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Fronte occidentale (1939-1945)

Il Fronte occidentale, durante la seconda guerra mondiale, fu un importante teatro di combattimenti in Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e nella Germania occidentale. Dopo una prima fase nel 1939-1940 in cui la Wehrmacht tedesca ottenne una schiacciante vittoria contro gli eserciti Alleati, occupando gran parte del territorio, costringendo all'armistizio la Francia e respingendo oltre la Manica il corpo di spedizione britannico, il Fronte occidentale divenne fino al 1944 un settore del teatro europeo non più attivo dal punto di vista delle operazioni terrestri anche se continuarono costantemente operazioni di guerra aerea, mentre la Germania mantenne schierato all'ovest un cospicuo corpo di occupazione. Dal 1941 la maggior parte dei combattimenti nel teatro europeo si svolsero sul Fronte orientale, dove i tedeschi schierarono fino alla fine della guerra la maggior parte delle loro forze armate; Stalin richiese per anni la riattivazione da parte anglo-americana del Fronte occidentale, ma i dirigenti alleati preferirono inizialmente condurre operazioni meno impegnative nel teatro del Mediterraneo. Dal 6 giugno 1944 gli Alleati riaprirono finalmente il Fronte occidentale dando inizio alla gigantesca operazione Overlord e in undici mesi di combattimenti riuscirono a liberare i territori occupati dalla Germania, invasero il territorio tedesco occidentale e raggiunsero il fiume Elba dove si congiunsero dal 25 aprile 1945 con le truppe dell'Armata Rossa provenienti da est.

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