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La gioia di vivere (Le bonheur de vivre) un dipinto di Henri Matisse del 1906. Viene considerato il suo dipinto pi ambizioso del suo periodo Fauve.L'opera fu esposta al Salon des Ind pendants a Parigi. La tecnica leggermente puntinista e per questo motivo l'opera fu criticata da Paul Signac, che lo defin "un dipinto con colori ripugnanti e troppo spessi con contorno largo un pollice".In questo dipinto ispirato alla pittura di Gauguin ed all'arte orientale, Matisse rappresenta dei nudi femminili dipinti a macchie, senza rispettare i colori naturalistici, e fonde uomo e natura in una sorta di ritorno al primitivo, mentre la forma dei soggetti viene armonizzata e semplificata. Anche il paesaggio presenta colori innaturali, come ad esempio l'albero rosa che lo stesso colore utilizzato per la pelle delle persone, quasi a sottolineare l'unione tra uomo e natura. Per la prima volta, Matisse deforma le linee del corpo umano, elemento visibile in tre delle bagnanti ivi raffigurate. Il quadro ritrae un esterno, ma non dipinto dal vero: a Matisse non interessava l aria aperta, preferiva il chiuso di una stanza.(Gillo Dorfles, Angela Vettese, Storia dell'arte. Vol. 4: Il Novecento, ATLAS) Troviamo svariate citazioni nell'opera: l'uomo e la donna abbracciati nell'angolo a destra alludono a Tiziano, le bagnanti richiamano C zanne e la posa delle due donne distese al centro della composizione ripresa dal Manet di D jeuner sur l'herbe.
La storia della pittura è una branca della storia dell'arte che si occupa di dipinti e, più in generale, di opere d'arte bidimensionali realizzate con tecniche legate al disegno e alla stesura di colori. Dalla preistoria fino al mondo contemporaneo, ha rappresentato una continua tradizione tra le più diffuse e significative nell'ambito delle arti figurative, che abbraccia un po' tutte le culture e i continenti. Fino al XX secolo, in Europa e nei paesi da essa influenzati, la rappresentazione pittorica ha avuto principalmente soggetti "figurati", cioè rappresentanti caratteristiche e attività umane, tutt'al più temi religiosi, simbolici e trascendenti, mentre nel XX secolo si sono sviluppati approcci più astratti e concettuali, con la sperimentazione di nuove tecniche in ricerca di nuovi orizzonti. Lo sviluppo della pittura orientale ha avuto un corso proprio, parallelo a quello occidentale, non senza però punti di contatto, soprattutto a partire dell'evo moderno. L'arte africana, islamica, indiana, cinese, e giapponese hanno avuto tutte influenze significative sull'arte occidentale e viceversa.
La stanza rossa o Armonia in rosso è un dipinto a olio su tela (180.5x221 cm) realizzato nel 1908 a Parigi dal pittore, illustratore, incisore e scultore Henri Matisse. Acquistato dal collezionista russo Sergej Ščukin è conservato nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.
Con il termine fauves (in francese "belve, selvaggi") si indica un movimento artistico d'avanguardia, che in realtà è un gruppo di pittori, perlopiù francesi, che nella prima parte del Novecento diedero vita a un'esperienza di breve durata temporale, ma di grande importanza nell'evoluzione dell'arte, perché ne proponevano l'innovazione. Questa corrente è chiamata anche fauvismo. L'origine del movimento è da ricercarsi nell'inserimento all'interno della tradizione impressionista francese, alla fine del XIX secolo, di spinte dotate di accenti romantici e nordici, come le proposizioni di Edvard Munch.
Donna con cappello (Femme au chapeau) è un dipinto a olio su tela (80,65x59,69 cm) realizzato dal pittore francese Henri Matisse nel 1905 e conservato a San Francisco presso il Museum of Modern Art (n. inv. 91.161). L'opera è firmata "HENRI MATISSE".
Il termine arte moderna denota lo stile e la concezione dell'arte propri di quell'epoca e, più in generale, alle espressioni artistiche che esprimono una forma di «rifiuto» per il passato e di apertura alla sperimentazione.Gli artisti moderni sperimentarono nuove forme visive e avanzarono concezioni originali della natura, dei materiali e della funzione dell'arte, alternando periodi più "realisti" (sia per le tecniche adottate che per i soggetti scelti) a periodi più "simbolisti" o "espressionisti" fino all'astrazione. La produzione artistica più recente è spesso definita come arte contemporanea, o arte postmoderna.
Un autoritratto è un ritratto che un artista fa di sé stesso. Pressoché sconosciuto all'arte antica, il genere è andato affermandosi nel periodo medievale, fino a raggiungere completa dignità artistica nel Rinascimento, grazie soprattutto ai pittori italiani e dell'Europa settentrionale. Conobbe nel corso dei secoli diverse formule stilistiche, fra le quali la più nobile è considerata quella dell'autoritratto cosiddetto «autonomo». Fra gli artisti che maggiormente si dedicarono alla raffigurazione delle proprie fattezze vi furono il tedesco Albrecht Dürer e gli olandesi Rembrandt e Van Gogh. Fra le artiste la prima autoritrattista italiana è Sofonisba Anguissola seguita da Artemisia Gentileschi. Pur essendo un fenomeno prevalentemente pittorico, non mancano notevoli esempi di autoritratto scultoreo; nel XIX secolo, l'invenzione della fotografia fu occasione della nascita dell'autoritratto fotografico.
Auguste Herbin (Quiévy, 29 aprile 1882 – Parigi, 31 gennaio 1960) è stato un pittore francese. Nel 1903 si trasferì a Parigi, ove conobbe Pablo Picasso. Herbin attraversò varie fasi, da quella impressionista ad un forte astrattismo geometrico, passando per il Cubismo. Nel 1949 pubblicò L'arte figurativa non oggettiva, sunto delle sue teorie sull'arte.