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Nella muscolatura è possibile identificare due tipi di fibre: fibre bianche e fibre rosse. Le fibre bianche, a differenza delle fibre rosse, sono più adatte alla velocità e utilizzano un meccanismo di contrazione anaerobico, mentre le fibre rosse sono più adatte per attività di lunga durata e utilizzano un meccanismo di contrazione aerobico. Nella terminologia anglosassone sono usati i termini slow twitch fiber e fast twitch fiber. Questa differenza è presente nella muscolatura degli animali, e di conseguenza anche nelle carni alimentari. Nello stesso individuo sono presenti in rapporti diversi. Alcuni muscoli, dedicati a funzioni come il mantenimento della postura eretta, hanno prevalenza di fibre rosse. Chi ha nel proprio organismo un numero maggiore di fibre bianche sarà più veloce, ma meno resistente. Mentre chi avrà più fibre rosse che hanno un contenuto maggiore di mioglobina, sono più resistenti, ma meno adatti negli scatti. Vi sono inoltre particolari fibre dette fibre intermedie, sorta di passaggio da quelle veloci a quelle lente.
La fibra tessile è l'insieme dei prodotti fibrosi che, per la loro struttura, altezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili, tenaci e flessibili che vengono utilizzati nell'industria tessile per la fabbricazione di filati, i quali, a loro volta, mediante lavorazioni vengono trasformati in tessuti (tramite tessitura) o magline (jersey). Si definisce filo l'insieme di filamenti o di bave continue, cioè di lunghezza illimitata, sia ritorte che non ritorte, mentre per filato si intende un insieme di fibre discontinue unite tramite torsione Le fibre tessili naturali sono quelle esistenti in natura, le tecnofibre - più comunemente conosciute come fibre chimiche - invece sono quelle prodotte dall'uomo attraverso l'uso della chimica. Le tecnofibre si dividono in artificiali se prodotte a partire da polimeri organici di origine naturale (cellulosa ecc.), sintetiche se prodotte da polimeri di sintesi (cioè a differenza delle fibre artificiali il polimero di partenza non esiste già in natura ma viene sintetizzato dall'uomo), inorganiche se prodotte da minerali o sostanze inorganiche, cioè senza carbonio.
La fibra ottica, nella scienza e tecnologia dei materiali, indica un materiale costituito da filamenti vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre al loro interno la luce, e che trovano importanti applicazioni in telecomunicazioni, diagnostica medica e illuminotecnica. Sono classificate come guide d'onda dielettriche basate sulla disomogeneit del mezzo il cui nucleo sede di propagazione guidata del campo elettromagnetico sotto forma di onde elettromagnetiche. Esse, in altre parole, permettono di convogliare e guidare al loro interno un campo elettromagnetico di frequenza sufficientemente alta (in genere in prossimit dell'infrarosso) con perdite estremamente limitate. Vengono comunemente impiegate nelle telecomunicazioni come mezzo trasmissivo di segnali ottici anche su grandi distanze ovvero su rete di trasporto e nella fornitura di accessi di rete a larga banda cablata (dai 100 Mbit/s al petabyte/s usando le pi raffinate tecnologie WDM). Disponibili sotto forma di cavi, sono flessibili, immuni ai disturbi elettrici e alle condizioni atmosferiche pi estreme, e poco sensibili a variazioni di temperatura. Hanno solitamente un diametro di rivestimento (mantello) di 125 micrometri (circa le dimensioni di un capello) e pesano molto poco: un chilometro di fibra ottica pesa meno di 2 kg, esclusa la guaina che la ricopre.
Nella scienza e tecnologia dei materiali la fibra di carbonio è un materiale avente una struttura filiforme, molto sottile, realizzato in carbonio, utilizzato in genere nella realizzazione di una grande varietà di "materiali compositi", così chiamati in quanto sono costituiti da due o più materiali, che in questo caso sono le fibre di carbonio e una cosiddetta matrice, in genere di resina (ma può essere in altro materiale plastico o in metallo) la cui funzione è quella di tenere in "posa" le fibre resistenti (affinché mantengano la corretta orientazione nell'assorbire gli sforzi), di proteggere le fibre ed inoltre di mantenere la forma del manufatto composito. Per la realizzazione di strutture in composito le fibre di carbonio vengono dapprima intrecciate in veri e propri panni in tessuto di carbonio e una volta messi in posa vengono immersi nella matrice. Tra le caratteristiche della fibra di carbonio spiccano l'elevata resistenza meccanica, la bassa densità, la capacità di isolamento termico, resistenza a variazioni di temperatura e all'effetto di agenti chimici, buone proprietà ignifughe. Di contro il materiale composito in fibre di carbonio risulta non omogeneo e presenta spesso una spiccata anisotropia, ovvero le sue caratteristiche meccaniche hanno una direzione privilegiata. Il termine fibra di carbonio viene utilizzato spesso in maniera impropria per riferirsi al materiale composito di cui la fibra di carbonio è un componente.