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Henrik Johan Ibsen [ˈhɛnɾik ˈipsən] (Skien, 20 marzo 1828 – Oslo, 23 maggio 1906) è stato un drammaturgo, poeta e regista teatrale norvegese. È considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni.
Enrico di Monmouth (in inglese Henry (of) Monmouth; Monmouth, 9 agosto o 16 settembre 1387 – Vincennes, 31 agosto 1422) fu re d'Inghilterra dal 1413 alla sua morte. Nonostante abbia regnato soltanto per nove anni, l'azione politico-militare esercitata da Enrico V fu assai notevole sullo scacchiere europeo, tanto da renderlo uno dei più popolari sovrani del Medioevo. Enrico, infatti, fu capace di portare nuovamente il regno d'Inghilterra tra le prime potenze europee grazie alla brillante vittoria conseguita ad Azincourt sui francesi, in seguito alla quale riuscì a farsi nominare erede del trono di Francia. Abile politico ed esperto amministratore, Enrico ebbe anche il merito di ricomporre, attraverso lo zio Enrico Beaufort, lo Scisma d'Occidente, stipulando con l'imperatore Sigismondo il trattato di Canterbury. La figura del sovrano, comunque, fu eternata da William Shakespeare nel dramma omonimo, in cui viene rimarcato lo spirito affabile, nobile e profondamente religioso.
Enrico IV di Borbone, detto Enrico il Grande (le grand) (Pau, 13 dicembre 1553 – Parigi, 14 maggio 1610), è stato re di Francia, primo della dinastia Borbone. Figlio di Antonio di Borbone e della regina Giovanna III di Navarra, nel 1572 ereditò la corona di Navarra dalla madre, divenendo Enrico III di Navarra. Nel 1589 subentrò a Enrico III di Francia, essendo erede presuntivo per la morte del duca d'Angiò, aprendosi la strada per Parigi solo nel 1594, dopo aver compiuto l'abiura della religione calvinista, divenendo il primo monarca del ramo Borbone della dinastia dei Capetingi ad assurgere al trono. Fu detto il Grande, ma ebbe anche il soprannome di Vert-galant, espressione letteraria che designa l'intraprendenza amorosa che caratterizzò Enrico, nonostante l'età avanzata in cui conquistò il trono.
Enrico III di Valois (Fontainebleau, 19 settembre 1551 – Saint-Cloud, 2 agosto 1589) fu re di Francia dal 1574 al 1589. Quarto figlio di Enrico II e di Caterina de' Medici, fu l'ultimo re della dinastia dei Capetingi Valois. Fu battezzato con i nomi di Alessandro Edoardo e gli fu dato il titolo di duca d'Angoulême. Divenne poi duca d'Orléans nel 1560, quando morirono il fratello Francesco II di Francia e successivamente il fratello Carlo, di solo un anno più vecchio di lui, salì al trono. Il 17 marzo 1564, data della sua Confermazione, prese il nome "Enrico"; nel 1566, fu nominato duca d'Angiò. L'11 maggio (giorno della Pentecoste) 1573, fu eletto re di Polonia, con il nome di Enrico V di Polonia (pol. Henryk Walezy), giurò a Parigi, di fronte a una delegazione di nobili polacchi, la sua fedeltà agli Articoli enriciani e regnò sulla Polonia fino al 18 giugno 1574, quando, saputo della morte del fratello Carlo, scappò dalla Polonia per salire al trono di Francia. Fu consacrato a Reims il 13 febbraio 1575 con il nome di Enrico III e il 15 febbraio sposò Luisa di Lorena-Vaudémont. Salendo sul trono francese, Enrico III si trovò davanti un paese diviso, dove la sua autorità era solo parzialmente riconosciuta. Debole di salute, dedito a comportamenti edonistici e poco accorto economicamente (aspetti sui quali i pamphlet degli avversari politici del resto si accanirono) non riuscì a risolvere i gravi problemi religiosi, politici ed economici che attanagliavano il regno, che anzi si esacerbarono. Durante i 15 anni del suo regno si succedettero ben quattro guerre di religione. Enrico III dovette lottare contro partiti politico-religiosi, regolarmente sostenuti da potenze straniere, che finirono col minare la sua autorità. In particolare quello dei Malcontent, guidato dal fratello minore Francesco Ercole di Valois, gli ugonotti (rappresentati principalmente da Enrico di Navarra) e la Lega cattolica, capeggiata dai Guisa e sostenuta dagli spagnoli. Alla fine furono proprio gli estremisti cattolici a porre fine al regno dei Valois. Morì infatti a Saint-Cloud il 1º agosto 1589 accoltellato da Jacques Clément, un frate fanatico della Lega, pochi mesi dopo aver ordinato l'assassinio degli ambiziosi fratelli Guisa, Enrico e Luigi.
Enrico II di Valois (Saint-Germain-en-Laye, 31 marzo 1519 – Parigi, 10 luglio 1559) è stato re di Francia dal 1547 al 1559.
Casa di bambola (Et dukkehjem) è un testo teatrale scritto da Henrik Ibsen nel 1879. Scritto ad Amalfi durante un soggiorno di Ibsen e rappresentato la prima volta il 21 dicembre dello stesso anno a Copenaghen, è una pungente critica sui tradizionali ruoli dell'uomo e della donna nell'ambito del matrimonio durante l'epoca vittoriana. Ibsen così scrisse nei suoi primi appunti per la commedia: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un'altra completamente differente in una donna. L'una non può comprendere l'altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo». Tra le tante rappresentazioni di questo spettacolo, resta memorabile quella che vide come protagonista l'intensa attrice russa Alla Nazimova, che interpretò per la prima volta lo spettacolo nel 1907. Nel 1922 sarebbe stata anche la protagonista della relativa trasposizione cinematografica. La Rai ha mandato in onda quattro edizioni della commedia, interpretate, nel ruolo di Nora, da Lilla Brignone, Giulia Lazzarini, nel 1968, Ottavia Piccolo e Micaela Esdra, nel 1986. Il personaggio di Nora, protagonista dell'opera, fu ispirato da Laura Kieler (Tromsø, 1849 - Aalsgaarde, 1932), scrittrice e amica di Ibsen, protagonista di un celebre scandalo dell'epoca, molto simile alla vicenda narrata dal testo teatrale. La Kieler, essendosi poi riconciliata con il marito o forse anche semplicemente infastidita che la sua vita fosse stata usata come foraggio per il suo dramma controverso, non perdonò mai Ibsen.L'originale del testo di Casa di Bambola, conservato nella Biblioteca Nazionale Norvegese di Oslo, è stato inserito nel 2001 dall'UNESCO nel Registro della Memoria del mondo.