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La storia di Casaloldo, comune italiano situato nella Provincia di Mantova a breve distanza dai confini con le province di Brescia e Cremona, può essere fatta iniziare nel II millennio a.C., anche se il centro abitato attuale nacque solo in età altomedievale per poi svilupparsi nel corso dei secoli successivi. In epoca medievale la storia del paese fu strettamente legata alla presenza della famiglia dei conti di Casaloldo, quindi nel Basso Medioevo la località passò sotto il controllo prima del comune medievale di Brescia, poi dei Visconti di Milano e dei Gonzaga di Mantova, infine, nel XV secolo, della Repubblica di Venezia. Come comune facente parte del territorio della vicina Asola rimase nei domini veneziani fino all'avvento di Napoleone, quando il comune passò a far parte della Repubblica Cisalpina e, dopo la sua caduta, del Lombardo-Veneto; nel 1861 venne infine unito al nascente Regno d'Italia seguendone le successive vicende storiche.
Il diploma di Enrico V (datato 15 maggio 1116) è un documento con il quale l'Imperatore del Sacro Romano Impero concedeva alla città di Bologna una serie di privilegi fiscali, commerciali, politici, giudiziari e territoriali, nonché il perdono per aver distrutto la rocca del vicario imperiale nel 1115. Il documento ha una particolare importanza storica in quanto sancì le prime libertà e autonomie cittadine, che portarono alla creazione del libero comune.
Irnerio Bertuzzi (Rimini, 9 ottobre 1919 – Bascapè, 27 ottobre 1962) è stato un aviatore italiano. Pluridecorato pilota della Regia Aeronautica, e poi dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, specialità aerosiluranti, durante la seconda guerra mondiale. Insignito di tre Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare, e della Croce di Ferro di I e II classe tedesche. Successivamente divenne il pilota di fiducia del presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi, l'ingegner Enrico Mattei, e morì nell'esplosione in volo dove persero la vita anche Mattei e il giornalista americano William McHale, a Bascapè, il 27 ottobre 1962.
L'esegesi (in greco antico: ἐξήγησις, AFI: [hek'sɛ:gɛ:sis]), in filologia, è l'interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del loro significato. Campi di applicazione possono essere, ad esempio, la legislazione ("esegesi giuridica"), la storia ("esegesi delle fonti storiche del Medioevo"), la letteratura ("esegesi manzoniana") o la religione ("esegesi biblica"). In quest'ultimo caso, l'esegesi ha una forte affinità con l'ermeneutica, intesa come tecnica per la corretta esegesi dei testi sacri.
Con l'espressione "diritto comune" (in lingua latina ius commune) si indica nella storiografia del diritto, l'esperienza giuridica che si sviluppò nell'Europa continentale dall'XI secolo fino alle codificazioni del XIX secolo, influenzata dal diritto romano. Ne viene esclusa l'Inghilterra, il cui sistema giuridico detto di common law, si sviluppò fin dalle origini senza rilevanti influenze del diritto romano.
Per Libri Legales si intendono generalmente i testi giustinianei da poco riscoperti dall'occidente medievale cristiano durante l'XI secolo e anche i cinque tomi medievali in cui è stato riorganizzato il Corpus iuris civilis giustinianeo, secondo la tradizione opera compiuta da Irnerio (1050-1125?) a Bologna.
Graziano (in latino: Gratianus; Etruria centrale - Chiusi o Ficulle, tra il 1075 e il 1080 – Bologna, 10 agosto tra il 1145 e il 1147) è stato un giurista italiano, fondatore del diritto canonico. La tradizione vuole sia stato maestro di arti liberali e, probabilmente dal 1126/27, vescovo di Chiusi. Recenti studi confermano la carica di vescovo di Chiusi nonché l'ipotesi che egli fosse un giurista del foro ecclesiastico e che, in qualità di magister, insegnasse indossando la mitra vescovile come emerge dall'iconografia del XII secolo.