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Il principio di individuazione afferma che un ente esiste nella sua individualità come un essere differente e distinto nei confronti di tutti gli altri enti che pure partecipano della sua stessa natura. Per esempio: un essere può avere come sua specificità quella di essere uomo in base alla sua caratteristica essenziale (l'umanità), ma anche una sua esistenza particolare nel tempo e nello spazio tale da distinguerlo da tutti gli altri uomini.
Il concetto di oggetto viene introdotto nella filosofia dai filosofi della scolastica (Tommaso d'Aquino, Duns Scoto, Guglielmo di Ockham) per designare il contenuto di un atto intellettuale o percettivo, considerato come entità distinta e logicamente contrapposta al soggetto.
Giovanni Duns Scoto, conosciuto anche con l'epiteto di Doctor Subtilis (Duns, 1265/1266 – Colonia, 8 novembre 1308), è stato un filosofo e teologo scozzese francescano. È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 20 marzo 1993.
La dimostrazione per assurdo (per cui si usa anche la locuzione latina reductio ad absurdum), nota anche come ragionamento per assurdo, è un tipo di argomentazione logica nella quale, muovendo dalla negazione della tesi che si intende sostenere e facendone seguire una sequenza di passaggi logico-deduttivi, si giunge a una conclusione incoerente e contraddittoria. Tale risultato, nella logica argomentativa, confermerebbe l'ipotesi iniziale, per mezzo della falsificazione della sua negazione. È una delle principali forme di dimostrazione matematica.
La consequentia mirabilis (conseguenza ammirevole) è una locuzione in latino anche nota come legge di Clavius, utilizzata in logica classica, che fa derivare la validità di un'affermazione dalla constatazione di inconsistenza della sua negazione. È per certi versi un ragionamento analogo alla reductio ad absurdum; tuttavia essa non produce la confutazione di una premessa, ma fa sì che si possa derivare la validità di una premessa dalla sua negazione, se la proposizione è vera. Essenzialmente afferma che se una proposizione segue addirittura dalla sua negazione, allora è vera, per consistenza. Il principio permette quindi di dimostrare una certa cosa senza fare appello a principi diversi dalla consistenza. In geometria compare qualche volta negli Elementi di Euclide. Ne fece largo uso Girolamo Saccheri. In formule: ( ¬ A → A ) → A . {\displaystyle (\neg A\rightarrow A)\rightarrow A.} Se dalla negazione di una proposizione A si deduce A, allora A è vera.Il matematico Gabriele Lolli scrive in proposito: In conclusione, la consequentia mirabilis può ritenersi un interessante strumento dimostrativo, poiché consente di scartare le proposizioni che sono internamente inconsistenti. Tabella di verità: Quindi, per qualsiasi valore delle due variabili ( A {\displaystyle A} e ( ¬ A → A ) {\displaystyle (\neg A\rightarrow A)} ), la Consequentia mirabilis è vera, e pertanto si tratta di una legge logica universale.
Aibofobia è un termine per riferirsi a un'ipotetica fobia nei confronti dei palindromi. Si tratta essa stessa di una parola palindroma, circostanza che ingenera un paradosso comico secondo cui lo stesso termine definitorio sarebbe in grado di incutere paura in una persona che soffra della fobia. Il termine, in effetti, consiste in un gioco linguistico appartenente al patrimonio lessicale e umoristico diffuso sulla rete internet. In esso, il prefisso "aibo", che si compone con il suffissoide "-fobia", non riveste alcun ruolo semantico ma serve unicamente come artificio per rendere palindroma la parola composta.