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Mektoub, My Love: canto uno è un film del 2017 diretto da Abdellatif Kechiche. Reduce da successi come Cous cous e La vita di Adele, il regista firma una sorta di amarcord giovanile, di quasi tre ore, girato con pochi mezzi, su un gruppo di francesi di origine tunisina in un'estate degli anni Novanta. Mektoub sta in arabo per destino. Nel 2019 è uscito il sequel, Mektoub, My Love: intermezzo.
Abdellatif Kechiche in arabo: عبد اللطيف الكشيش, detto anche Abdel (Tunisi, 7 dicembre 1960) è un attore, regista e sceneggiatore tunisino naturalizzato francese. Trasferitosi con la famiglia a Nizza all’età di sei anni, ha studiato arte drammatica al conservatorio di Antibes; dopo le prime esperienze nella recitazione teatrale, ha esordito come attore cinematografico nella pellicola Le thé à la menthe (1984) di Abdelkrim Baholul, cui hanno fatto seguito tra gli altri Les innocents (1987) di André Téchiné, Bezness (1992) di Nouri Bouzid, La boîte magique (2002) di Ridha Behi e Sorry, Haters (America dopo, 2005) di Jeff Stanzler. Il debutto di Kechiche nella regia è segnato nel 2000 dal film La faute à Voltaire, vibrante ritratto di un sans-papier che gli è valso il Leone d’oro come migliore opera prima alla Mostra di Venezia dello stesso anno. L’attenzione al disagio e all’emarginazione sociale che costituisce la cifra stilistica di Kechiche anima anche L'esquive (2003; 4 premi César nel 2005), film sull’immigrazione che ne ha confermato il successo, così come le pellicole successive, di cui ha curato anche la sceneggiatura: La graine et le mulet (Cous Cous, 2007; Gran premio della giuria al Festival di Venezia nel 2007 e 4 premi César nel 2008); Vénus noire (2010), storia di una ragazza ottentotta esibita agli inizi dell’Ottocento nei salotti europei; La vie d'Adèle (2013), film delicato e realistico sull’omosessualità femminile con il quale si è aggiudicato la Palma d’oro alla 66ª edizione del Festival di Cannes; Mektoub, My Love: canto uno (2017), presentato in concorso alla 74ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Mektoub, My Love: Intermezzo è un film del 2019 diretto da Abdellatif Kechiche. È il secondo capitolo della saga dedicata al giovane Amin e agli anni novanta, iniziata nel 2017 con Mektoub, My Love: canto uno.
Ginevra era la leggendaria regina consorte di re Artù. Nei racconti e nel folklore, si narra spesso della sua infelice storia d'amore con Lancillotto. Questa storia appare per la prima volta nell'opera di Chrétien de Troyes, Lancillotto o il cavaliere della carretta, e riappare come motivo ricorrente in numerose opere che trattano il ciclo arturiano, a partire dai primi del secolo 13°, fino ad arrivare al romanzo di Thomas Malory, La morte di Artù. Molto spesso, il tradimento della regina di Camelot e del cavaliere della Tavola Rotonda sono stati considerati come la rovina stessa del regno.
Ginevra (in francese e ufficialmente: Genève /ʒə.nɛv/, in tedesco: Genf /ˈgɛɱf/, in romancio: Genevra) è un comune svizzero di 201 818 abitanti del Canton Ginevra; ha lo status di città ed è la capitale del cantone. È la seconda città più popolata e la seconda piazza finanziaria della Svizzera dopo Zurigo, ma la terza piazza economica in generale dopo Basilea, situata dove il Lago di Ginevra riconfluisce nel fiume Rodano. Nel 2019 Ginevra è stata classificata da Mercer, insieme a Zurigo e Basilea, tra le dieci città più vivibili al mondo.
Dimitri Capuani (Roma, 1970) è uno scenografo italiano, vincitore del David di Donatello per il miglior scenografo nel 2016, 2019 e 2020 e del Nastro d'argento nella medesima categoria nel 2015, 2018 e 2020.
Le convenzioni di Ginevra consistono in una serie di trattati internazionali sottoscritti per la maggior parte a Ginevra, in Svizzera. Esse costituiscono, nel loro complesso, un corpo giuridico di diritto internazionale, noto anche sotto i nomi di diritto di Ginevra, diritto delle vittime di guerra e diritto internazionale umanitario.