Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La tomba di Giulio II è un progetto architettonico e scultoreo di Michelangelo Buonarroti che, nella sua versione definitiva ma ridotta, è collocato nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma. Lo scultore viene incaricato dal Papa stesso della costruzione del proprio monumento sepolcrale nel 1505, data che vede il rinvio dell'inizio dei lavori fino al 1544: in tutto questo periodo di "stallo artistico", Michelangelo vive una profonda sensazione di irrequietezza, delusione ed avvilimento, preceduto dalla forte esaltazione del periodo romano del primo commissionamento. Lui stesso non esitò a riferirsi a questo progetto come la "tragedia della sepoltura", un autentico calvario che fino agli ultimi giorni della sua vita fu fonte di inesauribili accuse, tormenti e rimorsi. Scrisse il suo biografo ufficiale Ascanio Condivi che l'impresa gli arrecò «infiniti impacci, dispiaceri e travagli e, quel ch'è peggio, per la malizia di certi uomini, infamia, della quale appena dopo molti anni s'è purgato». Da un monumentale mausoleo a pianta rettangolare con più di quaranta statue (primo progetto, 1505) si finì per arrivare a un monumento addossato a una parete di una basilica secondaria romana (1545), con appena sette statue di cui solo tre di Michelangelo e una sola (il Mosè) degna della sua fama: l'artista, ormai estenuato, avrebbe poi fatto scrivere al suo biografo che «questa sola statua è bastante a far onore alla sepoltura di Papa Giulio II».
In generale, col termine Purismo si è soliti indicare un atteggiamento di conservazione della lingua fondato sul rifiuto ad accogliere neologismi e parole provenienti da lingue straniere; in letteratura il purismo è caratterizzato anche dalla tendenza ad assumere come modello un secolo, o uno scrittore, definito "aureo". Per Purismo, in particolare, si indica quel movimento che si sviluppò in Italia nella prima metà del XIX secolo proponendo il ritorno all'uso della lingua italiana dell'aureo Trecento.
Piero Nardi (Vicenza, 6 agosto 1891 – Vicenza, 9 giugno 1974) è stato un critico letterario e scrittore italiano, storico della letteratura italiana.
Luigi Maria Rezzi (Piacenza, 17 luglio 1785 – Roma, 23 gennaio 1857) è stato un presbitero, bibliotecario, letterato, ex gesuita, filologo, traduttore, accademico ed educatore italiano.
Giuseppe Bustelli (Civitavecchia, 9 aprile 1832 – Viterbo, 31 dicembre 1909) è stato un poeta, traduttore e insegnante italiano.
Francesco Fontana (Napoli, 1585 circa – Napoli, luglio 1656) è stato un astronomo e avvocato italiano.
L'epistolario di Giacomo Leopardi è una raccolta di lettere scritte da Giacomo Leopardi dal 1810 al 1837. L'epistolario, nel quale il Leopardi racconta le vicende della sua vita con sentimenti complessi e spesso dolorosi, raccoglie oltre novecento lettere. Lo stile, pur non essendo trascurato, ha un codice familiare e un'agilità che sono lontani dalla prosa letteraria delle Operette morali, ma è comunque curato, almeno in paragone al "lungo e tormentato monologo solitario" dello Zibaldone.
Benedetto Varchi (Firenze, 19 marzo 1503 – Firenze, 18 dicembre 1565) è stato un umanista, scrittore e storico italiano.