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Un pool, nell'ambito della magistratura italiana, è un gruppo di magistrati in servizio presso un ufficio giudiziario che si occupa collegialmente di una medesima indagine. Il termine è divenuto di uso comune soprattutto per identificare quei magistrati impegnati al contrasto della mafia in Italia: in questo senso si parla di pool antimafia.
L'omicidio di Giuseppe Di Matteo venne commesso a San Giuseppe Jato, l'11 gennaio 1996, da esponenti mafiosi nel tentativo di impedire che il padre, Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso, collaborasse con gli investigatori. L'omicidio ebbe grande risalto sui mezzi di comunicazione italiani, anche perché il cadavere non venne mai ritrovato, in quanto venne disciolto in una vasca di acido nitrico.
Giovanni Augusto Falcone, all'anagrafe Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 Palermo, 23 maggio 1992), stato un magistrato italiano, vittima di mafia insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Assieme al collega e amico Paolo Borsellino, Giovanni Falcone una delle personalit pi importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. La salma del magistrato italiano venne tumulata in una tomba monumentale nel cimitero di Sant'Orsola a Palermo, e nel giugno 2014 venne poi traslata nella Chiesa di San Domenico situata nel capoluogo siciliano.
{{Organizzazione criminale |nome = Famiglia di San Giuseppe Jato |immagine = |didascalia = |nomi alternativi = Famiglia Brusca |area di origine = San Giuseppe Jato, Sicilia, Italia |aree di influenza = Area di Piana degli Albanesi (specialmente San Giuseppe Jato, Altofonte e Monreale) |inizio = 1957 |fine = |boss = |alleato1 = Famiglie mafiose Greco, Cuntrera-Caruana, Corleone, Cinisi e Clan Mazzarella |rivale2 = |attività1 = Racket, traffico di stupefacenti, usura, corruzione, gioco d'azzardo, traffico di armi, gestione dei rifiuti, ricettazione ed omicidio |collaboratore1 = Baldassare Di Maggio |collaboratore2 = Francesco Di Carlo (espulso nel 1982) |collaboratore3 = Giovanni Brusca |collaboratore 4=[ [ Mario Santo di Matteo] ] Collaboratore 5= Giuseppe Maniscalco Collaboratore 6= Gioacchino la Barbera La famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato, chiamata anche famiglia Brusca, all'interno di Cosa Nostra, opera nel territorio circostante San Giuseppe Jato, specie nella Piana degli Albanesi. Dagli anni '80 è stata anche considerata come una famiglia-satellite di quella di Corleone, poiché anche un suo membro di alto rango, Baldassare Di Maggio, poi pentitosi, era l'autista di Totò Riina. Un tempo potente anello nello schema di narcotraffico di eroina dal Mar Mediterraneo, al Brasile fino agli Stati Uniti, negli anni 2010 il suo potere appare essere stato notevolmente ridimensionato. Tuttavia, ha ancora un seggio nella Commissione provinciale, e risulta ancora influente a livello locale, vantando circa 80 uomini d'onore, anche se molti imprigionati dopo le operazioni contro Cosa Nostra degli ultimi anni.
Caterina Chinnici (Palermo, 5 novembre 1954) è un magistrato e politico italiano, dal 2014 europarlamentare.
Bernardo Brusca (San Giuseppe Jato, 9 settembre 1929 – Napoli, 8 dicembre 2000) è stato un mafioso italiano, capo mandamento di San Giuseppe Jato (Palermo).
Baldassarre Di Maggio (San Giuseppe Jato, 19 novembre 1954) è un mafioso italiano. Conosciuto anche come Balduccio o Baldo, è stato un membro dell'organizzazione Cosa nostra e fu colui che sostenne che il boss Salvatore Riina avrebbe baciato rispettosamente il sette volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti, quando i due si incontrarono nel 1987.
Antonino Caponnetto (Caltanissetta, 5 settembre 1920 – Firenze, 6 dicembre 2002) è stato un magistrato italiano noto soprattutto per aver guidato, dal 1984 al 1990, il Pool antimafia istituito da Rocco Chinnici nel 1980.. Dopo l'assassinio di Chinnici ne prese il posto nel novembre 1983. Accanto a sé chiamò Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Gioacchino Natoli, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. La loro attività portò all'arresto di più di 400 criminali legati a Cosa Nostra, culminando nel maxiprocesso di Palermo, celebrato a partire dal 10 febbraio 1986. È considerato uno degli eroi simbolo della lotta al crimine organizzato italiano.