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Salaiole è una frazione del comune di Borgo San Lorenzo nella città metropolitana di Firenze, meglio nota come Poggiolo-Salaiole, in quanto composta da questi due abitati contigui. La frazione è situata nella parte meridionale del territorio comunale, costituendo quindi una delle vie d'accesso al Mugello, in quanto raggiungibile da Firenze lungo la via Faentina, dalla quale la via delle Salaiole inizia sul lato destro poche centinaia di metri dopo l'abitato di Mulinaccio (frazione del comune di Vaglia), per poi concludersi, dopo aver superato l'omonimo abitato, al km 0 della via Sagginalese (SP41) in prossimità di Borgo San Lorenzo. La strada delle Salaiole, seguendo il corso del torrente Fistona, si posiziona praticamente in parallelo al tratto della SR 302 ("Via Faentina") compreso fra Polcanto e Borgo San Lorenzo, ma in realtà, come una qualsiasi cartina evidenzia, appare un collegamento in linea d'aria più diretto pur rappresentando un tracciato più disagevole, sia per la presenza di buoni dislivelli rappresentati da salite e discese brevi ma di pendenza relativamente importante prima del passaggio attraverso la frazione, sia per la sede stradale disponibile ben più stretta. Si ritiene fra l'altro che storicamente fosse proprio questa la via maestra fra Firenze e Borgo San Lorenzo e non quella attuale che attraversa la valle del torrente Faltona. In tal senso andrebbe anche Emanuele Repetti,che addirittura definisce tutta la strada di collegamento fra Firenze e Borgo San Lorenzo (cioè l'attuale tracciato della via Faentina almeno fino a Polcanto) come via delle Salaiole, pur non citando mai, curiosamente, l'abitato delle Salaiole, che non rientra difatti fra i luoghi censiti e alfabetizzati, mentre compare il vicino abitato di Montepulico. La frazione è sede (presso la chiesetta di Sant'Ansano) di un'importante base regionale scout. La breve salita delle Salaiole, che si trova fra l'abitato e l'innesto con la via Faentina, è conosciuta fra gli amatori del ciclismo mugellani per la sua durezza; a tal proposito nel settembre 2016 vi è transitata, per la prima volta, la storica Coppa della Liberazione per allievi di ciclismo, organizzata dal locale Club Ciclo Appenninico 1907.[1]
Lilli e il vagabondo (Lady and the Tramp) è un film del 2019 direct-to-streaming diretto da Charlie Bean e scritto da Andrew Bujalski e Kari Granlun. Il film è un remake in live-action dell'omonimo film d'animazione del 1955, basato sulla storia della rivista Cosmopolitan di Happy Dan, the Cynical Dog di Ward Greene. Le voci originali dei protagonisti sono di Tessa Thompson e Justin Theroux. È dedicato all'artista dello storyboard Chris Reccardi, morto a maggio 2019. È stato distribuito il 12 novembre 2019 su Disney+ in Canada, Paesi Bassi e Stati Uniti. In Italia il film è stato pubblicato su Disney+ il 24 marzo 2020. È stato il primo film remake dei Classici Disney a non avere un'uscita nelle sale cinematografiche ma su una piattaforma di streaming on-demand. Ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, con lodi per le sue prestazioni e per il doppiaggio, ma critiche per i suoi effetti visivi, per la sceneggiatura e per il ritmo. Il trailer è stato pubblicato il 24 agosto 2019.
Lilli e il vagabondo (Lady and the Tramp) è un film del 1955 diretto da Hamilton Luske, Clyde Geronimi e Wilfred Jackson. È un film d'animazione prodotto da Walt Disney e liberamente ispirato al racconto Happy Dan, The Whistling Dog di Ward Greene. Il film uscì negli Stati Uniti il 16 giugno 1955, distribuito dalla Buena Vista Distribution. È il 15º Classico Disney, e fu il primo film d'animazione girato nel processo di pellicola widescreen Cinemascope. La storia è incentrata su una femmina di Cocker americano di nome Lilli che vive in una raffinata famiglia alto-borghese, e un maschio di cane meticcio randagio di nome Biagio. Nel 2001 è stato distribuito un sequel direct-to-video del film, intitolato Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle.
Guglielmo Pecori Giraldi (Borgo San Lorenzo, 18 maggio 1856 – Firenze, 15 febbraio 1941) è stato un generale e politico italiano. Fu Maresciallo d'Italia.
Diario di un parroco di campagna è un romanzo di Nicola Lisi del 1942.
Daisy Lumini, pseudonimo di Desy Lumini (Firenze, 18 agosto 1936 – Barberino di Mugello, 18 agosto 1993), è stata una musicista, compositrice e cantante italiana.
Borgo San Lorenzo (pronuncia: Bórgo San Lorènzo, /'borgo san lo'rɛnʦo/) è un comune italiano di 18 230 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. Ha una superficie territoriale di 146 km² con un'altimetria che varia dai 177 m s.l.m. ai 1.144 m s.l.m.
Barberino di Mugello (pronuncia: /barbe'rino di mu' llo/) un comune italiano di 10.864 abitanti della citt metropolitana di Firenze, in Toscana. Il territorio comprende le frazioni Cavallina, Galliano, Montecarelli e altre localit , tra le quali Mangona. Nel comune localizzata la Villa medicea di Cafaggiolo, dal 2013 nell'elenco del patrimonio dell'umanit dell'UNESCO.
L'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 fa parte di una serie di straripamenti del fiume Arno che hanno mutato, nel corso dei secoli, il volto della città di Firenze. Avvenuta nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966 fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo che causò forti danni non solo a Firenze, ma anche a Pisa, in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il Paese. Diversamente dall'immagine che in generale si ha dell'evento, l'alluvione non colpì solo il centro storico di Firenze, ma l'intero bacino idrografico dell'Arno, sia a monte sia a valle della città. Sommersi dalle acque furono anche diversi quartieri periferici della città come Rovezzano, Brozzi, Peretola, Quaracchi, svariati centri del Casentino e del Valdarno in Provincia di Arezzo, del Mugello (dove straripò anche il fiume Sieve), alcuni comuni periferici come Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa e Signa (dove strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e praticamente tutti i torrenti e fossi minori) e varie cittadine a valle di Firenze, come Empoli e Pontedera. Dopo il disastro, le campagne rimasero allagate per giorni, e molti comuni minori risultarono isolati e danneggiati gravemente. Nelle stesse ore, sempre in Toscana, una devastante alluvione causò lo straripamento del fiume Ombrone, colpendo gran parte della piana della Maremma e sommergendo completamente la città di Grosseto. Nel frattempo, altre zone d'Italia vennero devastate dall'ondata di maltempo: molti fiumi del Veneto, come il Piave, il Brenta e il Livenza, strariparono, e ampie zone del Polesine furono allagate portando anche all'alluvione di Venezia; in Friuli lo straripamento del Tagliamento coinvolse ampie zone e comuni del suo basso corso, come Latisana; in Trentino la città di Trento fu investita pesantemente dallo straripamento dell'Adige.