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L'agricoltura (dal latino agricultura, ager campi, e cultura coltivazione) è l'attività umana che consiste nella coltivazione di specie vegetali. Lo scopo basilare dell'agricoltura è ottenere prodotti dalle piante, da utilizzare soprattutto a scopo alimentare. In economia, l'agricoltura rientra nel settore primario. Tradizionalmente è popolarmente riferita alla produzione di risorse vegetali a fini alimentari sia direttamente sia indirettamente tramite produzione animale nell'allevamento. A fini scientifici e giuridici, comunque, entrambe le materie sono comunemente riunite nella più vasta accezione di agricoltura, che abbraccia la coltivazione delle piante (arboree, erbacee), l'allevamento degli animali e lo sfruttamento delle foreste. Seppur molto spesso legati a convenzioni ed usanze locali, i patroni universalmente riconosciuti per l'agricoltura nel mondo cattolico sono: San Martino di Tours (la cui ricorrenza cade l'11 novembre, giorno di inizio dell'annata agraria), Sant'Antonio Abate, Sant'Isidoro agricoltore, San Leonardo di Noblac Abate, San Biagio e San Benedetto da Norcia.
La Pomologia è la disciplina che classifica, distinguendo i tempi di maturazione, quindi il carattere precoce o tardivo, le dimensioni dei frutti, il colore dell'epidermide e della polpa, la resistenza della pianta alle avversità, le centinaia di varietà degli alberi da frutto: pere, mele, susine, pesche, ciliegie, fichi, arance, limoni e mandarini propagate, da almeno quattromila anni, attraverso l'innesto.
La storia dell'industria ortofrutticola di Massa Lombarda concerne la nascita e lo sviluppo di un settore che avuto nel paese ravennate la sua culla. Abili imprenditori locali, grazie a geniali innovazioni, scoprirono nuove varietà e svilupparono nuovi metodi coltivazione. Nacquero aziende che conquistarono i mercati italiani ed esteri. Il settore si sviluppò in più direzioni: dalla coltivazione all’industria all’attività commerciale. La voce tratta sia le origini (anni 1900-1910) che il periodo d’oro dell'ortofrutta massese, che copre gli anni venti e trenta del XX secolo.
I frutti climaterici sono quei frutti che maturano anche dopo essere stati separati dalla pianta. L'etilene è l'ormone vegetale prodotto durante la maturazione. Al momento del distacco del frutto il contenuto di etilene si abbassa e quindi anche la respirazione (minimo climaterico), successivamente il frutto è capace di sintetizzare nuovo etilene che favorisce una ripresa molto intensa della respirazione (picco climaterico), allo scopo di idrolizzare l'amido accumulato durante la fase di accrescimento e convertirlo in zuccheri solubili (mono e disaccaridi quali glucosio, fruttosio, saccarosio). Durante questo processo, l'etilene attiva anche tutti gli altri meccanismi biochimici della maturazione. Sono frutti climaterici banane, pesche, mele, pere, mele cotogne, kiwi, pere cotogne, nashi, kaki, meloni, fico, angurie, albicocche, avocado, manghi, susine, papaya, eccetera. Contrariamente, i frutti non climaterici (o aclimaterici) non accumulano amido nei loro tessuti e non maturano se staccati dalla pianta (frutti come olive, uva, lamponi, cetrioli, ciliegie, fragole, agrumi, ananas, peperoni e la maggior parte dei legumi). In questo gruppo sono compresi diversi vegetali ad elevata attività respiratoria come fagiolini verdi, piselli, asparagi, mais dolce. I frutti aclimaterici non hanno il picco climaterico, e la respirazione tende a ridursi gradualmente durante tutta la fase di accrescimento fino al suo completo arresto quando la maturazione è completa. Le tecnologie moderne permettono all'essere umano un controllo molto preciso della maturazione. In frutticoltura è prassi comune raccogliere i frutti climaterici quando non sono ancora maturi, per poi conservarli dentro apposite celle frigorifere a basse temperature (0–4 °C) e atmosfera ricca di CO 2 {\displaystyle {\ce {CO2}}} . La maturazione avviene successivamente, in modo artificiale, a temperature più elevate e con somministrazione atmosferica di etilene esogeno, e quando il frutto è pronto viene commercializzato. Tuttavia la somministrazione di etilene può rivelarsi molto utile anche nel trattamento dei frutti non climaterici già maturi ai quali si vuole modificare qualche piccolo parametro commerciale, per esempio negli agrumi: quest'ormone infatti stimola la degradazione della clorofilla, e i frutti arrivano alla vendita con una colorazione della buccia molto omogenea e priva di verde.
Con il termine frutticoltura o frutticultura si intende in generale la coltivazione degli alberi da frutto. Nell'ambito delle scienze agrarie la frutticoltura è una branca dell'arboricoltura che si occupa degli aspetti e delle caratteristiche relative agli alberi da frutto.
Per storia dell'agricoltura si intende la progressiva capacità dell'uomo di acquisire competenze nella coltivazione delle piante ed allevamento degli animali.
Sir Walter Scott, I baronetto (Edimburgo, 15 agosto 1771 – Abbotsford House, 21 settembre 1832) è stato uno scrittore, poeta e romanziere scozzese, considerato il padre del moderno romanzo storico.
Christopher Whyte (Glasgow, ottobre 1952) è un poeta, critico letterario e traduttore britannico di autori come Marina Cvetaeva, Pier Paolo Pasolini e Rainer Maria Rilke in lingua inglese e gaelico-scozzese. Innovatore e controverso, è anche narratore sul fronte della cultura scozzese e su quello internazionale. I suoi scritti in gaelico compaiono con il nome Crìsdean MacIlleBhàin. A partire dal 1987 Whyte ha pubblicato traduzioni in gaelico di poeti come Konstantinos Kavafis, Anna Achmatova, Eduard Mörike, Marina Cvetaeva, Giuseppe Ungaretti e Umberto Saba. A queste si sono affiancate sei raccolte di poesie originali, sempre in lingua gaelica: Uirsgeul (Mito) (1990), An Tràth Duilich (Il tempo difficile) (2002), Dealbh Athar (Ritratto di un padre) (2009), Bho Leabhar-Latha Maria Malibran (Dal Diario di Maria Malibran) (2009), An Daolag Shìonach (Lo scarabeo cinese) (2013) e Ceum air cheum (Passo dopo passo) (2019). Nel frattempo ha cominciato a scrivere narrativa in inglese, e ha pubblicato quattro romanzi: Euphemia MacFarrigle and the Laughing Virgin (Euphemia MacFarrigle e la vergine che ride) (1995), The Warlock of Strathearn (Il mago di Strathearn) (1997), The Gay Decameron (Il Decamerone gay) (1998) e The Cloud Machinery (La macchina delle nuvole) (2000). La sua edizione delle Dàin do Eimhir (Poesie per Eimhir) di Somhairle Mac GillEain (Sorley MacLean) è stata premiata nel 2002[i], e quella di An Cuilithionn 1939 and Unpublished Poems (Il Cuillin 1939 e poesie inedite) proposta come Scottish Book of the Year nel 2012[ii]. Oltre a curare l'antologia bilingue di poesia gaelica contemporanea An Aghaidh na Sìorraidheachd (Di fronte all'eternità), Whyte ha scritto numerevoli saggi critici, e dal 2014 in poi ha pubblicato quattro volumi di traduzioni dal russo delle liriche di Marina Cvetaeva: Moscow in the Plague Year (Mosca nell'anno della peste) (2014), Milestones (Pietre miliari) (2015), After Russia: the First Notebook (Dopo la Russia: il primo quaderno) (2017) e After Russia: the Second Notebook (Dopo la Russia: il secondo quaderno) (2018).