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Marco Tullio Cicerone (in latino: Marcus Tullius Cicero, pronuncia ecclesiastica: /ˈmarkus ˈtulljus ˈʧiʧero/, pronuncia restituta o classica: /ˈmaːr.kʊs ˈtʊl.lɪ.ʊs ˈkɪ.kɛ.roː/; in greco antico: Κικέρων, Kikérōn; Arpino, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.) è stato un avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano. Esponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C., tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica. Grande ammiratore della cultura greca, attraverso la sua opera, i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina ci fu, senza dubbio, la creazione di un lessico filosofico latino: Cicerone si impegnò, infatti, a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco. Tra le opere fondamentali per la comprensione del mondo latino si collocano, invece, le Lettere (Epistulae, in particolar modo quelle all'amico Tito Pomponio Attico) che offrono numerosissime riflessioni su ogni avvenimento, permettendo di comprendere quali fossero le reali linee politiche dell'aristocrazia romana. Cicerone occupò per molti anni anche un ruolo di primaria importanza nel mondo della politica romana: dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina ed aver così ottenuto l'appellativo di pater patriae (padre della patria), ricoprì un ruolo di primissima importanza all'interno della fazione degli Optimates. Fu, infatti, Cicerone che, negli anni delle guerre civili, difese strenuamente, fino alla morte, una repubblica giunta ormai all'ultimo respiro e destinata a trasformarsi nel principatus augusteo.
Demostene (in greco antico: Δημοσθένης, Demostènes; 384-322 a.C.) è stato uno statista ed oratore ateniese, le cui opere, in particolare le orazioni, costituiscono l'ultima significativa espressione della vivacità culturale di Atene oltre a fornire uno spaccato approfondito della politica e della cultura greca a cavallo tra l'età classica ed ellenistica. Infatti, già il Canone di Alessandria, redatto da Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia, pose Demostene tra i dieci grandi logografi ed oratori attici; Cicerone lo acclamò come "oratore perfetto" mentre Quintiliano lo definì come lex orandi legge dell'oratoria ed affermava inter omnes unus excellat ovvero che "solo fra tutti risplende". Nel XIV secolo, l'erudito bizantino Teodoro Metochite scrisse un Saggio critico su Demostene e Aristide, in cui metteva a confronto la tecnica oratoria di Demostene e quella di Elio Aristide (II secolo), sostenendo che ciascuno dei due fosse il campione incontrastato dell'oratoria della propria epoca.
L'orazione Sulla corona (in greco antico: Ὑπὲρ Κτησιφῶντος περὶ τοῦ Στεφάνου, Hyper Ktēsiphōntos peri tou Stephanou, letteralmente "Per Ctesifonte, sulla corona") è l'orazione giudiziaria più famosa dell'oratore e statista ateniese Demostene, pronunciata nel 330 a.C.
Demostene, figlio di Alcistene del demo di Afidna (in greco antico: Δημοσθένης, Demosthénes; metà V secolo a.C. – Siracusa, 413 a.C.), è stato un militare ateniese, attivo durante la guerra del Peloponneso.
Le Catilinarie (in latino: Orationes in Catilinam) sono quattro discorsi tenuti da Cicerone contro Catilina. Le quattro orazioni deliberative furono pronunciate tra il novembre e il dicembre del 63-62 a.C. in seguito alla scoperta e alla repressione della congiura che faceva capo a Catilina. Dalle notizie pervenuteci dall'epistolario ad Attico è possibile affermare che vennero pubblicate nel 60 a.C., anno in cui fu pubblicata una raccolta delle orazioni consolari di Cicerone. Per estensione, il termine "catilinaria" indica una critica o invettiva ostile e violenta contro qualcuno.
Il pensiero politico di Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.) è l'insieme delle dottrine e delle tendenze politiche elaborate durante tutta la sua attività da oratore e filosofo romano. Fortemente legato ai valori tradizionali del mos maiorum e all'ordinamento repubblicano, Cicerone elaborò un pensiero volto a garantire la sopravvivenza delle stesse strutture di governo repubblicane, minate da una forte crisi, tramite la ricerca di un ampio consenso all'interno della compagine sociale. In questa direzione si muove dunque l'ideologia della concordia ordinum, l'accordo e la collaborazione tra gli optimates e il ceto equestre, che Cicerone elaborò durante i primi anni della sua attività politica e oratoria e che divenne vero Leitmotiv del consolato ciceroniano del 63 a.C., durante il quale egli tentò di radunare attorno a sé tutte le forze sociali interessate alla repressione della congiura di Catilina. Dopo l'esperienza traumatica della lotta contro Publio Clodio Pulcro e dell'esilio, Cicerone, deluso dal comportamento degli optimates, che avevano tentato di giungere a un compromesso con lo stesso Clodio, sviluppò ulteriormente il suo disegno politico con l'intento di ottenere un coinvolgimento sempre più ampio di tutti coloro che erano interessati alla sopravvivenza delle strutture repubblicane e di creare una reale alternativa al potere dei triumviri: la concordia ordinum trovò dunque la sua naturale evoluzione nel consensus omnium bonorum, cui Cicerone affiancò, nell'orazione Pro Sestio, anche una nuova definizione di optimates. Contestualmente, l'arpinate venne elaborando anche una nuova interpretazione del ruolo del princeps, che tuttavia non intese mai come una figura estranea all'ordinamento repubblicano, ma come garante e tutore delle strutture repubblicane stesse. Fonti primarie per lo studio del pensiero politico ciceroniano restano il corpus delle orazioni di Cicerone, tra le quali in particolare le Verrine, le Catilinarie e la Pro Sestio, le opere filosofiche e politiche, tra cui il De oratore, il De re publica, il De legibus e il De officiis, e l'epistolario, in particolare le Epistulae ad Atticum e le Epistulae ad familiares.
Lucio Sergio Catilina (in latino: Lucius Sergius Catilina; Roma, 108 a.C. – Pistoia, 62 a.C.) è stato un militare e senatore romano, per lo più noto per la congiura che porta il suo nome, un tentativo di sovvertire la Repubblica romana, e in particolare il potere oligarchico del Senato.
Il Laelius de amicitia (titolo completo Laelius seu De amicitia - pi noto come De amicitia: "Sull'amicizia"), opera dell'ultimo periodo ciceroniano, un dialogo di carattere filosofico (immaginato svolgersi nel 129 a.C.) scritto da Cicerone tra l'estate e l'autunno del 44 a.C. e dedicato a Tito Pomponio Attico. Delinea, in un dialogo tenuto da Mucio Scevola, Gaio Fannio e Lelio, tutte le sfumature dell'amicizia, unendo la visione epicurea (tipicamente attichiana) e quella stoica (ciceroniana). Nell'antichit soltanto l'epicureismo aveva cercato di svincolare il valore di amicizia da quello di utilitas. In questo trattato, che a prima vista potrebbe sembrare un dialogo tra amici, in realt Cicerone utilizza autorevoli fonti per sostenere l'amicizia libera dal vincolo politico.