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L'ottava rima è il metro usato nei cantari trecenteschi e nei poemetti del Boccaccio (Ninfale fiesolano, Filostrato). Non è certo chi l'abbia inventato, ma il suo uso può essere rintracciato fin dal XIV sec. La prima testimonianza è il Filostrato, opera di Giovanni Boccaccio, tant'è che si tende a pensare che sia stato il grande autore del trecento italiano ad inventare l'ottava rima, partendo dall'esempio degli huitains francesi in lingua d'oil ; altro esempio ne è il Britto di Bretagna di Antonio Pucci). Diventerà poi il metro di poeti popolari, come Antonio Pucci, e scrittori colti come Franco Sacchetti che lasceranno poi al Pulci, al Boiardo, all'Ariosto e al Tasso, di elevarlo alle più alte cime. La popolarità dell'ottava riuscì in questo modo a sostituire la terzina dantesca. È ancora questo metro che sarà utilizzato dai poeti estemporanei per i loro contrasti di improvvisazione fino ai nostri giorni.
Campi Bisenzio (/ kampi bi z n jo/) un comune italiano di 47.094 abitanti della citt metropolitana di Firenze, in Toscana.
La besciamella è una delle salse madri, che viene usata come elemento di partenza per salse più elaborate. Chiamata un tempo dall'Artusi "balsamella", sostenendo una variante che, pur appoggiandosi a quella francese, rimane più semplice (la sua ricetta infatti è priva di spezie), è una delle salse basilari della cucina italiana, introdotta in seguito in quella francese, ma è diffusa anche nel mondo anglosassone dove è nota come "salsa bianca".
Irnerio (in latino Irnerius o Wernerius, di origini germaniche soprannominato anche Theutonicus; 1060 – 1130) è stato un giurista, accademico e glossatore medievale italiano che nell'Università di Bologna, in cui era magister e di cui è considerato uno dei fondatori (Scuola di Diritto), riportò in auge i testi legislativi giustinianei appena riscoperti e su cui si stava propagando un diffuso interesse. Per questa attività gli viene spesso attribuito il soprannome di «lucerna iuris», ovvero «lume del diritto». Viene anche ricordato come «illuminator scientiae nostrae», ossia come «l'illuminatore della nostra scienza», cioè il diritto.
La glossa, nel mondo antico, era l'interpretazione di parole oscure (perché ermetiche o cadute in disuso) attraverso altre più comprensibili, ossia attraverso il linguaggio corrente. Aristotele nel ventunesimo capitolo della Poetica descrive la glossa come un tipo di nome, distinto da quello comune, usato da un gruppo di parlanti differente rispetto a quello di riferimento e quindi desueto per questi ultimi. In seguito, a cominciare dal XII secolo d.C., la glossa ha incominciato ad indicare un commento ad un testo giuridico e glossatore era lo studioso che la elaborava. In linguistica e filologia, invece, le glosse sono dei termini isolati che compaiono nei testi antichi affiancati da una spiegazione del loro significato, sia ad opera degli stessi autori di tali testi, sia per mano di autori e commentatori successivi (glossatori). Per molte lingue antiche estinte, tutto ciò che se ne conosce consiste nelle glosse tramandate da qualche autore. Alcuni di essi, come Esichio di Alessandria raccolsero le loro glosse in un'opera complessiva ("glossario", antenato dei moderni dizionari).
Il diploma di Enrico V (datato 15 maggio 1116) è un documento con il quale l'Imperatore del Sacro Romano Impero concedeva alla città di Bologna una serie di privilegi fiscali, commerciali, politici, giudiziari e territoriali, nonché il perdono per aver distrutto la rocca del vicario imperiale nel 1115. Il documento ha una particolare importanza storica in quanto sancì le prime libertà e autonomie cittadine, che portarono alla creazione del libero comune.
La commenda è una tipologia di contratto, di origine medievale, in cui una parte investe il proprio lavoro e l'altra il capitale. È un termine di agglutinazione proveniente dal latino classico commendare che coniuga due termini com ("con", "insieme") e mandare ("raccomandare", "affidare"). Lo studioso John H. Prior ha evidenziato come i principi alla base di tale contratto siano simili a quelli dell'isqa ebraico e della socïetas romana.
Gli antichi Stati italiani furono le numerose entità territoriali politiche e indipendenti esistite nella penisola italiana dall'inizio del Medioevo fino alla proclamazione del Regno d'Italia, avvenuta nel 1861. Il concetto di Stato si sviluppò nella riflessione politica italiana a partire dal XV secolo, grazie all'opera di alcuni letterati come Niccolò Machiavelli e trovò piena e reale applicazione solo dopo la Rivoluzione francese. Per le epoche precedenti è possibile parlarne solo tenendo in considerazione che non si trattava di Stati intesi nel senso moderno: dal X secolo all'età napoleonica, per esempio, la quasi totalità degli Stati dell'Italia centro-settentrionale erano formalmente vassalli del Sacro Romano Impero, anche se poi per la maggior parte nei fatti erano praticamente indipendenti, mentre al contrario lo Stato Pontificio, che di diritto era pienamente sovrano, non riuscì a esercitare un reale e duraturo controllo su tutto il proprio territorio prima del Seicento. Di seguito è riportato l'elenco di questi Stati, organizzati per data, dal Medioevo sino all'unità d'Italia. Tra parentesi, dove indicate, le dinastie regnanti.