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Rinaldo è un personaggio di fantasia appartenente al ciclo carolingio, uno dei dodici paladini di Francia che costituiscono la guardia scelta dell'imperatore Carlo Magno. Cugino e rivale in amore di Orlando, gli contende la bella Angelica. Il personaggio non va confuso con l'omonimo protagonista della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, che è un cavaliere che partecipa alla Prima crociata.
Palazzo Balsorano è uno dei palazzi di interesse storico ed artistico di Napoli; è sito in via Francesco Crispi, all'angolo con piazza Amedeo, nel quartiere Chiaia. L'edificio monumentale è uno dei più antichi della zona, infatti, le sue origini sono riconducibili al XVI secolo. La struttura, oggi un condominio di lusso, ai primordi era una villa circondata dalla vegetazione mediterranea, posta in una zona decisamente felice. Qui soggiornò il celebre poeta Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata, come è testimoniato anche dalla lapide presente su una parete dell'esterno, ospite del caro amico e mecenate Giambattista Manso, marchese di Villalago. Il proprietario Manso, scrittore e poeta, compose vari testi, tra cui il Compendio della vita del Tasso (Napoli, 1619); fu inoltre molto attivo nella società napoletana del tempo, dando vita, tra le altre iniziative, ad un Monte, ubicato in via Silo e noto come Monte Manso, a beneficio dei nobili poveri della città (XVII secolo). Ricordiamo che il fabbricato era vicino anche ad un'altra struttura prettamente legata alla poesia cinquecentesca: difatti è doveroso menzionare pure Laura Terracina, autrice di molte rime di successo, che proprio in questo luogo trovava ispirazione e, come ella stessa scrisse, si considerò molto onorata di aver avuto i natali "ne la più dolce et vaga città del mondo". Il palazzo, tipicamente rinascimentale, comprende giardini e terrazze che lo caratterizzano. Nei secoli successivi, la struttura ha ospitato l'istituto del Sacro Cuore, poi andato in rovina.
Seguire il percorso della produzione letteraria di Giacomo Leopardi vuol dire seguire il corso della sua vita e comprendere il suo mondo interiore.
La Gerusalemme liberata è un film del 1957, diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, tratto dal poema epico di Torquato Tasso. Si tratta dell'ultimo film riguardo l'opera dopo i primi adattamenti cinematografici di Enrico Guazzoni realizzati nell'epoca del cinema muto.
L'infinito è una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. La lirica, composta da 15 endecasillabi sciolti, appartiene alla serie di scritti pubblicati nel 1826 con il titolo "Idilli". Oltre all'Infinito, in questa serie sono presenti anche altre note liriche, come Alla luna e La sera del dì di festa. Il termine greco "idillio" (εἰδύλλιον), di solito riferito a componimenti poetici incentrati sulla descrizione di scene agresti, subisce, con Leopardi, una ridefinizione: negli idilli leopardiani sono assenti le tematiche bucoliche proprie dei componimenti scritti dai poeti greci Teocrito, Mosco, Bione, e da poeti bucolici latini (Virgilio, Calpurnio Siculo e Nemesiano), poi imitati in età umanistica e rinascimentale da Jacopo Sannazaro e da Torquato Tasso. L'idillio leopardiano è un componimento connotato da un forte intimismo lirico: in esso l'elemento del paesaggio naturale (spesso privo dei connotati del paesaggio ideale antico) è strettamente legato all'espressione degli stati d'animo dell'uomo. Tale espressione del proprio io, non vuole essere una fuga nell'irrazionale o nel sogno (come accade nella lirica romantica), ma solo una nuova occasione di un'ampia riflessione sul tempo, sulla storia, e sul triste destino degli uomini. Gli idilli leopardiani, inoltre, presentano differenze stilistiche rispetto ad altre composizioni, in particolare colpisce l'abile e sapiente mescolanza di registri linguistici che spazia da quello letterario (Ermo colle) a quello semplice, piano e colloquiale (Sempre caro). Questo idillio si divide in due parti ben distinte: nella prima il poeta esprime concetti a lui usuali mentre, nella seconda, usa l'immaginazione e si perde nell'infinito. Il manoscritto originale è conservato presso la biblioteca nazionale di Napoli, insieme ad altre opere del poeta. Un secondo manoscritto, con molti altri autografi, è conservato nel Museo dei manoscritti del comune di Visso in provincia di Macerata. Nel mese di ottobre 2016, in seguito al terremoto che ha colpito la zona, questi manoscritti sono stati provvisoriamente trasferiti a Bologna.
L'Idillio di Sigfrido (in tedesco Siegfried-Idyll, WWV 103) è una composizione per orchestra da camera scritta da Richard Wagner nel 1870. È stato concepito come regalo di compleanno per la sua seconda moglie, Cosima, nell'anno del loro matrimonio (25 agosto 1870), seguito alla nascita del loro figlio Siegfried (6 giugno 1869). La prima esecuzione si è tenuta a sorpresa presso la villa della famiglia Wagner, al risveglio di Cosima, nella mattina di Natale del 1870, nella quale lei festeggiava anche il suo trentatreesimo compleanno. Era stata Cosima la prima ad ideare sorprese musicali per le feste familiari: in occasione del cinquantaseiesimo compleanno di Wagner (22 maggio 1869) lei l'aveva svegliato con un'esecuzione dello squillo di Sigfrido fuori dalla sua camera da letto, mentre per il compleanno successivo aveva ingaggiato un'intera banda militare formata da cinquantacinque musicisti, che aveva eseguito presso la loro casa la Huldigungsmarsch (WWV 97).
Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 – Roma, 15 luglio 1609) è stato un pittore italiano. In antitesi con gli esiti ormai sterili del tardomanierismo, propose il recupero della grande tradizione della pittura italiana del Cinquecento, riuscendo in un'originale sintesi delle molteplici scuole del Rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e il Veronese sono tutti autori che ebbero notevole influsso sull'opera del Carracci. La riproposizione e, al tempo stesso, la modernizzazione di questa grande tradizione, unitamente al ritorno dell'imitazione del vero, sono i fondamenti della sua arte. Con Caravaggio e Rubens, pose le basi per la nascita della pittura barocca, di cui fu uno dei padri nobili. Di fondamentale importanza nello sviluppo della sua carriera furono i rapporti con il cugino Ludovico e il fratello Agostino – entrambi dotatissimi pittori – con i quali, agli esordi, tenne bottega comune e con cui collaborò, a più riprese, anche in seguito.