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L'upupa comune o upupa eurasiatica (Upupa epops Linnaeus, 1758) un uccello bucerotiforme della famiglia degli Upupidi. L'upupa l'uccello nazionale dello Stato d'Israele dal maggio 2008. Il nome di questo uccello deriva dall'onomatopea latina del verso che soprattutto i maschi sono soliti emettere durante il periodo riproduttivo, e che suona come un cupo hup-hup-hup trisillabico. L'upupa sicuramente uno degli uccelli pi appariscenti diffusi alle nostre latitudini: la colorazione molto accesa, rosso-arancio con ali e coda a bande bianche e nere, il lungo becco leggermente ricurvo e la cresta erettile sulla testa risultano inconfondibili fra gli uccelli nostrani, sebbene risulti abbastanza difficile avvistare un'upupa in virt delle sue abitudini schive e della sua predilezione per le aree rurali e scarsamente antropizzate. L'upupa un uccello amante degli spazi aperti e dei climi miti: pur occupando un areale estremamente vasto (che comprende gran parte di Europa, Asia ed Africa), essa tende a migrare verso siti pi caldi solo nelle aree temperate, mentre in quelle tropicali e subtropicali risulta stanziale...L'avvistamento di questo uccello molto raro.
Aristofane, figlio di Filippo del demo di Cidateneo (in greco antico: Ἀριστοφάνης Aristophánēs, pronuncia: [aristopʰánɛːs]; Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l’Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).
Senz'olio contro vento è un libro scritto dal premio Nobel Rita Levi-Montalcini. Ricorrendo all'antico motto marinaresco, che esortava ad affrontare con sprezzo del pericolo il mare in burrasca, Rita Levi Montalcini rievoca le figure di dieci personaggi da lei conosciuti ed amati, i quali hanno saputo attraversare con coraggio il mare della vita in condizioni disperate, simili a quelle delle navi che solcarono gli oceani in epiche traversate. Ciò che ha accomunato persone famose come Max Delbrück, Enzo Sereni, Giacomo Ulivi, Primo Levi, Vito Volterra, Giuseppe Pagano (architetto) e altri meno noti come Maria De Laude, Marcella Nazzaro, Simonetta Tosi e il nipote Guido è l'aver affrontato a testa alta la propria travagliata esistenza, riscattando così la specie umana dalla paura della morte.
L'orfismo è un movimento religioso misterico, sorto in Grecia presumibilmente verso il VI secolo a.C. intorno alla figura di Orfeo, considerato il fondatore. La figura di Orfeo – collegata a quella di un antico "missionario" greco in terra tracia, che vi perse la vita nel tentativo di trasferire il culto di Apollo– potrebbe essere precedente alla sua adozione da parte dei maestri religiosi orfici del VI secolo a.C. Il suo inserimento nelle correnti che si fanno eredi del suo nome «era dovuta a qualcosa di più che non ad un vago sentimento di venerazione per un grande nome dell'antichità»; frutto, piuttosto, da una parte della necessità di ereditare le credenze sulla "possessione" divina, propria dell'esperienza dionisiaca, dall'altra della convinzione di dover prolungare quelle pratiche di "purezza", che erano proprie dei Misteri eleusini; tutto ciò corrisponde ai due elementi fondanti delle dottrine orfiche: la credenza nella divinità e quindi nell'immortalità dell'anima, la quale è "caduta" a causa della colpa originaria dei Titani (dalla cui combustione da parte di Zeus nascono gli uomini) che hanno divorato Dioniso nella sua prima incarnazione; da cui consegue, al fine di evitare la perdita di tale immortalità o finire nella continua rinascita in stati di sofferenza, la necessità di condurre un'intera vita di purezza per ottenere l'accesso ad una vita ultraterrena felice; Nel mito, Orfeo, istruito dalle muse e da Apollo, è maestro nel suonare la lira; dopo aver preso parte alla spedizione degli argonauti e aver tentato di riportare in vita la moglie Euridice, persuadendo Ade e Persefone con la sua musica, fallisce e viene poi ucciso da un gruppo di donne seguaci di Dioniso (il culto del quale viene dalla Tracia). La religione orfica è appunto un addolcimento dei misteri dionisiaci: Dioniso è figura centrale ma differenza del dionisismo dove si pratica il sacrificio animale cruento ("sparagmòs"), le danze orgiastiche e si beve il vino nei riti, nell'orfismo la dieta carnea è vietata, in quanto sgradita a Persefone per il ricordo dell'omicidio di Dioniso, divorato dai Titani e poi risuscitato, e quindi comportante l'impossibilità di entrare nei campi elisi nonché per la credenza nella metempsicosi in maniera simile al pitagorismo.Famosi orfici o vicini all'orfismo furono Platone, Socrate, Ovidio, Eraclito, Empedocle e Virgilio. Influenzò la filosofia platonica, finendo per confluire poi nel neoplatonismo influenzando forse il cristianesimo, per poi essere riscoperto in ambienti esoterici e filosofici nel Rinascimento.
Frinico (in greco antico: Φρύνιχος, Phrýnichos; Atene, 535 a.C. circa – Sicilia, dopo il 476 a.C.) è stato un tragediografo ateniese. Allievo di Tespi, fu uno dei primi tragediografi greci e precursore di Eschilo; fu attivo probabilmente a partire dagli anni della tirannide di Ippia, tra il 514 e il 510 a.C.
Il Cantico delle creature (Canticum o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, un cantico di Francesco d'Assisi composto intorno al 1224. il testo poetico pi antico della letteratura italiana di cui si conosca l'autore (ma non il testo pi antico in assoluto, che l'anonimo Quando eu stava in le tu' cathene, una canzone d'amore databile tra il 1180 e il 1220). Secondo una tradizione, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della sua morte, avvenuta nel 1226. comunque pi probabile che, come riportano le biografie di Francesco, la composizione sia stata scritta in tre momenti diversi. Il Cantico una lode a Dio che si snoda con intensit e vigore attraverso le sue opere, divenendo cos anche un inno alla vita; una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poich nel creato riflessa l'immagine del Creatore: da ci deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medievali (come quella instaurata da Jacopone da Todi). La creazione diventa cos un grandioso mezzo di lode al Creatore.