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La guerra in Afghanistan, iniziata il 7 ottobre 2001, ha visto l'avvio delle ostilità con l'invasione del territorio controllato dai talebani, da parte dei gruppi afghani loro ostili dell'Alleanza del Nord, mentre gli USA e la NATO hanno fornito, nella fase iniziale, supporto tattico, aereo e logistico. Nella seconda fase, dopo la conquista di Kabul, le truppe occidentali, statunitensi e britannici in testa, hanno incrementato la loro presenza anche a livello territoriale per sostenere il nuovo governo afghano: Operazione Enduring Freedom. L'amministrazione Bush ha giustificato l'invasione dell'Afghanistan, nell'ambito della guerra al terrorismo, seguita agli attentati dell'11 settembre 2001, con lo scopo di distruggere al-Qāʿida e di catturare o uccidere Osama bin Laden, negando all'organizzazione terroristica la possibilità di circolare liberamente all'interno dell'Afghanistan attraverso il rovesciamento del regime talebano. A dieci anni dall'invasione, il 2 maggio 2011, le forze statunitensi hanno condotto un'incursione ad Abbottabad, vicino Islamabad in Pakistan, uccidendo, nel suo rifugio, il leader di al-Qāʿida, Osama Bin Laden. A partire dall'invasione dell'Iraq del 2003, la guerra in Afghanistan ha perso priorità tra gli obiettivi dell'amministrazione degli Stati Uniti, riacquistandola solo a partire del 2009 sotto l'amministrazione Obama. A partire dal 2015, l'operazione della NATO ISAF è stata sostituita dall'Operazione Sostegno Risoluto, tesa a continuare l'aiuto al governo afghano con un minor numero di truppe, nel contesto di un aumento delle offensive dei talebani.
L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/; anche trascritto come Afganistan in italiano) , ufficialmente Repubblica Islamica dell'Afghanistan, è uno Stato senza sbocco sul mare di 652 864 km² e di 38 041 754 abitanti stimati nel 2019, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan). Le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari. Tra la caduta dei Talebani in seguito all'arrivo delle forze alleate e la riunione del gran consiglio per la stesura della nuova costituzione, l'Afghanistan veniva indicato dall'Occidente come Stato provvisorio islamico dell'Afghanistan. Con la sua nuova Costituzione il paese viene ora ufficialmente chiamato "Repubblica Islamica dell'Afghanistan". L'attuale presidente è Ashraf Ghani, in carica dal settembre 2014.
La storia dell'Afghanistan, il suo sviluppo politico interno, le relazioni internazionali e persino la sua esistenza come stato indipendente sono stati largamente determinati dalla sua collocazione geografica al crocevia dell'Asia centrale, occidentale e meridionale. Nei secoli, onde di popoli migratori hanno attraversato la regione - descritta dallo storico Arnold Toynbee come un "carosello del mondo antico" - lasciandosi dietro un mosaico di gruppi etnici e linguistici. Nei tempi moderni, così come nell'antichità, immensi eserciti hanno attraversato questa regione dell'Asia, stabilendo temporaneamente il potere locale e spesso dominando l'antico Afghanistan. Gran parte della storia dell'Afghanistan trascorse come parte dei più ampi avvenimenti che si svolsero nell'intero altopiano iraniano. Le popolazioni iraniche che arrivarono in Afghanistan hanno lasciato in eredità le loro lingue (pasthu, dari, ecc.), come pure distinti tratti culturali che molti studiosi e storici come Sir Olaf Caroe, autore di The Pathans, descrive come distintamente iranici: "C'è in effetti un senso per cui tutto l'altopiano dal Tigri all'Indo è un unico paese. Lo spirito della Persia vi ha soffiato sopra, portando una consapevolezza di avere un unico bagaglio culturale, un'unica cultura, un unico modo di esprimersi, un'unità dello spirito percepita fino a Peshawar e a Quetta". Forse non è sorprendente che siano stati il passato iranico e le invasioni islamiche degli Arabi a definire il moderno Afghanistan, mentre il suo passato greco, quello legato ai nomadi dell'Asia centrale e quello buddista e zoroastriano sono scomparsi da lungo tempo. Anche se per due millenni la zona è stata teatro di grandi imperi e di fiorenti commerci, i gruppi eterogenei dell'area non furono legati in una singola entità politica fino al regno di Ahmed Shah Durrani, che nel 1747 fondò la monarchia che governò il paese fino al 1973. Nel XIX secolo l'Afghanistan si trovò in mezzo alla potenza espansiva degli imperi russo e britannico. Nel 1900, Abdur Rahman Khan (l'"Emiro di Ferro"), guardando indietro ai suoi venti anni di governo e agli eventi del secolo trascorso, si chiese come il suo paese, che stava "come una capra tra questi due leoni [la Gran Bretagna e la Russia zarista], o come un chicco di grano in mezzo a due forti macine del mulino, [potesse] resistere in mezzo alle pietre senza essere ridotto in polvere?" L'Islam ha giocato forse il ruolo chiave nella formazione della società afghana. Nonostante l'invasione mongola dell'odierno Afghanistan all'inizio del XIII secolo sia stata descritta come più somigliante "a qualche brutale cataclisma provocato dalle cieche forze della natura che a un fenomeno della storia umana", nemmeno un guerriero formidabile come Gengis Khan riuscì a sradicare la civiltà islamica; nel giro di due generazioni i suoi eredi sarebbero diventati musulmani. Un evento spesso non considerato, ma che ciononostante recitò un ruolo importante nella storia dell'Afghanistan (e nella politica dei suoi vicini e dell'intera regione fino ai giorni nostri) fu, nel X secolo, l'ascesa di una forte dinastia sunnita - i Ghaznavidi. La loro potenza impedì l'espansione dall'Iran verso est dello Sciismo, assicurando così che la maggioranza dei musulmani in Afghanistan e nell'Asia meridionale sarebbero stati sunniti. Successivamente potenti dinastie imperiali originarie dell'Afghanistan come i Ghoridi avrebbero continuato a fare dell'Afghanistan una delle principali potenze del Medioevo, come pure un centro culturale che produsse Ferdowsi, Al-Biruni e Khushal Khan Khattak, tra le innumerevoli figure di accademici e letterati.
La prima guerra mondiale fu un conflitto mondiale che coinvolse le principali potenze mondiali e molte di quelle minori tra il luglio del 1914 e il novembre del 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese prese il nome di guerra mondiale o anche Grande Guerra: fu infatti il pi grande conflitto armato mai combattuto fino alla seconda guerra mondiale. Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni non tornarono pi a casa; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie. Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio e nel nord della Francia, azione fermata per dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degener in una logorante guerra di trincea che si replic su tutti i fronti e perdur fino al termine delle ostilit . A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Romania, Portogallo e Grecia; determinante per l'esito finale fu, nel 1917, l'ingresso in guerra degli Stati Uniti d'America a fianco degli Alleati. La guerra si concluse definitivamente l'11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firm l'armistizio imposto dagli Alleati. Alcuni dei maggiori imperi esistenti al mondo tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell'Europa.
L'Afghanistan è un paese montuoso situato tra l'Asia centrale e quella meridionale, senza sbocco al mare - la costa più vicina è quella che si estende lungo il mar Arabico, circa 480 km a sud - e, sia a causa del suo isolamento che della sua instabile storia politica, rimane una delle aree meno approfonditamente studiate del mondo. Confina a est e a sud con il Pakistan (anche con le aree del Kashmir amministrate dal Pakistan ma rivendicate dall'India), a ovest con l'Iran, e a nord con gli stati centroasiatici di Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan. Condivide inoltre un breve tratto di confine con lo Xinjiang, Cina, alla fine del lungo e stretto Wakhan (corridoio del Vacan), all'estremità nord-orientale del Paese. La sua superficie totale è all'incirca due volte quella della Norvegia.
L'Asia è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente, a sua volta parte del supercontinente euroasiatico insieme all'Europa e di quello eurafrasiatico insieme ad Europa ed Africa. È il più vasto dei continenti del mondo, con una superficie di oltre 4,4 volte più grande di quella dell'Europa e pari a circa un terzo di tutte le terre emerse e, con circa 4,4 miliardi di abitanti, è anche il più popolato.
Ẓahīr al-Dīn Muḥammad, persiano: ﻇﻬﻴﺮ ﺍﻟﺪﻳﻦ محمد; in hindi ज़हिर उद-दीन मुहम्मद (Andijan, 14 febbraio 1483 – Agra, 26 dicembre 1530), fu il fondatore della dinastia Moghul in India. Discendente diretto di Tamerlano, riuscì con una lunga serie di successi militari a fondare uno degli imperi più importanti e potenti nella storia dell'India.
Il neologismo antislamismo denota l'opposizione e critica all'islamismo, cioè all'Islam politico, un insieme di ideologie che ritengono che l'Islam debba guidare la vita sociale e politica così come la vita personale. L'antislamismo non va confuso con l'islamofobia, che indica pregiudizio e discriminazione verso l'Islam come religione e verso i musulmani come credenti.