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Sofia Carmina Coppola (New York, 14 maggio 1971) è una regista, sceneggiatrice e attrice statunitense. È la figlia del regista italoamericano Francis Ford Coppola, sorella del regista Roman Coppola, nipote dell'attrice Talia Shire e cugina di Nicolas Cage, Jason Schwartzman e Robert Carmine. Debutta dietro la macchina da presa nel 1999 con il film Il giardino delle vergini suicide. Nel 2004 è stata la prima donna statunitense e la terza in assoluto ad avere ottenuto una candidatura all'Oscar al miglior regista per il pluripremiato film Lost in Translation - L'amore tradotto, per cui si aggiudica l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale, il Golden Globe per la migliore sceneggiatura, l'Independent Spirit Award per il miglior regista e per la miglior sceneggiatura. Nel 2006 dirige il film biografico Marie Antoinette, candidato alla Palma d'oro al Festival di Cannes. Nel 2010 si aggiudica il Leone d'oro al miglior film (il premio più prestigioso) per il suo Somewhere alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dalla giuria presieduta da Quentin Tarantino. Nel 2013 dirige il film Bling Ring. Nel 2017 dirige il film L'inganno, con il quale si aggiudica il Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2017. Sofia Coppola è considerata una dei registi del nuovo cinema statunitense, di cui è una delle autrici di punta assieme a molti altri registi come Spike Jonze, Wes Anderson, Paul Thomas Anderson, Charlie Kaufman e Richard Linklater.
Il fantasma di Corleone è un film documentario del 2006 diretto da Marco Amenta. Il film è una indagine che ricostruisce puntualmente la storia del boss dei boss Bernardo Provenzano: dalla scalata ai vertici della Cupola sino alla fine della sua lunghissima latitanza. Un intenso e doloroso road movie tra inquietanti testimonianze, deposizioni processuali, dichiarazioni di giudici, avvocati e investigatori, scandito da scene di inseguimento ricostruite con il passo di un thriller. La latitanza quarantennale del capo di Cosa Nostra si interrompe l'11 aprile 2006 quando Provenzano viene arrestato in un casolare vicino a Corleone. Il documentario inizia con l'attentato dinamitardo che uccise Giovanni Falcone e con il discorso di Papa Wojtyla, contro la scia di assassinii, compiuti dalla mafia, per il controllo dell'estorsione, del mercato della droga e contro la legalità in cui, specialmente la magistratura, vuole mantenere lo Stato Italiano. Segue un'intervista a Roberto Scarpinato e Guido Lo Forte, Procuratore aggiunto presso la procura di Palermo. Segue un pizzino di Bernardo Provenzano a Nino Giuffrè. Viene ricordato Sergio De Caprio, nome di battaglia Capitano Ultimo e del suo metodo di lavoro, illustrato da Giuseppe Linares, capo squadra mobile di Trapani. La gioventù di Bernardo Provenzano. La prima guerra di mafia e la seconda guerra di mafia: ascesa e caduta di Salvatore Riina.
Bernardo Provenzano, detto Binnu 'u Tratturi (Bernardo il trattore, Zu Binnu (Zio Binnu) e Il ragioniere (Corleone, 31 gennaio 1933 – Milano, 13 luglio 2016), è stato un mafioso italiano, membro di Cosa nostra e considerato il capo dell'organizzazione a partire dal 1995 fino al suo arresto, avvenuto l'11 aprile 2006 in una masseria a Corleone. Era ricercato da oltre quarant'anni, dal 10 settembre 1963. In precedenza era già stato condannato in contumacia a tre ergastoli e aveva altri procedimenti penali in corso.