiana, partito di centro, ottenne la maggioranza relativa col 35% dei voti, e i partiti di sinistra, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e il Partito Comunista Italiano raggiunsero insieme quasi il 40% dei voti. Nettamente minoritario si rivelò il peso della destra, divisa tra liberali (Unione Democratica Nazionale), qualunquisti (Fronte dell'Uomo Qualunque) e monarchici (Blocco Nazionale della Libertà). Le elezioni sancirono comunque una variegata e plurale presenza di culture politiche fra cui, oltre ai partiti precedentemente menzionati, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito d'Azione.
Le elezioni politiche italiane del 2008 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si sono tenute domenica 13 e lunedì 14 aprile 2008 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere, verificatosi nel febbraio precedente.La vittoria andò alla coalizione composta da Il Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia, che ottenne la maggioranza relativa dei voti e, in base alla vigente legge elettorale del 2005, la maggioranza assoluta degli eletti. Gli elettori chiamati a votare furono 50 257 534 per la Camera e 45 929 308 per il Senato. Di questi rispettivamente 47 295 978 e 43 257 208 erano residenti nel territorio nazionale, divisi in 61 225 sezioni, e rispettivamente 2 961 556 e 2 672 100 all'estero. L'affluenza alle urne è stata nel complesso del 78,1% circa alla Camera e del 78,2% circa al Senato, in calo del 3,1% rispetto alle elezioni del 2006; nel territorio nazionale essa ha raggiunto l'80,5%, mentre all'estero si è attestata intorno al 40%.
Le elezioni politiche italiane del 1983 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 26 e lunedì 27 giugno 1983. Le consultazioni videro ancora una volta la Democrazia Cristiana primeggiare sul Partito Comunista Italiano, tuttavia il brusco calo di consensi della DC portò il divario tra i due storici avversari a soli tre punti percentuali, ovvero poco più di un milione di voti, mai così ridotto nella storia repubblicana. Complessivamente la coalizione governativa del pentapartito (DC-PSI-PRI-PSDI-PLI) mantenne la maggioranza assoluta dei voti grazie al rafforzamento dei socialisti e degli altri partiti minori che compensarono quasi del tutto l'arretramento democristiano. Infine, la destra missina tornò a crescere ottenendo il suo secondo miglior risultato mentre i radicali subirono un deciso ridimensionamento.
Calendario delle elezioni in Italia ;ovvero elenco delle elezioni politiche, europee, regionali e amministrative svoltesi in Italia dal 1946 ad oggi.
Le elezioni politiche italiane del 1972 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 7 e lunedì 8 maggio 1972. Furono le prime elezioni anticipate della storia repubblicana, poiché per la prima volta il Presidente della Repubblica aveva sciolto le camere prima della naturale scadenza del quinquennio di legislatura. Le consultazioni portarono ad un riconferma della Democrazia Cristiana come primo partito e riconsegnarono al centro-sinistra la maggioranza assoluta dei votanti e del Parlamento, con un lieve incremento, dovuto soprattutto all'avanzata dei repubblicani mentre socialisti e socialdemocratici confermano sostanzialmente i voti del disciolto PSU. L'opposizione di sinistra subì un arretramento a causa del declino del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, che dimezzò il proprio risultato, mentre i comunisti, alla cui guida era da poco arrivato Enrico Berlinguer, si mantennero stabili. Sul fronte della destra, il Movimento Sociale Italiano raddoppiò i propri votanti, ottenendo il suo massimo storico, mentre i liberali subirono un forte arretramento.
Le elezioni politiche italiane del 1948 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 18 e lunedì 19 aprile 1948. La Democrazia Cristiana si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, caso unico nella storia della Repubblica. Questo straordinario successo rese il partito guidato da Alcide De Gasperi il punto di riferimento per l'elettorato anticomunista e il principale partito italiano per quasi cinquant'anni, fino al suo scioglimento nel 1994. Netta fu la sconfitta del Fronte Democratico Popolare, lista che comprendeva sia il Partito Comunista Italiano sia il Partito Socialista Italiano. Con circa il 30% dei voti il fronte della sinistra fu fortemente ridimensionato rispetto alle precedenti elezioni. Su questo dato influì pesantemente la scissione socialdemocratica avvenuta un anno prima e guidata da Giuseppe Saragat. Sull'altro fronte la destra, ancora divisa tra liberali, monarchici e i neonati missini, ottenne risultati mediocri perdendo consensi rispetto alle precedenti elezioni.
Le elezioni regionali italiane del 2020 si sono tenute il 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria e il 20-21 settembre in Valle d'Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Le consultazioni elettorali, originariamente previste per il 19 aprile in Valle d'Aosta e tra marzo e giugno in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia, sono state rinviate al 20-21 settembre a causa della pandemia di COVID-19: in tale data si è votato anche per il referendum costituzionale in tutta Italia, per le elezioni amministrative in 957 comuni, e infine per le elezioni suppletive in due seggi uninominali del Senato rimasti vacanti (Sassari e Villafranca di Verona).
Le elezioni politiche italiane del 1958 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 25 maggio 1958. Il Senato, che ancora aveva una legislatura della durata di sei anni, fu sciolto anticipatamente. Le consultazioni videro nuovamente maggioritaria la Democrazia Cristiana, che incrementò i propri consensi portando l'area del centro governativo (DC, PSDI, PLI e PRI) ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Sul fronte dell'opposizione, i comunisti si mantennero quasi perfettamente stabili, i socialisti aumentarono i propri elettori, mentre la destra subì un brusco arretramento, sia per quanto riguarda i missini, che per i monarchici, oltretutto divisi in due movimenti distinti.
Le elezioni politiche italiane del 1976 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 20 e lunedì 21 giugno 1976. Furono le prime elezioni politiche con il voto ai diciottenni. Le consultazioni videro prevalere nuovamente la Democrazia Cristiana, pressoché stabile, ma per la prima volta il primato fu seriamente insidiato dal Partito Comunista Italiano che, ottenendo un impetuoso aumento di consensi, si fermò a pochi punti percentuali dai democristiani maturando il miglior risultato della sua storia. Nel complesso l'area del centrosinistra (DC-PSI-PSDI-PRI) mantenne la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi ma risultò ridimensionata soprattutto per il forte arretramento dei socialdemocratici. Divenne quindi fondamentale il sostegno dei socialisti senza i quali il centro non era più autosufficiente. Tuttavia la formula del centrosinistra «organico» fu temporaneamente abbandonata e iniziò la breve parentesi dei governi di unità nazionale che prese il nome di compromesso storico. Anche la destra missina perse notevoli consensi dopo il boom delle precedenti elezioni, così come i liberali che persero più della metà dei propri voti ottenendo il loro minimo storico. Infine, per la prima volta, entrarono in parlamento forze più a sinistra del PCI, rappresentate da Democrazia Proletaria, ed eletti del Partito Radicale.