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Roberto Pagnani (Ravenna, 29 dicembre 1914 – Santarcangelo di Romagna, 8 maggio 1965) è stato un collezionista d'arte italiano, direttore di Democrazia dal 25 agosto 1945 al 6 aprile 1946.
Renzo Marcato (Marcon, 14 novembre 1927 – Noale, 17 febbraio 2014) è stato un pittore e docente italiano.
Questa è una lista di persone presenti nell'enciclopedia che hanno il prenome Gianni, suddivise per attività principale.
L'Osteria Fratelli Menghi, chiamata anche Osteria dei Pittori, è stata una storica osteria di Roma e luogo di incontro per pittori, attori, musicisti e scrittori principalmente nel periodo tra il 1940 e il 1970. Si trovava in via Flaminia 57, dove oggi sorge il Caffè dei Pittori, a 300 metri da Piazza del Popolo. Italo Calvino decise di scrivere la celebre opera Il barone rampante mentre ascoltava, durante una delle tante serate del 1950 trascorse presso l'Osteria Fratelli Menghi, l'avventura dell'artista americano Salvatore Scarpitta su un albero di pepe quando aveva dodici anni.
Oltre Guernica è un manifesto artistico del Realismo stilato a Milano nel 1946 da un gruppo di artisti tutti appartenenti al Fronte nuovo delle arti. In esso si danno per scontate le ragioni dell'impegno politico e si ribadisce la necessità del legame con la realtà e la scelta della figurazione. Tra i firmatari troviamo: Giuseppe Ajmone Aldo Bergolli Egidio Bonfante Gianni Dova Ibrahim Kodra Ennio Morlotti Giovanni Paganin Cesare Peverelli Vittorio Tavernari Gianni Testori Emilio Vedova
Gianni Dova (Roma, 8 gennaio 1925 – Pisa, 14 ottobre 1991) è stato un pittore italiano.
Deserto rosso, o Il deserto rosso, è un film del 1964 diretto da Michelangelo Antonioni. Si tratta del nono lungometraggio di Antonioni, il primo a colori. Inizialmente doveva intitolarsi Celeste e verde.È la prima collaborazione con Carlo Di Palma come direttore della fotografia e l'ottava ed ultima con Giovanni Fusco come autore della colonna sonora.
La collezione Verzocchi, o Galleria Verzocchi - Il lavoro nella pittura contemporanea, è una raccolta di quadri unica nel suo genere: l'imprenditore Giuseppe Verzocchi, volendo unire l'arte contemporanea e l'industria, chiese, ottenendone l'adesione, tra il 1949 e il 1950, ad oltre settanta pittori italiani contemporanei un'opera di dimensioni prefissate (70/100) sul tema del lavoro ed un autoritratto, al prezzo di 100.000 lire per quadro, insieme ad una promessa di esposizione pubblica. Tra i pittori che accettarono vi furono Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Felice Casorati, Carlo Carrà ed Emilio Vedova. L'appartenenza di ogni quadro alla collezione Verzocchi è resa manifesta dalla presenza, in ognuno, di un mattoncino con la sigla "V & D", marchio dell'impresa del Verzocchi, che aveva già dato origine al catalogo artistico "Veni VD Vici". La collezione fu presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1950, in seguito Verzocchi ne fece dono al comune di Forlì il primo maggio 1961. Nell'occasione dell'esposizione della collezione alla Triennale di Milano nel 1986, ventuno quadri vennero rubati, ma furono ritrovati rapidamente. Due di questi furono tuttavia distrutti durante le operazioni di recupero. L'esposizione a Roma, nei mesi di maggio e giugno 2004, diede luogo alla pubblicazione di un catalogo.La collezione, precedentemente conservata presso la pinacoteca civica di Forlì ed accessibile solo su richiesta, è collocata in Palazzo Romagnoli, a pochi passi dai Musei di San Domenico e in un allestimento che ne valorizza l'unicità.Nel medesimo palazzo sono conservate anche altre opere significative del Novecento, come le sculture di Adolfo Wildt.