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Il metodo di Lachmann (o metodo stemmatico) è, in filologia, lo strumento indispensabile ai fini della pubblicazione dell'edizione critica di un testo. Fu teorizzato dal filologo classico tedesco Karl Lachmann a metà dell'Ottocento: la prima opera nella quale si utilizzarono le procedure successivamente definite come "metodo lachmanniano" fu un'edizione del 1850 del De rerum natura di Lucrezio. Nonostante le critiche ricevute in oltre un secolo e mezzo, tale metodo è ancor oggi valido e rimane fondamentale soprattutto per l'edizione dei testi classici greci e latini. Delle fasi necessarie per l'edizione di un testo quella che caratterizza il metodo di Lachmann è la prima, la recensio ("recensione, rassegna, disamina") dei testimoni, che sfocia nella ricostruzione dello stemma codicum.
Karl Lachmann (Braunschweig, 4 marzo 1793 – Berlino, 13 marzo 1851) è stato un filologo classico tedesco.
In filologia, la ricerca degli errori significativi comuni ad una tradizione manoscritta è una delle procedure fondamentali del cosiddetto Metodo di Lachmann. In particolare, si distingue tra errore separativo ed errore congiuntivo. La definizione più nota di errore separativo è stata fornita da Paul Maas: "L'indipendenza di un testimone (B) da un altro (A) viene dimostrata per mezzo di un errore di A contro B, che sia di tal natura, che, per quanto ci è dato sapere riguardo allo stato della critica congetturale nel tempo intercorso fra A e B, non può essere stato eliminato per congettura in questo spazio di tempo".
In filologia l'errore congiuntivo è, con l'errore separativo, uno degli errori significativi, la cui ricerca è una delle procedure fondamentali del Metodo di Lachmann. La definizione più nota di errore congiuntivo è stata fornita da Paul Maas: Nel metodo lachmanniano, un errore congiuntivo comune a tutti i codici di una determinata opera, è sufficiente e necessario a provare l'esistenza di un archetipo all'origine della tradizione manoscritta.