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La Salita al Calvario è un affresco facente parte del ciclo nella sagrestia dell'abbazia di Sant'Antonio di Ranverso, nel comune di Buttigliera Alta, provincia di Torino, considerato il capolavoro della scuola tardogotica piemontese, dipinto da Giacomo Jaquerio verso il 1430. Il ciclo della sagrestia, firmato, comprende un'Annunciazione, i Santi Pietro e Paolo, l'Orazione nell'Orto, e la Salita al Calvario, appunto, sul lunettone; sulle vele della volta, i Quattro Evangelisti. La Salita al Calvario mostra su sfondo neutro una folla di figure reggenti lance, bandiere e alabarde che si librano nella parte superiore. Questi personaggi contornano, seppur a una certa distanza, la figura dolente del Cristo che porta la croce, mentre figure crudeli e stralunate lo aiutano in malo modo, spingendo il legno o tirando il Salvatore con una corda. Nella grande varietà di tipi umani (dal nordico con la pelle chiara e la barba rossa al caucasico con la pelle bruna, dal giovane al vecchio, dal povero al ricco) prevale un senso lineare grazie alla marcata linea nera dei bordi, con una raffinata attenzione ai dettagli (come la resa del legno nodoso della croce). Ogni soggetto si stacca così espressivamente dal gruppo, creando una visione drammatica e priva di sentimentalismi.
Marcia su Roma fu dipinto da Giacomo Balla tra il 1931 e il 1932; lo dipinse sul retro del suo quadro Velocità astratta che fece nel 1913, e questa dualità nel quadro rappresenta le contraddizioni espressive dell'artista. Marcia su Roma ha uno stile realista diverso dal suo solito stile futurista: dinamismo e movimento. Si pensa che il quadro si basi su una foto scattata due giorni dopo la marcia su Roma in un luogo e in una ricorrenza diversa: al centro della scena c'e Benito Mussolini circondato dai membri del suo partito che marciano verso lo spettatore, Balla ha accentuato l'espressione e la posa solenne tipica di Mussolini evidenziandone la virilità e la regalità.
Giacomo Jaquerio (Torino, 1375 circa – Torino, 1453) è stato un pittore italiano, maggior rappresentante della pittura tardo gotica in Piemonte: fu attivo a Torino, a Ginevra, ed in varie località della Savoia.
Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1º marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di "paroliberi" italiano. Fu un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme a gli altri futuristi italiani i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici.
L'abbazia di Sant'Antonio di Ranverso, o meglio Precettoria, è un edificio religioso piemontese fondato dall'Ordine ospedaliero di Sant'Antonio di Vienne e situato a Buttigliera Alta, in città metropolitana di Torino, al principio della Valle di Susa. La nascita del complesso monastico risale agli ultimi anni del XII secolo su volere del conte Umberto III di Savoia e il suo nome combina la dedica a sant'Antonio abate e il toponimo di rivus inversus, riferito a un canale situato a nord delle colline moreniche nelle vicinanze. Un tempo c'era la tradizione di allestire la scena della Natività sul terreno della Precettoria, all'interno del presepe vivente, che coinvolgeva centinaia di persone, fra adulti e bambini, nella rappresentazione dei passi biblici riguardanti la nascita di Gesù tutti vestiti con abiti dell'epoca.
L’abbazia di Abondance è un complesso abbaziale risalente all'inizio del XV secolo che sorge a Abondance, centro abitato dell'Alta Savoia. Lo stile architettonico rivela i collegamenti che esistevano all'epoca fra il Piemonte e l'Alta Savoia. L'interno è decorato da affreschi raffiguranti scene cristologiche, realizzati con uno stile che può essere collocato tra quello tipico dei pittori senesi e lo stile delle miniature della Savoia. Gli affreschi sono attribuiti alla bottega di Giacomo Jaquerio.
Conte Giacomo Leopardi (al battesimo Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore, filologo italiano. È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del romanticismo letterario, sebbene criticherà sempre la corrente romantica di cui rifiuta l'arido vero, ritenendosi vicino al Classicismo. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana – di ispirazione sensista e materialista – ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca. Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, ammirata tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, divenendone un esponente principale, pur non volendo mai definirsi romantico. Le sue posizioni materialiste – derivate principalmente dall'Illuminismo – si formarono invece sulla lettura di filosofi come il barone d'Holbach, Pietro Verri e Condillac, a cui egli unisce però il proprio pessimismo, originariamente probabile effetto di una grave patologia che lo affliggeva ma sviluppatesi successivamente in un compiuto sistema filosofico e poetico. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli. Il dibattito sull'opera leopardiana a partire dal Novecento, specialmente in relazione al pensiero esistenzialista fra gli anni trenta e cinquanta, ha portato gli esegeti ad approfondire l'analisi filosofica dei contenuti e significati dei suoi testi. Per quanto resi specialmente nelle opere in prosa, essi trovano precise corrispondenze a livello lirico in una linea unitaria di atteggiamento esistenziale. Riflessione filosofica ed empito poetico fanno sì che Leopardi, al pari di Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche e più tardi di Kafka, possa essere visto come un esistenzialista o almeno un precursore dell'Esistenzialismo.
Il conte Carlo Orazio Leopardi (Recanati, 12 luglio 1799 – Recanati, 11 febbraio 1878) è stato un nobiluomo italiano, fratello di Giacomo Leopardi, di cui fu il compagno di giochi e di confidenze. Nel 1819, Giacomo provò a fuggire da Recanati e consegnò a Carlo la lettera per il padre Monaldo. Dopo la partenza di Giacomo da Recanati, il loro rapporto continuò in forma epistolare. La sua vita fu segnata dal primo matrimonio per amore e non per ragioni di convenienza, a costo di sacrificare il rapporto con la famiglia di origine. Collaborò attivamente con il letterato Prospero Viani, a cui scrisse più di cinquanta lettere tra il 1844 ed il 1877, per ricostruire gli anni giovanili di Giacomo.
L'Astichello è una raccolta comprendente 94 sonetti scritti tra il 1880 e il 1887 dall'abate e poeta vicentino Giacomo Zanella. Prende il nome dal fiume omonimo, presso le cui rive il poeta aveva una casa. La poesia dell'Astichello sta al vertice dell'esperienza poetica di Giacomo Zanella e segna la naturale realizzazione di quella sua inclinazione a cogliere gli aspetti più intimi e fugaci della natura. Giungeva lo Zanella, ormai sessantenne e dopo quattro anni di "fiera malinconia", a realizzare un antico ideale di vita. Lasciato l'insegnamento, lasciata la città, desideroso di dimenticare il "secol faccendiere", che solo gli aveva dato angosce e amarezze, si ritirava in una villetta di stile neoclassico sulle rive dell'Astichello, nella verde e quieta campagna vicentina. L'Astichello rappresenta una grande svolta nella storia dell'anima e della poesia dell'abate vicentino, l'espressione compiuta di un ideale poetico che aveva cercato, già nelle precedenti odi, di esprimersi, rimanendo però latente o soffocato da altri problemi, e che qui trova la sua completa realizzazione.